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C'era una volta a Wembley. La bella riflessione sull'abbraccio tra Vialli e Mancini

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L'abbraccio. Enrico Paoli su Facebook L'abbraccio. Enrico Paoli su Facebook © N.c.
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Merita certamente di essere letta e rilanciata la riflessione postata sui social da Enrico Paoli, ex amministratore borghigiano:

Accade quando il regista indugia su quell'abbraccio. Quando la telecamera si ferma sugli sguardi stravolti, su quegli occhi gonfi di lacrime e gira intorno a quei due signori di mezz'età, due amici, che hanno guidato la nazionale alla vittoria finale e che a Wembley 25 anni prima avevano perso la finale di Champions, e che forse ieri hanno fatto pace con quella storia.  

C'è questa cosa che mi accade, dicevo, da un pò di anni ormai. Mi commuovo spesso, mi vien da piangere facilmente. Ecco ieri sera, mentre ridevo e saltavo come un grillo, nella bolgia del circolo Arci di Panicaglia, invaso da ragazzini esagitati, quando il Mancio e Vialli si sono stretti forte, mi son fermato e dopo poco non riuscivo a trattenere le lacrime. 

Perchè abbiamo vinto, certo, una partita dura, in uno stadio tutto a favore dei padroni di casa, cosi come il pronostico, la cabala e pure l'inerzia della partita, che si era messa su un piano difficile. Ma non era solo quello. Credo invece che in quell'abbraccio ci si sia sciolti un pò tutti. Un abbraccio che ha racchiuso i tanti abbracci che non ci siamo potuti dare in questi cupi e lugubri mesi. E' stato un gesto liberatorio, catartico. Uno di quelli che ci ricorderemo per tanti e tanti anni, proprio perchè simbolico. Leggero e profondo. Unico nella sua semplicità. 

 

Grazie quindi, anche di questo.

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