Un sostegno alle famiglie per le tariffe dei nidi pubblici e privati accreditati e per le spese affrontate per i servizi di baby sitter. La Giunta comunale ha stabilito, con un atto di indirizzo, di prevedere nei bilanci 2024 e 2025 delle risorse integrative al bando della Regione Toscana: la misura regionale “nidi gratis” è finalizzata a sostenere la frequenza dei bambini e delle bambine nei servizi educativi per la prima infanzia (3-36 mesi) mettendo in campo l’applicazione di agevolazioni sulle tariffe mensili per le famiglie con Isee fino ai 35mila euro.
L’Amministrazione calenzanese intende ampliare la misura, finanziando con risorse comunali un sostegno anche alle famiglie dei bambini che frequentano nidi e che hanno un Isee fino a 45mila euro. Saranno quindi due gli scaglioni di contributi previsti per le due fasce Isee (fino a 35mila e fino a 45mila euro), i cui importi andranno determinati in sede di stesura del bilancio.
Inoltre l’atto di indirizzo prevede anche un contributo per le spese di un servizio di baby sitter, che verrà concesso soltanto dietro la presentazione di un contratto di lavoro in corso di validità, delle ricevute del pagamento effettuato e delle ricevute del pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali dovuti. Anche in questo caso saranno previsti due scaglioni su base Isee, la cui entità sarà stabilita a seguito del reperimento delle risorse sul bilancio 2024 e di previsione 2025.
“Il senso del provvedimento – spiega la Giunta comunale – è quello di dare un supporto anche alle famiglie che non rientrano negli scaglioni Isee previsti già dalle misure regionali, per non penalizzare chi non può usufruire dei sostegni. Inoltre, pensiamo che la misura legata al servizio di baby sitter possa essere un aiuto concreto per i nuclei familiari dei bambini che non frequentano i nidi o che momentaneamente non sono rientrati nelle graduatorie. Un modo anche per incoraggiare le pari opportunità, dato che le statistiche ci dicono che il carico maggiore nell’accudimento dei figli è spesso affidato alle donne, rendendo di fatto più difficile conciliare vita familiare e lavoro”.