Biomasse. Polemica alla processione © n.c.
San Piero - In occasione della festa del Patrono San Piero la presenza del Comitato contro le Biomasse ha generato un po' di polemica. A seguire la nota tratta dal giornale online ildado.info:
Un tempo, per individuare i poteri di un villaggio, più o meno istituzionali, si faceva riferimento al prete, al maresciallo dei carabinieri e all’ostetrica: rispettivamente potere spirituale, potere temporale e capacità di garantire nuove braccia per il mantenimento della famiglia.
Non è un caso che l’ostetrica non fosse considerata un potere ma una risorsa. Non è un caso che ieri sera mancasse proprio lei.
Ieri era la festa patronale di San Piero. Come sempre processione e, addirittura, inaugurazione di una nuova statua della Madonna. Chiaramente, essendo San Piero a Sieve la periferia negletta dell’impero, non c’era nemmeno un amministratore. Nemmeno uno dei tanti consiglieri sanpierini. Mi raccomando, votateli ancora.
In compenso c’eravamo noi. Quelli del Comitato. Quelli che ormai ogni volta che si appare si fa l’effetto dell’ombra di Banco per Macbeth: loro c’hanno la coscienza sporca e la nostra sola presenza li fa trasalire e perdono il controllo.
E’ già successo a Barberino, dove il compassato sindaco Mongatti ha perso il lume della ragione ed ha interrotto un convegno alla presenza dell’Assessore all’ambiente della Regione, per il solo fatto che noi abbiamo dissentito dalla linea mainstream del partito e dell’Amministrazione. Non sia mai che qualcuno li metta in discussione. Loro sono abituati ad avere consensi assoluti e carta bianca per ogni cosa che fanno. Se provi anche soltanto a chieder loro conto delle scelte ti aggrediscono, ti dicono che sei incivile e ti ricordano che la casa di tutti i cittadini è, in realtà, casa loro.
D’altronde glielo hanno sempre concesso. E adesso che qualcuno sta provando a fargli notare che le cose, in democrazia, stanno in un altro modo, non capiscono più nulla, si mettono a urlare, si agitano, offendono e, chiaramente, continuano a non rispondere nel merito.
Perché diciamolo chiaro: non sanno proprio cosa rispondere. Non sanno perché fanno le cose. La mediocrità del loro sistema è così profonda e radicata che li mette al riparo anche da eventuali interessi specifici. Io non credo che nel loro comportamento ci sia il dolo. C’è l’incompetenza. Con l’aggravante, però, che per mantenere il loro culo sulla poltrona, aggrediscono, insultano, ragliano come muli davanti a un dirupo. E si muovono in malafede. Perché sanno che non hanno argomenti e devono sopperire a questi con l’attacco frontale a chiunque gliene porti di nuovi, di differenti dai loro dogmi.
A dire il vero ieri sera non c’era, come detto, nessuno di loro. Non c’erano “politici”.
Ma c’erano il prete, le forze dell’ordine e anche qualche alpino, tra cui uno particolarmente astioso…si vede che doveva occuparsi del mulo di turno.
Quando è arrivata la processione sul sagrato della chiesa di San Piero, il gruppetto del comitato ha srotolato il proprio striscione e s’è messo da una parte, in silenzio, a testimoniare con la propria presenza il dissenso sulle politiche ambientali portate avanti dal nostro Comune.
Il prete, don Antonio Cigna ci ha guardato male e ha ripetuto più volte il segno molto laico, proprio degli imperatori romani di fronte al lottatore sconfitto: ha mostrato il pollice verso. Un segno sprezzante, fatto da quelli che crocifissero Cristo, da pagani con la cultura della violenza, da chi si sentiva in diritto di condannare a morte uno che non ce l’aveva fatta a non soccombere. Ma non eri il pastore che doveva curarsi degli “ultimi”? E poi, non è che per caso, tra uno spettacolo di gladiatori e l’altro, ti è capitato di leggere l’enciclica ” Laudato si’ ” di papa Francesco, laddove dice “La terra, nostra casa comune, «protesta per il male che provochiamo a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla». Serve una «conversione ecologica». La salvaguardia dell’ambiente non può essere disgiunta dalla giustizia verso i poveri e dalla soluzione dei problemi strutturali di un’economia che persegue soltanto il profitto.” Ecco, don Antonio, noi eravamo li, proprio con questo spirito. Lo stesso spirito che, per dirla in modo più laico e come già espresso nel manifesto del dado.info, citando un pellerossa ci fa affermare: “la terra su cui viviamo non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli”. Ti manca un po’ di coraggio, don Antonio, ma non ti preoccupare, sei in buona compagnia: tutti quelli che urlavano “Barabba!!!” ebbero il medesimo comportamento codardo. E anche Pietro rinnegò Gesù tre volte. Quello che trovo però insopportabile è che nel tempio i mercanti siano ancora a far razzia di cibo per l’anima e che tu ti sia schierato dalla parte di questi mercanti.
