“Alluvione del ’66, il disastro che è diventato opportunità. Punto di svolta per la protezione del patrimonio culturale”. Il 3 novembre esperti a confronto nel Cenacolo di Santa Croce.
Il 31 ottobre e il 2 novembre visite speciali alla Nazionale e in Santa Croce
L’alluvione di Firenze del 1966, disastro immane caratterizzato da una forza distruttiva senza precedenti, è stato - paradossalmente - anche una grande opportunità perché ha segnato un fondamentale punto di svolta per le pratiche di restauro e conservazione del patrimonio culturale e artistico italiano. Il racconto di questa esperienza straordinaria sarà al centro del convegno promosso dal Presidente del Consiglio comunale di Firenze Luca Milani, dalla Responsabile della Biblioteca Nazionale Centrale Anna Lucarelli, dalla Presidente dell’Opera di Santa Croce Cristina Acidini, che mette a confronto esperti, studiosi, protagonisti dell’emergenza e delle fasi di recupero del patrimonio fiorentino. L’iniziativa è in programma per venerdì 3 novembre, alle 15.30, nel cenacolo di Santa Croce.
Dal post alluvione arrivano, dunque, grandi lezioni. Il fiume, la città e un patrimonio da salvaguardare è il tema delle dieci visite guidate speciali, promosse dall’Opera di Santa Croce e dalla Biblioteca Nazionale, che si svolgeranno il 31 ottobre e il 2 novembre (mattina e pomeriggio). Ai partecipanti verrà illustrata la cronaca del dramma e della rinascita attraverso i più significativi interventi di restauro e conservazione che hanno riguardato libri, documenti e opere d’arte (prenotazioni su www.santacroceopera.it).
Il programma del convegno
Il convegno del 3 novembre ha l’obiettivo di mettere in primo piano le esperienze e le buone pratiche nel campo del restauro, le ricerche e le prospettive riguardanti la gestione e la tutela del patrimonio culturale in situazioni di emergenza e nel caso di rischi naturali. L’iniziativa si aprirà con i saluti di Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce, di Luca Milani, presidente del consiglio comunale, di Anna Lucarelli, responsabile della Biblioteca Nazionale Centrale e di Carlo Francini, responsabile patrimonio e rapporti Unesco del Comune di Firenze.
A partire dai giorni drammatici del novembre 1966 Firenze ha affrontato sfide senza precedenti che hanno dato un contributo decisivo per migliorare l’azione di restauro e protezione dei beni culturali e artistici in Italia e non solo. Nella fase dell’emergenza vennero date risposte immediate, coraggiose e decisive per garantire l’efficacia degli interventi successivi poi - grazie all’intensa collaborazione tra esperti, professionisti ed esperti del settore - si unirono le forze per recuperare, a volte con interventi che sembravano impossibili, le opere d’arte, i volumi e i documenti oltraggiati dall’acqua e dal fango.
Sarà un momento significativo per condividere, anche con i fiorentini, il valore dell’impegno di una comunità per la protezione del territorio e dei suoi beni più preziosi.
Al confronto intervengono Gaia Checcucci (Autorità di Bacino), Emanuela Daffra (Opificio delle Pietre Dure), Alessandro Sidoti (laboratorio di restauro della Biblioteca Nazionale), Chiara Cappuccini (laboratorio di restauro dell’Archivio di Stato) Francesca Gaggini (Archivi del Comune di Firenze), Elisa di Renzo (Museo Galileo), Riccardo Nencini (Gabinetto Vieusseux), Giorgio Federici (Centro di documentazione delle Alluvioni Fiorentine), Piero Baglioni (Università di Firenze - Consorzio Interuniversitario per lo Sviluppo dei sistemi a grande interfase), Enrica Caporali (Università di Firenze - dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale).