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Una bella storia alpina a Masi di Cavalese

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Una bella storia alpina a Masi di Cavalese Una bella storia alpina a Masi di Cavalese © n.c.
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Una bella pagina da libro ”cuore” quella vissuta dal Gruppo Alpini di Borgo San Lorenzo la scorsa domenica 12 giugno 2016, ma prima di entrare nel contesto di cronaca ecco una brevissima storia. “ - Nel lontano Giugno del 1957, una Compagnia di Alpini del “BTG Tirano” si trovava a Masi di Cavalese, piccola frazione in provincia di Trento, per il campo estivo e una volta alzato il campo, viene individuato nel fitto bosco di abeti, dove gli alpini si erano accampati, una scultura su una pietra che rappresenta lo stemma dello stesso “BTG Tirano”. Ancora oggi i più anziani della piccola frazione ricordano uno strano ticchettio proveniente dal bosco dove erano accampati gli Alpini e si domandavano, ma cosa faranno? Niente di particolare o di oscuro, era semplicemente lo scalpello e il martello di un Alpino che stava scolpendo la pietra. Dopo questo ritrovamento gli Alpini di Masi di Cavalese decidono di prelevare la pietra dal bosco e collocarla nel verde pubblico della piccola frazione. Il 31 agosto del 2008, alla presenza delle autorità civili, amministrative militari e religiose, tante penne nere, oltre alla popolazione, si svolse una sentita e partecipata cerimonia, con l’inaugurazione e la deposizione della pietra scolpita sull'apposito spazio comunale dove venne collocata. Quel giorno - è vero - erano in tanti, ma mancava il più importante, l’autore, lo scultore, l’artista, insomma l’alpino che aveva l'aveva scolpita –“. Questa è la semplice storia, ma siccome la stessa fa come l’olio nell’acqua, torna cioè sempre a galla a raccontarci tante storie vissute: come questa. E' stata la tenacia ed una lunga e meticolosa ricerca durata quasi otto anni da parte dell'ex Capogruppo, alpino Lodovico Zortea, che ha dato il suo esito positivo, è stato cioè rintracciato finalmente l'autore della scultura. È un mugellano, un borghigiano, si chiama Giuliano Guidalotti classe 1934, bravissimo artigiano falegname e stipettaio, è un “Toscano” come lo amano definire gli Alpini di Masi di Cavalese, iscritto al Gruppo Alpini di Borgo San Lorenzo, Sezione di Firenze. Forti di questa scoperta, sabato e domenica 11/12 giugno 2016, un nutrito gruppo di Alpini (e mogli) di Borgo San Lorenzo, hanno accompagnato Giuliano a Masi di Cavalese, dove è stato accolto dagli Alpini locali in maniera fantastica. Lo aspettavamo da tanto tempo…queste le loro parole e finalmente potremo ringraziare Giuliano della preziosa testimonianza alpina che ci ha lasciato tanti anni orsono. La domenica mattina davanti alla pietra, alla presenza degli Alpini si è svolto una cerimonia volutamente semplice, ma bella, significativa, partecipata, dove la commozione e l’emozione era palpabile in tutti i presenti e non poteva esser diversamente. La cosa ancor più bella è che alla cerimonia era presente un commilitone di Giuliano Guidalotti, (accompagnato dai suoi familiari), ritrovato dopo ben 59 anni, residente a Bergamo, che a suo tempo era il magazziniere della Compagnia ed è stato lui che ha fornito scalpello e mazzolo per scolpire la pietra; durante tutta la cerimonia, i due alpini si sono tenuti abbracciati; se questo non è spirito Alpino! Già lo spirito alpino avrebbe ancora tanto da insegnare i valori della vita a molti…. signorini. Ma gli incontri non erano terminati, poiché il giorno avanti, sabato, l’amico Giuliano Guidalotti aveva avuto un'altra forte emozione incontrando, sempre dopo 59 anni, un' altro commilitone di Bolzano, il quale a suo tempo ha contribuito alla realizzazione della scultura; è l’autore che ha dipinto lo stemma sulla roccia. Il loro è stato un incontro soft davanti alla scultura, da soli senza occhi ne orecchi indiscreti per più di 2 ore; benedetta curiosità, chissà cosa diavolo si saranno detti? Una frase di Guidalotti però è rimasta impressa in tutti gli alpini: “- non avrei mai creduto che da Borgo venire a piangere a Masi di Cavalese dopo 60 anni - ". Grande il Guidalotti. Crediamo che queste siano le storie in cui si manifesta veramente lo spirito alpino e valga la pena raccontare. Non ci resta che augurare a questi tre "Giovanotti classe 1934" lunga vita. E come nostro costume, senza paure e senza timori reverenziali per nessuno: Viva gli alpini, figli di una vera Italia. Giuliano Guidalotti a destra insieme al suo amico commilitone alpino ritrovato dopo ben 59 anni davanti alla pietra scolpita La targa che ricorda la pietra scolpita dall’alpino Giuliano Guidalotti.

 

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