Un rappresentante della Polizia Municipale, con solerzia e determinazione ci ha invitato a togliere di mezzo lo striscione. “Ci vuole l’autorizzazione”. Forse è vero. Le regole sono regole. D’altra parte noi che contestiamo proprio quelli a cui dovremmo andare a chiedere il permesso (ma ci stiamo prendendo in giro davvero?), siamo anche quelli che, malgrado la nostra laicità, abbiamo fatto nostra l’affermazione di Don Lorenzo Milani: “l’obbedienza non è una virtù”. Abbiamo tanti vizi, ma quello di obbedire per forza, proprio non ci appartiene. E allora succede che qualche volta le regole non le rispettiamo. E bene ha fatto il Vigile a ricordarci “le loro regole”. Noi siamo stati buoni e abbiamo rispettato il suo perentorio invito. Ma quando sono andato a chiedergli il motivo, mi ha risposto che era già stato troppo buono e che si trattava di un problema di “buon senso”. Ecco, è ritornato il tormentone con cui già il Sindaco Mongatti ci aveva apostrofato: la buona creanza, la civiltà, il buon senso. No signori, ci dispiace, non esiste proprio che voi diate a noi lezioni di civiltà e buon senso. Potete imporci le regole ma non potete affatto salire in cattedra e spiegarci come dovremmo stare al mondo imponendoci la vostra morale. Che per noi è un disvalore totale. Devo dire che la politica ha addestrato bene i propri guardiani. Parlando con il Vigile avevo l’impressione di parlare con uno dei Sindaci di questo territorio così alieno dal confronto democratico e lontano da qualsiasi tipo di rispetto delle differenze. L’omologazione qui è un valore e se non la rispetti ti prendono anche a cattive parole. In questo senso è apprezzabilissima la lealtà e la coerenza con cui si muovono i rappresentanti dell’ordine pubblico nei confronti di chi gli dà mandato di agire.
C’erano anche due carabinieri. Anche con loro ho avuto uno scambio di opinioni. Quando hanno espresso la propria posizione in merito all’opportunità o meno di esporre lo striscione durante una cerimonia religiosa, abbiamo avuto un pacato diverbio. Il carabiniere è stato molto chiaro sulla sua posizione: davanti alla processione non è il caso. All’area feste, pur senza autorizzazione, si potrebbe chiudere un occhio.
Ma il Vigile è rimasto rigidissimo: senza autorizzazione non se ne parla nemmeno.
Ho preferito i carabinieri. Mi sono sembrati più capaci di ascoltare e comprendere. Mi sono sembrati più dialoganti.
A quel punto è arrivato l’alpino. Ora: non per far polemica e sollevare polveroni, ma come fa il prete a sopportare simboli militari, come il cappello degli alpini, e a fare il pollice verso di fronte ad uno striscione che difende il diritto alla salute della cittadinanza?
Ma, a parte questa evidente provocazione che si iscrive a pieno diritto nella già citata posizione di Lorenzo Milani sostenuta nella “lettera ai cappellani militari“, la cosa bizzarra è stata l’aggressività di questo signore che si è scagliato contro di noi con parole e modi piuttosto violenti culminati con un “questo è un evento privato” che mi ha fatto desistere da qualsiasi tipo di ulteriore confronto. Anche per lui quella era casa sua. Anche per lui la strada pubblica, la piazza, il sagrato della Chiesa e perfino la processione e i festeggiamenti del Santo Patrono sono roba privata. Roba loro.



Marcello
Ce n' una a Borgo vicino alla Coop delle feste del PD (perditempo) , andate l, non alla processione
Teresa
Ma non potevano andare a qualche festa del PD nel Mugello?
giuliano
ho la vaga impressione dopo aver ascoltato "gli altri energumini" che ci siano molte discrepanze nell'articolo. Molto gonfiato insomma