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Anziano in barella per 9 ore in Pronto soccorso in attesa di un'ambulanza per casa: succede in Mugello. L'ordinario problema della gestione dei trasporti

L'odissea di un lettore e di suo padre ottantotenne, nonostante l'efficienza di medici e personale sanitario dell'Ospedale del Mugello nella dimissione

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Un'odissea senza fine che ha avuto inizio proprio la mattina dello scorso sabato 21 settembre quando, sfortunatamente, il padre del nostro lettore Fabio è caduto rovinosamente a terra procurandosi una lesione ad un arto. L'uomo, 88 anni, ha gravi patologie. A seguito della caduta il figlio ha deciso di portarlo al Pronto soccorso dell'Ospedale del Mugello a Borgo San Lorenzo accedendovi alle ore 10.00.

"I medici hanno prontamente effettuato tutti i controlli del caso e in poche ore eravamo anche riusciti ad ottenere una dimissione. Fortunatamente niente di rotto, solo un grosso ematoma curabile in autonomia nella propria abitazione. Ci hanno comunicato alle 13.30 circa, che saremmo potuti rientrare a casa ma da lì è iniziata l'odissea", spiega il lettore. 

Il padre del lettore, infatti, a causa dell'ematoma, non era in grado di camminare, oltre al fatto che la propria abitazione non si trova a pianoterra. Per tale motivo si era reso necessario alla dimissione la richiesta di trasporto sanitario. "Il personale sanitario ha subito fatto richiesta per un'ambulanza in grado di trasportare mio padre a casa. Ambulanza che, a più riprese, è stata sollecitata da medici ed infermieri", spiega ancora il figlio dello sfortunato protagonista di questa odissea.

Ma di questa ambulanza, per moltissime ore, nemmeno l'ombra. Nove lunghe ore, l'ambulanza infatti è arrivata solo alle ore 22.30 ed il paziente ha messo piede nella propria abitazione alle ore 23.00 circa. La lunga attesa è stata passata dal paziente su una barella lungo un corridoio del Pronto soccorso, seppur con la grande gentilezza e premura del personale sanitario dell'Ospedale di Borgo San Lorenzo.  A testimoniarlo la documentazione consegnata alla famiglia del paziente alla dimissione dove è riportato un aggiornamento delle 15.30 che segnala "ancora in attesa di un'ambulanza, già sollecitata" e che dichiara l'effettiva uscita del paziente dal Pronto soccorso alle ore 22.30. 

"Non ho niente da rimproverare a medici e infermieri dell'Ospedale. Il loro compito lo avevano svolto anche prontamente in poche ore. Ce l'ho, invece, con chi gestisce i trasporti perché non è possibile lasciare una persona anziana in attesa di un'ambulanza per così tante ore. Devo ringraziare le OSS che si sono prontamente prodigate per trovare qualcosa da bere e mangiare per mio padre, altrimenti sarebbe rimasto senza sia a pranzo sia a cena.", conclude il Signor Fabio.

Un problema, quello dei trasporti, sempre più all'ordine del giorno. La colpa non può, ovviamente, essere quella dei volontari che ogni giorno eseguono con amore questo servizio. Ma potrebbe forse essere gestito meglio? Andrebbe forse rivisto il sistema? Lasciamo ai nostri lettori spazio a tutte le valutazioni sull'argomento. 

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