
È di nuovo CARESTIA in tutto il Corno d’Africa. A rischio la vita di trenta milioni di persone, tra cui milioni di bambini. L’appello congiunto del PAM (Programma Alimentare Mondiale) e dell’UNHCR (Alto Commissario delle Nazioni Unite) ad intervenire, è rivolto al mondo libero, libero dalla fame, prima che la tragedia si consumi. L’onda della FAME colpisce anche il Kenya dove ci sono 2,7 milioni di persone che attualmente sono in pericolo di vita. E’ stato dichiarato lo stato di disastro nazionale. A seguito, riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell'associazione Africa Jipe Moyo Onlus, che apre con l’accorato appello di padre Charles Jjagwe successore di padre Franco a Wamba.
- “Qui il problema principale è ancora il cibo. Abbiamo circa 40 comunità nella missione, 27 lontane e 12 in città. Come sfamarle? In Kenya il cibo non è mai stato così costoso come oggi. La causa è la lunghissima siccità, ma anche la politica dei governanti che non ne rilasciano abbastanza sul mercato per venderlo a prezzi maggiorati ed elevatissimi. Immaginate: il mais che costava 3500/ksl (35€ al sacco) ora viene venduto a 5000/khs (50€)! Ed è così per i fagioli, da 7500/khs (75€) a 9200/khs (92€), lo zucchero da 5600/khs a 8500! E’ una situazione terribile e per i poveri accedere al cibo è diventato impossibile. Sono felice e grato per l’aiuto da voi ricevuto. Ho comprato cibo e l’ho distribuito in tante delle nostre comunità cercando nelle più bisognose di sfamare quante più persone possibile. E’ difficile e ci vuole tanto tempo per raggiungere quelle lontane, succede che alla fine i primi raggiunti sono di nuovo affamati. Stiamo sperimentando la peggiore carestia di tutti i tempi, preghiamo Dio che ci aiuti, sarà impossibile sfamare tutti, ma sappiate che ogni aiuto che potrete inviarci sarà tanto gradito e necessario. Il secondo problema sono le malattie. Ci sono tantissime persone malate, soprattutto anziani soli e abbandonati in condizioni tragiche. Non possono pagare le cure né l’ospedale. Chiedo un po’ d’aiuto per salvarle. Insieme al popolo di Wamba vi ringrazio. Grazie perché col vostro impegno per la nostra povera gente tenete vivo lo spirito di padre Franco, il nostro modello. Dio vi benedica!” –In questo scenario il progetto prioritario di Afrika Jipe Moyo diventa il “SOSTEGNO ALIMENTARE”. Padre Franco diceva che la nostra piccola opera era per lui vitale, una goccia d’oro per consolare gli ultimi in cui si imbatteva ogni giorno: affamati, abbandonati, violentati, malati, orfani. Restando nella nostra piccola dimensione di carità, ai nostri amici, agli amici di padre Franco, rivolgiamo l’appello per un progetto semplice, ma che ha il sapore del pane, da dare a chi ha fame. Quale miglior memoria di p. Franco che si è fatto pane spezzato per tutti? In quest’estate in cui i telegiornali nazionali parlano della nostra siccità, e in cui spesso si sente dire:-“aiutiamoli a casa loro…”, forse metterci nei panni di chi è senza cibo, senza acqua, senza forza, potrà sembrarci una buona causa per farlo. In attesa che i governi si prendano la loro responsabilità storica ed intervengano nelle grandi crisi umanitarie globali, Afrika Jipe Moyo, se riuscirà a offrire ancora un po’ di cibo potrà influire sulla vita o sulla morte della gente stremata di Wamba. Vogliamo provarci… Le ultime donazioni inviate a p. Charles sono state così utilizzate:
- Acquisto cibo per le comunità (sacchi di fagioli, farina, riso, olio, zucchero)
- Funerale di Monica (la mamma malata descritta nella precedente news letter non ce l’ha fatta) e collegio per Vivian (la sua bambina di sette anni che si prendeva cura di lei, rimasta orfana)
- Collegio per Sinapei (salvata dall’essere una sposa bambina a 9 anni)
- Cibo, cure e scuola per Nasha (orfana e malata)
- Cure ospedaliere per gli anziani abbandonati individuati da padre Charles.