Il cyber caos che scatenerà fra alcune ore tutti i complottisti sta paralizzando i trasporti aerei e ferroviari in tutto il mondo.
Non è esente l'aeroporto fiorentino di Peretola su cui a ricaduta si accumulano problemi.
Raggiungiamo fermo a bordo di un aereo previsto in partenza alle 9,55 per Zurigo Massimo Pieraccini direttore del Nucleo Operativo di Protezione Civile che, confuso fra molti vacanzieri sta raggiungendo la località in cui andare a prelevare del midollo osseo da trapiantare per un paziente affetto da leucemia.
"Siamo stati a bordo dell'aereo fermo nel piazzale a porte chiuse, senza notizie per due ore. Unica cosa ce sapevamo è che il bug informatico aveva provocato problemi all'aeroporto i Zurigo e non potevamo partire."
L'unica cosa che è stata raccontata a chi da due ore era bloccato a bordo del volo sul piazzale è che si stava organizzando per poterli far scendere in un luogo dove accoglierli.
Finalmente i passeggeri sono stati poi fatti scendere finalmente dall'aero ma dopo un po' fatti risalire sul pullman per rimbarcarsi e dopo essere stati lì per un quarto d'ora fermi sul bus fatti nuovamente scendere in un'area aeroportuale deserta.
Impossibile sapere quando sarebbe potuto partire il volo. In quell'area non c'era nessun addetto ad accoglierli; nessuno che dicesse loro dove andare e cosa fare.
Il personale aeroportuale? Assente. Nessuna hostess di terra o qualsiasi altro povero cristo ad accoglierli
Tutto questo peraltro in una delle giornate meteologicamente più calde e afose dell'anno. Finalmente sui tabelloni alle 13.00 compare la scritta che si può volare verso Zurigo e adesso per i passeggeri inizia l'odissea della lunga coda per la riprotezione.
Massimo Pieraccini, che conoscendo bene cosa vuol dire viaggiare in ogni situazione ha deciso di partire l'indomani perché aveva perso la connessione intercontinentale (ecco perché aveva scelto di volare un giorno prima, non si sa mai. ..) ma adesso è preoccupato per gli altri volontari che in questo momento si trovano in giro per il mondo con una valigetta frigo contenente la vita di una persona da consegnare.
"Abbiamo un volontario in Cile, uno in Australia, uno in Israele, uno ad Edimburgo e diversi fra Germania e Spagna che in queste ore si devono imbarcare per portare a termine la missione. Speriamo vada tutto al meglio".
A sera apprendiamo che pur fra mille difficolta e remissione di biglietti fatte a mano lo straordinario lavoro della sala operativa del Nopc è riuscita a tamponare la falla informatica e a permettere a tutti i volontari in giro per il mondo di portare a termine le missioni, anche se in alcun caso con piccoli ritardi che non compromettono però il buon esito dei trapianti.
Resta l'imbarazzante e totale disorganizzazione dell'aeroporto Amerigo Vespucci, quello di una città turistica di fama mondiale come Firenze, che peraltro sogna di diventare "grande" ma che in realtà, nonostante esercitazioni, formazione, etc...non riesce a gestire, dopo ore, nemmeno una piccola crisi.