L'acne è da sempre uno dei nemici più difficili da sconfiggere per molte persone, ma quali sono i fattori che contribuiscono alla sua formazione? La lotta contro questo problema cutaneo è un obiettivo comune, ma prevenirlo è senza dubbio la migliore strategia. Iniziamo definendo cosa è l'acne: si tratta di una frequente malattia della pelle, il cui nome deriva dalla parola greca "akmê" che significa "punta".
L'acne è una patologia del follicolo pilo-sebaceo, che causa la comparsa di lesioni infiammatorie e non infiammatorie sulla pelle, e sebbene sia più comune durante l'adolescenza, può colpire anche persone di altre fasce di età. Solitamente, le lesioni si manifestano principalmente sul viso, nelle zone ricche di ghiandole sebacee, ma possono comparire anche su spalle, dorso e torace.
Sebbene la malattia solitamente si risolva intorno ai 20 anni, negli ultimi tempi si è riscontrato un aumento dei casi di acne anche in età adulta. Per questo motivo, oggi si preferisce indicarla come "acne volgare", piuttosto che come "acne giovanile".
L'insorgenza dell'acne è determinata da diversi fattori. Le principali cause sono l'aumentata produzione di sebo, l'infiammazione, la colonizzazione batterica dei follicoli pilo-sebacei e le loro alterazioni nella cheratinizzazione.
Tra i fattori coinvolti vi sono quelli infiammatori, ormonali, psicosomatici e infettivi. Inoltre, è stato dimostrato che l'alimentazione svolge un ruolo fondamentale sulla comparsa e sull'andamento di questa malattia antiestetica. Il legame tra il tipo di alimentazione e l'acne è, infatti, ormai comprovato.
Nonostante l'acne non sia di per sé una causa di invalidità, può provocare un notevole disagio psicologico in chi ne soffre.
Quando si parla di acne, bisogna tenere in considerazione alcuni aspetti nutrizionali. Ad esempio, è stato osservato che l'acne giovanile è più diffusa nei paesi occidentali, mentre ha una prevalenza molto bassa in molti paesi in via di sviluppo. Inoltre, la prevalenza dell'acne aumenta nei ragazzi che si trasferiscono da paesi in via di sviluppo in paesi occidentali. Questi studi dimostrano che, oltre alle cause genetiche, l'acne può essere influenzata anche da fattori ambientali, come la presenza di inquinanti, lo stile di vita e l'alimentazione.
Tra i fattori di impatto rilevante vi è sicuramente l'assunzione involontaria di sostanze chimiche contenute negli imballaggi di plastica degli alimenti. Infatti, queste sostanze potrebbero contribuire a innescare una condizione di insulinoresistenza e disregolazioni ormonali, anche se non è ancora stato accertato un legame diretto tra il consumo di alimenti confezionati e l'acne.
Anche se le informazioni scientifiche a riguardo sono ancora limitate, è possibile fornire alcuni suggerimenti su come migliorare la componente dell'acne legata all'alimentazione.
Alcune persone notano che il consumo eccessivo di cioccolato può provocare brufoli, mentre altre riscontrano un legame tra acne e cibi grassi, come le fritture o i prodotti processati come i salumi.
Infatti, l'eccessiva assunzione di carboidrati e cibi ad alto indice glicemico, come pane, patate, latte, latticini, acidi grassi saturi e trans, e uno squilibrio tra Omega6 e Omega3 sono fattori predisponenti e peggiorativi dell'acne. Questi elementi sono spesso correlati alla resistenza insulinica e all'iperandrogenismo.
D'altro canto, una dieta povera di cibi ad alto indice glicemico è indicata per contrastare questa malattia multifattoriale. È quindi consigliabile limitare o evitare dolci, farinacei (pane, pasta, cracker ecc.) e bevande zuccherate. Inoltre, un elevato consumo di latte e derivati può influenzare la comparsa di brufoli perché correlato alla presenza di leucina, un amminoacido presente in questi alimenti, che stimola un complesso enzimatico (mTORC1) coinvolto nella comparsa dell'acne.
Spesso l'acne è anche associata a disturbi dell'apparato gastrointestinale, in particolare alla disbiosi intestinale, cioè all'alterazione del microbiota intestinale, influenzato anche dal nostro stato emotivo, come dimostrano numerosi studi.
L'asse intestino-cervello ha, infatti, un'influenza bidirezionale: il cervello influenza l'intestino e viceversa.
Tra i fattori che influenzano maggiormente la composizione e la diversità del microbiota intestinale, c'è la nostra alimentazione. La dieta mediterranea, ad esempio, è associata sia a uno specifico profilo microbico intestinale che a una serie di effetti benefici sulla salute.
Per prevenire e/o curare l'acne, è importante seguire un'alimentazione adeguata che preveda l'assunzione di cereali poco zuccherosi, come orzo, farro, riso integrale, miglio e grano saraceno, preferibilmente consumati in chicchi.
Studi scientifici hanno dimostrato che i cereali integrali a basso indice glicemico hanno un effetto protettivo, contenendo l'aumento dell'IGF (Insulin-like Growth Factor) e quindi contribuendo a ridurre lo sviluppo dell'acne.
Anche l'olio extravergine di oliva consumato crudo e l'olio di semi di lino hanno un'azione favorevole sulla pelle.
Nell'elenco dei cibi che aiutano a prevenire l'acne troviamo: arance, pomodori, fragole e meloni, ricchi di vitamina C, e verdure a foglia verde, nocciole, mandorle e uova, ricchi di vitamina E, che forniscono un'azione protettiva nei confronti dell'epidermide, contribuendo a rimarginare le cicatrici.
Assumere quotidianamente frutti come il melone, il mango, il pompelmo, la papaya e il melograno, ricchi di antiossidanti (vitamina C ed E), può ridurre il sebo. Per ridurre lo stato infiammatorio, è invece necessario preferire le carni bianche rispetto a quelle rosse.
Infine, intervenire in maniera precoce e personalizzata anche a livello dietetico permette una diagnosi tempestiva, che può prevenire gli esiti cicatriziali permanenti.
Per ulteriori informazioni sulle nostre attività: [email protected]
Dr.ssa Fabiana Avallone, nutrizionista