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Barberino nella bufera. Indagati anche Paolo Cocchi e Gianpiero Luchi

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Barberino nella bufera. Indagati anche Paolo Cocchi e Gianpiero Luchi Barberino nella bufera. Indagati anche Paolo Cocchi e Gianpiero Luchi © n.c.
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Barberino di Mugello nella bufera. La polizia stradale ha svolto perquisizioni a Firenze, Barberino, Signa e Borgo San Lorenzo. Avvisi di garanzia sono stati notificati, tra gli altri, all’assessore regionale alla cultura e al commercio Paolo Cocchi (Pd, nella foto) e al consigliere regionale Gianluca Parrini (Pd). Accusati di abusi di ufficio. Tra gli indagati figurano anche l’ex sindaco di Barberino, Gianpiero Luchi, l’ex vicesindaco, Alberto Lotti, e l’ex assessore Daniele Giovannini. Tra le persone coinvolte nella bufera anche il fratello dell’ex sindaco, Luca, e alcuni imprenditori. Per accuse che vanno dall’abuso di ufficio alla corruzione. Al centro dell’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Leopoldo De Gregorio, ci sarebbe l’ipotesi di una serie di scambi di favori (anche vacanze) e di denaro (pare in quantità limitate e per cifre contenute). I reati sarebbero legati all’acquisto di terreni da lottizzare o alla lottizzazione di terreni di proprietà di persone legate agli indagati e sui cui sarebbero dovuti sorgere uffici, appartamenti e altre realizzazioni. L’inchiesta si è sviluppata intorno all’attività di polstrada e corpo forestale e riguarderebbe opere progettate dal 1990 al 2008. Sulla stampa Cocchi si è detto sereno e certo di non aver commesso alcun reato. In un incontro con i giornalisti ha spiegato che gli verrebbe contestato di aver favorito un imprenditore sulla destinazione a discarica di un terreno a Barberino, nell’ambito dei lavori per la variante di valico. Cocchi ha spiegato di conoscere e di stimare quell’imprenditore, confermando di aver trascorso a sue spese la vacanza di cui si parla negli atti. Escludendo però di aver commesso alcun reato.

Aggiornamento del marzo 2016: Paolo Cocchi è stato assolto perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza dei giudici.

Ha prevalso invece il "non doversi procedere perché il reato è estinto per intervenuta prescrizione", per l'accusa di corruzione legata ai soldi per le elezioni e le 'vacanze'.

Secondo il Corriere Fiorentino:

“Cade l’accusa di corruzione (il fatto non sussiste) per Paolo Cocchi, ex assessore regionale alla cultura della giunta Martini e già sindaco di Barberino del Mugello, per aver messo a disposizione il proprio ruolo istituzionale a favore del costruttore Danilo Cianti, titolare della Mugello lavori, per agevolarlo nella sua attività, ottenendo in cambio l’ampliamento della casa. Il tribunale di Firenze assolve, per quello stesso episodio Barbara Bardazzi, moglie di Cocchi, l’imprenditore Danilo Cianti e il figlio Simone imputati di concorso in corruzione”.

Assoluzione che, secondo i legali di Cocchi, sarebbe “l’esatta ripetizione della sentenza di non luogo a procedere pronunciata tre anni fa dal Gup”

Qui l'articolo dell'assoluzione di Paolo Cocchi - 19 Marzo 2016

 

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