Dobbiamo per prima cosa fare qualche accenno al bullismo tout court, prima di parlare di quello “cyber”. Con “bullismo” s’intende un comportamento aggressivo con specifiche caratteristiche che la contraddistinguono dagli atti di prepotenza generici: nel bullismo vero e proprio è presente una peculiare intenzionalità, infatti, in gli atti aggressivi messi in atto hanno lo scopo consapevole di arrecare un danno di un qualche tipo alla vittima designata; c’è persistenza dell’agire, infatti, gli atti dei bulli perdurano nel tempo, non si tratta mai di un singolo atto di violenza; c’è asimmetria nella relazione, quindi, c’è una persona “forte”, il bullo, e una “debole”, la vittima.
Il bullismo può assumere diverse sfaccettature, a seconda del modo in cui viene esercitato il potere da parte del bullo e delle conseguenze che causa alla vittima: si può parlare di bullismo fisico quando le aggressioni sono, pugni, spinte, schiaffi, sgambetti ecc.; di bullismo verbale quando vengono proferiti insulti, minacce, derisioni, nomignoli offensivi ecc. e, infine, di bullismo online o cyberbullismo quando la diffamazione, la diffusione di informazioni imbarazzanti o denigratorie, di foto compromettenti ecc. avviene in rete.
Con il termine cyberbullismo intendiamo, dunque, la manifestazione in internet del fenomeno del bullismo. Gli atti aggressivi, intenzionali e reiterati nel tempo sono realizzati attraverso strumenti elettronici più o meno sofisticati (invio di sms, foto, video, e-mail) con l’obiettivo consapevole di provocare danni alla vittima prescelta, che è incapace di difendersi adeguatamente.
Cosa rende diverso il cyberbullismo dalle manifestazioni di odio dei cosiddetti “leoni da tastiera”? Ancora una volta, la persistenza del comportamento e Io scopo intenzionale di danneggiare e di isolare uno o più ragazzi scelti come bersaglio a causa di gravi pregiudizi.
Va considerato che le innumerevoli potenzialità delle sempre più numerose piattaforme social rendono il cyberbullismo un fenomeno a sé stante. Negli episodi di bullismo esiste una relazione tra il bullo e la vittima: di solito si conoscono perché frequentano la stessa scuola o abitano nello stesso quartiere ecc., mentre nei fenomeni di cyberbullismo bullo e vittima spesso non si conoscono personalmente e la vittima può essere prescelta soltanto perché fa parte di una certa categoria oggetto di pregiudizio (è donna, disabile, straniera, con orientamento sessuale non etero ecc.) da tener presente anche che in rete si abbattono le limitazioni di tempo e spazio, poiché in un mondo sempre più connesso la vicinanza fisica si annulla; questo conduce a una particolare disinvoltura nell’utilizzo del mondo virtuale e deresponsabilizzazione morale, mentre la facilità con cui si può accedere agli svariati servizi online, insieme alla mancata percezione dei rischi e delle conseguenze, potenzialmente anche gravi, delle azioni virtuali, possono indurre a comportamenti che nella vita reale non sarebbero stati assunti.
Data la pericolosità e l’estensione di questo fenomeno preoccupante, il cyberbullismo è divenuto oggetto di un apposito emendamento; con la Legge 71/2017, si è, infatti, cercato di introdurre misure di prevenzione e contrasto alle condotte bullizzanti negli istituti scolastici in primis.
In ambito scolastico, è stato attribuito al Ministero dell’Istruzione il compito di adottare linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo nelle scuole promuovendo la formazione del personale e il coinvolgimento degli studenti in iniziative di sensibilizzazione e sostegno dei minori coinvolti sia come vittime che come autori di condotte aggressive.
Inoltre, è anche prevista l’individuazione, presso ogni istituto scolastico, di un referente specifico per tutte le iniziative di prevenzione e contrasto al fenomeno, iniziative che si possono e si devono concretizzare in percorsi di educazione alla legalità e all’uso consapevole e rispettoso della rete internet e delle nuove tecnologie.
Per informazioni: [email protected]
Maria Scorzo, Psicologa – Psicoterapeuta a orientamento sistemico-familiare