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Borgo com'era. La Candelora e le processioni all'oratorio di Villa Falcucci

Una storia da riscoprire. Nel piccolo oratorio si trovano anche affreschi di Bernardino Poccetti, pittore manierista del '600 fiorentino

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Foto 1 - L'Oratorio attiguo a Villa Falcucci Foto 1 - L'Oratorio attiguo a Villa Falcucci © Archivio Aldo Giovannini
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Fra le tante cerimonie religiose in atto nella Pieve di San Lorenzo, mercoledi scorso 3 febbraio 2021, festa di San Biagio, vescovo e martire, al termine di ogni funzione religiosa sono state benedette la gola dei fedeli e la frutta; una tradizione questa che si perde nella notte dei tempi. 

E’ questo uno spunto per ricordare e portare a conoscenza una storia di tanti, tanti anni orsono, che si svolgeva per la festa di San Biagio presso l’Oratorio dedicato a lui dedicato a Borgo San Lorenzo, che si trova a lato dell’antichissima Villa di Falcucci (famiglia questa nata da una costola dell’altrettanta antichissima famiglia degli Ubaldini.

Questo piccolo oratorio sacro fu fatto costruire nel 1627 da Pellegrino di Francesco Falcucci, (era nato il 18 settembre 1580 nella sua atavica residenza borghigiana) e negli antichi documenti si legge: ”Fece nel 1627 costruire – Pellegrino Falcucci – presso la villa, nella quale era nato, una cappella in onore di San Biagio, ove alcuni scolari di Bernardino Poccetti e anche lui stesso (grande pittore manierista del ‘600 fiorentino – ndr), dipinsero storie della vita del Santo che si ammirano ancora”.

Proprio nel piccolo parco di Villa Falcucci, in piena campagna mugellana, fra ‘600, ‘700, ’800 e in parte anche del primo ‘900, era tradizione che per la festa di San Biagio i borghigiani si portassero in processione alla Villa seguendo le funzioni religiose all’interno ed all’esterno dell’Oratorio (dove al termine il sacerdote benediva la gola dei presenti e la frutta che avevano portato).

Dato che non esistono immagini iconografiche, con un po di immaginazione cerchiamo di raffigurare la scenografia di tanti nostri lontani progenitori, che oltrepassata Porta di Tramontana, (dove c’è la Tabaccheria Coppini), il ponticello sulle Cale (dove c’è  il Bar Centrale) e il piccolo Convento di Santa Lucia (Casa Pecorini, davanti al Forno Omero), si portavano in quel luogo con i cesti pieni di frutta.

Momenti lontanissimi nel tempo e nello spazio (Villa Falcucci è di proprietà dell’Azienda Sanitaria se non andiamo errati, dove fino a pochi anni orsono erano ospitati degenti mentali) e anche se la modernità ha seppellito tutto, a noi non dispiace ricordare quella che era la vita sociale, civile e religiosa del nostro paese. 

Infine altra bella tradizione; martedi scorso 2 febbraio 2021 era  la ricorrenza della “Candelora”, con la benedizione delle candele durante  le cerimonie religiose. Dice in vecchio andante “Candelora, candelora se nevica o se plora dell'inverno semo fora, se c’è sole o solicello semo ancora a mezzo inverno -”. E martedì scorso (2 febbraio 2021), giorno di mercato, il tempo era molto soleggiato, una temperatura gradevole, poche nubi; insomma una giornata quasi primaverile. Quindi se ne deduce che “semo ancora a mezzo inverno”. Chissà se con tutti questi cambiamentoi climatici la secolare tradizione sarà ancora in essere.   

Com’è nostra abitudine ecco alcune immagini relative all’Oratorio di San Biagio e di Villa Falcucci.

Foto 1 : L’Oratorio di San Biagio attiguo a Villa Falcucci in una cartolina d’inizio ‘900; in lontananza fra l’Oratorio e il cipresso, si nota il campanile della Pieve

Foto 2  La facciata di Villa Falcucci dopo i restauri del 2002

Foto 3 Il restauro dell’Oratorio di San Biagio a Falcucci nel 2002

Foto 4: Uno dei quindici medaglioni pittorici di Bernardino Poccetti e della sua scuola al’interno dell’Oratorio (1627); raffigura San Biagio durante il martirio, quando gli venne conficcato un pettine di ferro nella gola, seguito da cinque pie donne che piangono.

(Foto e archivio A.Giovannini)

 

 

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