No eolico. © Associazione Crinali liberi
Un rifiuto al fatalismo e una chiamata all’impegno civile. È questo il filo conduttore del testo diffuso dall’associazione Crinali Liberi, che da tempo si oppone alla realizzazione di grandi impianti eolici sull’Appennino tra Mugello, Valdisieve e Casentino. L’idea che “tanto lo faranno lo stesso”, spesso evocata dagli amministratori locali nelle assemblee pubbliche, viene respinta come una forma di resa e di opportunismo politico. A sostegno di questa critica viene citato Antonio Gramsci e il suo celebre attacco all’indifferenza, ritenuta “il peso morto della storia”.
Secondo l’associazione, molti amministratori non sarebbero affatto neutrali, ma schierati con l’industria energetica, a scapito di cittadini e territori. Le promesse di compensazioni economiche vengono giudicate illusorie: l’energia prodotta, ricordano i comitati, finirà nella rete nazionale e non porterà benefici diretti alle comunità locali. Un copione già visto, sostengono, come nel caso della mai realizzata fermata dell’Alta Velocità in Mugello. A trattare con il territorio non è la “Caritas”, ma una multinazionale.
Il conflitto viene letto anche come l’ennesima declinazione dello storico squilibrio tra città e contado, dove le aree rurali pagano i costi ambientali senza adeguati ritorni. La distruzione dei crinali, spiegano i promotori della protesta, non potrà essere compensata da strade nuove o opere pubbliche, soprattutto a fronte di un impatto destinato a durare decenni.
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Dubbi vengono sollevati anche sull’effettiva ventosità delle aree interessate: secondo testimonianze locali, il vento sarebbe scarso e insufficiente a garantire una reale produttività degli impianti. Da qui la richiesta di trasparenza sui dati anemometrici, finora ritenuti poco accessibili.
Il testo denuncia inoltre una lunga fase di silenzio istituzionale: gli amministratori sarebbero a conoscenza dei progetti dal 2019, senza aver informato adeguatamente la popolazione. Centrale è poi il tema degli espropri, resi più rapidi dal decreto sulla “pubblica utilità” legato alla transizione ecologica del 2021. Un concetto che, secondo Crinali Liberi, favorisce soprattutto le imprese energetiche, comprimendo i diritti dei proprietari, anche se alcune recenti sentenze avrebbero già corretto abusi procedurali.
Infine, il richiamo alla memoria civile e alla Resistenza: dai partigiani di Monte Giovi a don Milani, l’associazione rivendica una continuità di valori fatta di disobbedienza consapevole e tutela dei luoghi. Un patrimonio, concludono, che non può essere celebrato solo il 25 aprile, ma difeso ogni giorno, anche opponendosi a una “transizione ecologica” percepita come distruttiva.


