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Giovedi 27 maggio 2021 ore 18 al Campo Sportivo di Scarperia Ezio Alessio Gensini incontra Carlo Pernat, il più importante manager del Moto GP. Parleranno del libro scritto da Pernat con Massimo Calandri, inviato de “La Repubblica”: “Belìn che paddock”. Storia di corse, piloti e altre pazzie della stupefacente vita di Carlo Pernat.
"Ho aperto il baule della mia vita. E una dopo l'altra, ho tirato fuori queste storie. Non ero sorpreso, sapevo esattamente dove si trovavano. Non importa quanti anni sono trascorsi: ricordo nei dettagli ogni episodio. Perché ho sceneggiato io la mia vita, dalla prima all'ultima pagina. Il caso non esiste, tutto quello che è successo l'ho voluto."
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La sinossi del libro parla chiaro: vittorie, piloti, sconfitte. Benzina, curve, staccate. Motocross, velocità, bordelli, sigarette, champagne, pronto soccorso. La Parigi-Dakar. Valentino Rossi e Max Biaggi, Loris Capirossi e Marco Simoncelli. La Piaggio, la squadra corse della Gilera, la Cagiva, l'Aprilia. Ha brindato con Mick Jagger e François Mitterand, George Harrison e Lech Walesa, Fabrizio De André e Vasco Rossi. Si è occupato pure della Ferrari di Tony Scheckter e Jilles Villeneuve in Formula Uno, della Juventus di Trapattoni in Coppa dei Campioni, della Bianchi di "Tista" Baronchelli al Giro d'Italia, del "suo" Genoa che lottava per tornare in serie A. Carlo Pernat, in quarant'anni di folle carriera come manager del mondo dei motori e non solo, ha fatto e disfatto qualsiasi cosa. In questo libro, spudorato e divertentissimo, racconta i frammenti di una vita spericolata. La storia di un ragazzo di Genova che diventa il più importante e autorevole manager del mondo delle due ruote, frenando il giusto e tenendo il gas sempre aperto al massimo.
Montagne di sigarette fumate. Con tutto l’alcol buttato giù ci avreste riempito una piscina olimpionica. Un uomo che non ha mai detto di no, per principio. Un uomo che ha riso sempre, pianto una sola volta. La sua storia l’ha scritta lui: il destino non esiste. E il tempo non passa, arriva, afferralo, non lasciarlo andare. Chiude il libro: “Il mio segreto è che alla fine me ne sono sbattuto i coglioni”