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Borgo Partecipa- Monastero di Santa Caterina: monastero o albergo? - Tutta la vicenda, non brilla per trasparenza

Pubblichiamo una nota del Candidato Sindaco Leonardo Romagnoli - Borgo Partecipa

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Il campanile della Pieve e la ’borghigianità’. Il campanile della Pieve e la ’borghigianità’. © NN
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Il Poc, con la scheda P 18, prevede anche l'intervento di recupero dell'ex Monastero di S. Caterina nel centro storico di cui si parla ormai quasi da 5 anni. In questo caso c'è da notare un cambiamento non da poco rispetto al progetto iniziale. Secondo la Fondazione la “Cittadella di S. Caterina” la centralità della fruibilità dell'immobile era impostata su alcuni temi come la valorizzazione delle tipicità, la cultura e la storia, tradizione e spiritualità e infine sociale e sanità. Ebbene la scheda del Poc prevede 2145 mq di sociale (una scuola di Formazione), 1320 mq di turistico- ricettivo, 440 mq di commerciale (botteghe e ristorante) e 215 mq di residenziale. Dire che la proposta iniziale ne esce stravolta è dir poco. Di spirituale, culturale  e sanitario non c'è nulla e anche il commerciale è abbastanza  ridimensionato. Si propone di approfondire la proposta per capire le motivazioni del cambio di impostazione rispetto a quanto previsto inizialmente.

Questa era la nostra osservazione presentata in occasione della discussione sul Piano Operativo a cui fu risposto con questa nota:
In merito alla scelta pianificatoria, che ha portato all’elaborazione della scheda P_18 e l’innovativo mix funzionale di elevata qualità architettonica, indirizzato al recupero e alla riqualificazione più in generale del complesso architettonico, con una S.E. di previsione pari all’esistente, si ritiene coerente con le volontà dell’Ente pianificatore e pertanto, il presente punto dell’osservazione non si ritiene meritevole di accoglimento.

Detto in parole semplici la proposta risponde alla volontà dell'amministrazione comunale.

La nostra critica non era campata in aria se sulla Nazione di oggi 24 aprile esce un articolo dal titolo “Al posto del Monastero un hotel. Appello del Pievano al Vescovo” in cui vengono contestate proprio le cose sottolineate dalla nostra osservazione. “Il progetto è cambiato più volte, non è mai stato specificato nel dettaglio e non risulta vi siano al momento sufficienti finanziamenti per avviare i lavori”. Oltre a questo si contesta l'utilizzo turistico ricettivo accanto alla Pieve: “in pratica le camere e la sala pranzo sarebbero nello stesso corpo della chiesa, sotto lo stesso tetto”. Il pievano Don Marchetti ha espresso tutta la sua preoccupazione alla Curia che dovrebbe approvare il passaggio di proprietà dalle Suore Domenicane alla Fondazione “Cittadella di S. Caterina”.

In tutta la vicenda, che non brilla per trasparenza, c'è anche un aspetto preoccupante per i rapporti con la Pieve: “ Sembra addirittura che le Suore – ovviamente su input della Fondazione- abbiano dato lo sfratto alla parrocchia dalla sagrestia formalmente di proprietà del Monastero, ma da sempre utilizzata dalla parrocchia per l'ingresso in chiesa dei sacerdoti”.
SE questo fosse vero verrebbero messe in difficoltà le stesse funzioni religiose senza nessun rispetto per la parrocchia. Che a compiere questo gesto sia un altro ente religioso lascia allibiti e richiederebbe un serio intervento del nuovo vescovo di Firenze a cui dovrebbero essere lasciate le scelte definitive.
Per quanto ci riguarda crediamo vada rivalutato lo scopo primario del progetto di recupero  in pieno accordo con la parrocchia.

 

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