Il metodo biblioterapico può essere utilizzato sia in contesti individuali che di gruppo. Se escludiamo la mera prescrizione di manuali di self help da parte di un medico o di un terapeuta al proprio paziente, per cui è prevista la lettura del testo da parte dell’individuo senza ulteriori suggestioni o confronti su quanto letto con chi ha prescritto tale lettura, la metodologia, per gli altri tipi di biblioterapia, è quella di far percorrere al cliente le fasi di identificazione, catarsi e insight, individuate da Caroline Shrodes nel 1949, sia nei contesti individuali che gruppali.
Secondo Gupta e colleghi (2017), il processo biblioterapico è fondato sui seguenti presupposti:
- il processo è interattivo e coinvolge sia i partecipanti che il facilitatore.
- con letteratura si intende ogni tipo di testo scritto.
- Il processo può essere clinico o di sviluppo.
- Il processo può essere individuale o di gruppo.
- Il risultato è una migliore autostima e una miglior comprensione degli appropriati valori psicologici o sociali per il partecipante.
- Il processo è terapeutico ma attinge considerevolmente alle parti sane della mente.
- Il processo dipende dalla capacità del facilitatore di selezionare il materiale appropriato da far leggere ed elaborare dal partecipante.
- esistono pro e contro per l’utilizzo del metodo biblioterapico.
A seconda del contesto in cui viene utilizzato e degli scopi che si prefigge, questo metodo, anche negli USA, non è soltanto appannaggio di medici e psicoterapeuti, ma può essere utilizzato anche da insegnati, educatori, assistenti sociali, bibliotecari e altre figure formate specificamente in biblioterapia cosiddetta “dello sviluppo”.
Se ci chiediamo quali possono essere tutti i benefici che possiamo trarre dalla lettura, è utile passare in rassegna alcuni dei punti più salienti dell’elenco dei vantaggi che acquisisce il lettore stilato da Barbara Rossi (2009) nel suo testo sulla biblioterapia, a partire dalla natura ampiamente rassicuratoria del leggere e dell’essere informati.
La lettura, quindi, agevola il reperimento delle risposte alle domande che ci poniamo; aiuta a rileggere in un’altra chiave la propria autobiografia; veicola emozioni e sentimenti per cui è difficile trovare le parole; agevola l’identificazione e l’attribuzione di uno specifico senso a eventi, di cui già altri hanno fatto esperienza; offre la possibilità di assumere un punto di vista “altro”, quindi di uscire dal proprio modo di vedere il mondo; favorisce la progettualità e la creatività; amplia il nostro bagaglio di conoscenze.
Tra i vantaggi dell’utilizzo del metodo biblioterapico, troviamo: la velocità con cui l’individuo può beneficiare della biblioterapia una volta iniziata la lettura del testo; quando svolta in contesti clinici, la biblioterapia fa risparmiare costi in termini di farmaci e risulta utile come supporto ai trattamenti di disturbi psicologici quali: ansia, depressione disfunzioni sessuali e abuso di sostanze stupefacenti. Inoltre, applicata ad ambiti educativi e psicopedagogici, aiuta ad abbassare il livello di stress, scaccia la noia, aumenta il bagaglio di conoscenze dell’individuo e favorisce lo sviluppo della creatività.
Per quanto riguarda i possibili svantaggi, la biblioterapia non è indicata per le persone che non amano leggere, inoltre, richiede notevole impegno e tempo da dedicare non soltanto agli incontri ma alla lettura individuale; quindi, richiede una forte spinta motivazionale da parte del partecipante. I meccanismi di identificazione, abreazione – catarsi e insight che si innescano durante un percorso di lettura consapevole sono ciò che dà vita al cambiamento.
Il ruolo del facilitatore – biblioterapeuta è essenziale nel processo biblioterapico vero e proprio, perché il dialogo sui testi letti tra biblioterapeuta e cliente/paziente è il fulcro di questa metodologia, anche se non è certamente trascurabile l’influenza del “dialogo riflessivo” (Esposito, 2023) che il lettore instaura con l’autore del testo che sta leggendo e con i personaggi di cui sta seguendo le vicende.
Per saperne di più sulle nostre attività, inviare una mail a: [email protected]
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
- ESPOSITO, V., Antropologia e biblioterapia, in «Dada Rivista di antropologia post-globale», n. 1, 2023, pp. 63 – 74.
- GUPTA, V.K, MISHRA, R. & SAINI, P.K., Bibliotherapy: a Therapeutic Adjuvant in Medicine, in «Gyankosh», n. 8 (1), 2017, pp. 32-41.
- ROSSI, B. (a cura di), Biblioterapia. La lettura come benessere, Molfetta (BA), La Meridiana, 2009.
- SHRODES, C., Bibliotherapy: A Theoretical and Clinical experimental Study, Unpublished doctoral dissertation, Berkeley, University of California, 1949.