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Per il Cas di Ceppeto non c’è solo il problema dell'acqua. La struttura non è raccordata alla rete fognaria: a rischio inquinamento il Carzola

Crescente preoccupazione per l'ex hotel Monte Morello: problemi idrici, scarichi non autorizzati e rischi antincendio al centro delle critiche dell'opposizione

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Hotel Monte Morello Hotel Monte Morello © Gmaps
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Dopo il discusso incontro tecnico dello scorso 4 agosto con viceprefetto, Co.Ge.Mo, ASL, Vigili del fuoco e amministrazioni del Comune di Vaglia e Sesto Fiorentino, oltre i consiglieri di opposizione Dominici e Impallomeni, circa i problemi idrici dell’area in cui insiste l'ex hotel Monte Morello destinato a nuovo Cas, si prospetta un'altra criticità non da poco legata allo smaltimento dei reflui.
Nell'attesa delle relazioni tecniche di Co.Ge.Mo (che già ha espresso parere contrario alla fornitura, non disponendo né della risorsa idrica sufficiente, né dell’impianto idoneo a potabilizzare la portata complessiva che sarebbe necessaria) e di Ospita srl i capigruppo di opposizione Dominici (Centro Destra per Vaglia), Mengato e Brunori (FDI e Lega a Sesto Fiorentino) hanno evidenziato l'assenza di collegamenti della struttura alla rete fognaria.

 “Come ormai sappiamo” spiega Claudia Dominici, del gruppo Centrodestra per Vaglia “ la struttura fa parte di un complesso dove la gestione dei servizi idrici è demandata al Consorzio privato. Non essendoci la rete fognaria pubblica i singoli proprietari nel tempo hanno chiesto l’autorizzazione allo scarico al comune di Sesto Fiorentino come previsto dal LRT 20/2006 ma dagli archivi del comune di Sesto Fiorentino non risulterebbe nessuna richiesta da parte dei proprietari della struttura. 

Questo potrebbe di fatto significare che gli scarichi arrivino direttamente sul terreno” afferma Mengato e se così fosse sarebbero da valutare anche i possibili danni ambientali. Infatti, come sottolinea Brunori, gli scarichi si riverserebbero superficialmente sul terreno rifinendo poi nel torrente Carzola dal quale i residenti ricevono l’acqua. Qualora la risorsa venisse reperita, un aumento dei consumi di acqua e quindi di scarichi derivanti da una presenza fissa di 80 persone potrebbe inquinare il torrente rendendo inutilizzabile l’acqua.”

“Vorremmo poi che fossero fornite delle rassicurazioni sia per gli eventuali ospiti del Cas che per i residenti in merito alla sicurezza antincendio” chiedono i tre consiglieri “perché se il problema dell'acqua è così centrale come sarebbe possibile in caso di incendio poter utilizzare i dispositivi antincendio? Avrebbero la necessaria pressione? La sezione dei tubi dell’acqua nella struttura è la stessa delle abitazioni ossia al massimo mezzo pollice.  Ci chiediamo se sia conforme e sufficiente a spegnere un incendio in una struttura situata in mezzo al bosco  o se sia necessario predisporre una cisterna interrata munita della opportuna pompa di sollevamento onde avere la disponibilità di acqua e la pressione necessaria in caso di incendio. Su questo vanno poi verificati i tempi di rilascio del CPI e la sua eventuale scadenza. Comunque anche in caso di posizionamento  di cisterne fuori terra è  necessario il collegamento delle stesse all’impianto antincendio esistente verificandone la pressione dell’impianto.

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