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La biblioterapia individuale e di gruppo: come funziona?

Di Linda Savelli, dottoressa in tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità e dottoressa in Filosofia

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Il metodo biblioterapico può essere utilizzato sia in contesti individuali che di gruppo. Se escludiamo la mera prescrizione di manuali di self help da parte di un medico o di un terapeuta al proprio paziente, per cui è prevista la lettura del testo da parte dell’individuo senza ulteriori suggestioni o confronti su quanto letto con chi ha prescritto tale lettura, la metodologia, per gli altri tipi di biblioterapia, è quella di far percorrere al cliente le fasi di identificazione, catarsi e insight, individuate da Caroline Shrodes nel 1949, sia nei contesti individuali che gruppali.
Secondo Gupta e colleghi (2017), il processo biblioterapico è fondato sui seguenti presupposti:

  1. il processo è interattivo e coinvolge sia i partecipanti che il facilitatore.
  2. con letteratura si intende ogni tipo di testo scritto.
  3. Il processo può essere clinico o di sviluppo.
  4. Il processo può essere individuale o di gruppo.
  5. Il risultato è una migliore autostima e una miglior comprensione degli appropriati valori psicologici o sociali per il partecipante.
  6. Il processo è terapeutico ma attinge considerevolmente alle parti sane della mente.
  7. Il processo dipende dalla capacità del facilitatore di selezionare il materiale appropriato da far leggere ed elaborare dal partecipante.
  8. esistono pro e contro per l’utilizzo del metodo biblioterapico.

A seconda del contesto in cui viene utilizzato e degli scopi che si prefigge, questo metodo, anche negli USA, non è soltanto appannaggio di medici e psicoterapeuti, ma può essere utilizzato anche da insegnati, educatori, assistenti sociali, bibliotecari e altre figure formate specificamente in biblioterapia cosiddetta “dello sviluppo”.

Se ci chiediamo quali possono essere tutti i benefici che possiamo trarre dalla lettura, è utile passare in rassegna alcuni dei punti più salienti dell’elenco dei vantaggi che acquisisce il lettore stilato da Barbara Rossi (2009) nel suo testo sulla biblioterapia, a partire dalla natura ampiamente rassicuratoria del leggere e dell’essere informati.

La lettura, quindi, agevola il reperimento delle risposte alle domande che ci poniamo; aiuta a rileggere in un’altra chiave la propria autobiografia; veicola emozioni e sentimenti per cui è difficile trovare le parole; agevola l’identificazione e l’attribuzione di uno specifico senso a eventi, di cui già altri hanno fatto esperienza; offre la possibilità di assumere un punto di vista “altro”, quindi di uscire dal proprio modo di vedere il mondo; favorisce la progettualità e la creatività; amplia il nostro bagaglio di conoscenze.

Tra i vantaggi dell’utilizzo del metodo biblioterapico, troviamo: la velocità con cui l’individuo può beneficiare della biblioterapia una volta iniziata la lettura del testo; quando svolta in contesti clinici, la biblioterapia fa risparmiare costi in termini di farmaci e risulta utile come supporto ai trattamenti di disturbi psicologici quali: ansia, depressione disfunzioni sessuali e abuso di sostanze stupefacenti. Inoltre, applicata ad ambiti educativi e psicopedagogici, aiuta ad abbassare il livello di stress, scaccia la noia, aumenta il bagaglio di conoscenze dell’individuo e favorisce lo sviluppo della creatività.

Per quanto riguarda i possibili svantaggi, la biblioterapia non è indicata per le persone che non amano leggere, inoltre, richiede notevole impegno e tempo da dedicare non soltanto agli incontri ma alla lettura individuale; quindi, richiede una forte spinta motivazionale da parte del partecipante. I meccanismi di identificazione, abreazione – catarsi e insight che si innescano durante un percorso di lettura consapevole sono ciò che dà vita al cambiamento. 

Il ruolo del facilitatore – biblioterapeuta è essenziale nel processo biblioterapico vero e proprio, perché il dialogo sui testi letti tra biblioterapeuta e cliente/paziente è il fulcro di questa metodologia, anche se non è certamente trascurabile l’influenza del “dialogo riflessivo” (Esposito, 2023) che il lettore instaura con l’autore del testo che sta leggendo e con i personaggi di cui sta seguendo le vicende. 

Per saperne di più sulle nostre attività, inviare una mail a: [email protected] 

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:

  • ESPOSITO, V., Antropologia e biblioterapia, in «Dada Rivista di antropologia post-globale», n. 1, 2023, pp. 63 – 74.
  • GUPTA, V.K, MISHRA, R. & SAINI, P.K., Bibliotherapy: a Therapeutic Adjuvant in Medicine, in «Gyankosh», n. 8 (1), 2017, pp. 32-41.
  • ROSSI, B. (a cura di), Biblioterapia. La lettura come benessere, Molfetta (BA), La Meridiana, 2009.
  • SHRODES, C., Bibliotherapy: A Theoretical and Clinical experimental Study, Unpublished doctoral dissertation, Berkeley, University of California, 1949.

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