Continuano le indagini sulle cause dell'incidente verificatosi questa mattina - 9 dicembre - a Calenzano presso il deposito Eni le quali sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Prato, che si è recata sul luogo, in collaborazione con i tecnici specializzati dell’Azienda. La dinamica e la ricostruzione delle cause è complessa e saranno necessari ulteriori accertamenti.
Mercoledì prossimo 11 dicembre sarà giornata di lutto regionale per le vittime dell’esplosione. Lo ha annunciato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, al termine della riunione odierna di giunta. “Le bandiere degli edifici della Regione saranno esposte a mezz’asta per l’intera giornata e verranno listate a lutto”, ha spiegato il presidente Giani che invita gli enti locali e agli enti decentrati dello Stato aventi sede in Toscana ad aderire alla giornata di cordoglio. Inoltre, il Capo dello Stato Sergio Mattarella nella giornata odierna ha sentito telefonicamente il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani esprimendo solidarietà e vicinanza nei confronti delle famiglie delle vittime.
Sul posto, oltre ai soccorsi del 118 ed i Vigili del Fuoco, sono stati prontamente attivati l’Igiene Pubblica e l’ARPAT che si immediatamente sono recate sul luogo dell’incidente e dai loro sopralluoghi sono giunti a queste prime deduzioni:
- In merito alla problematica legata alla dispersione dei fumi e di particelle potenzialmente nocivi, la stessa è rientrata una volta domato l’incendio e con essa è venuta meno la necessità di particolari precauzioni da parte dei cittadini (es. finestre chiuse o distanza dalla zona dell'evento).
- Dalle valutazioni emerse da ARPAT non emerge la necessità di proporre ai sindaci dei comuni interessati l’adozione di provvedimenti limitativi del consumo di prodotti agricoli locali. Saranno comunque effettuati accertamenti sui reflui ed eventuali problematiche di natura ambientale.
Grande preoccupazione però resta per i lavoratori e le persone coinvolte nell'incidente. Due i decessi accertati, tre le persone disperse e numerosi feriti. Nel dettaglio sono state trasferite:
- All’Ospedale di Careggi sei persone di cui quattro attualmente in OBI stabili, di cui una in situazione molto grave in trasferimento verso AOUP per ustioni estese ed un ricoverato in sub intensiva con trauma cranico;
- Al Centro grandi ustioni AOUP un paziente con gravi ustioni;
- Al P.O. Santo Stefano di Prato tre persone attualmente stabili in osservazione.
Grande apprensione da parte dei sindacati
Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze hanno proclamato sciopero generale provinciale di 4 ore (fine turno) per mercoledì 11 dicembre con manifestazione (ore 14:30-16:30) in una area a Calenzano da definire. Cgil, Cisl, e Uil di Firenze esprimono “dolore per la tragedia, cordoglio per le vittime, vicinanza ai feriti e ai familiari, gratitudine verso i soccorritori, oltre a tanta rabbia per quello che è successo; siamo di fronte all’ennesima tragedia sul lavoro con dimensioni e risvolti ancora da capire su vari fronti. Quello che è successo è inaccettabile, attendiamo il lavoro degli inquirenti per fare luce sulle modalità di quanto accaduto. Senza sicurezza non c’è lavoro, non c’è dignità, non c’è vita”.
La Cgil Toscana partecipa e invita a partecipare alla manifestazione indetta da Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze. “In piazza per ribadire che la sicurezza sul lavoro deve stare al centro, servono più investimenti, politiche, controlli. Ogni giorno in Toscana e in Italia piangiamo morti o feriti sul lavoro e questa situazione non è degna di un Paese civile”, dice la Cgil Toscana.
“Non è possibile che solo dieci mesi dopo quanto successo in via Mariti, Firenze sia di nuovo a piangere per una tragedia di queste dimensioni in un luogo di lavoro. Non bastano lo sgomento, il dolore e la rabbia: dobbiamo fermare questo massacro.” A dirlo sono i segretari generali della Cisl Toscana e Firenze-Prato, rispettivamente Silvia Russo e Fabio Franchi, dopo l’esplosione di questa mattina a Calenzano. “Oggi la domanda che dobbiamo tutti porci - concludono Russo e Franchi- è se in questo territorio si fa tutto quanto è possibile per tutelare la sicurezza sul lavoro, quanti sono e quanto sono efficaci i controlli, se c’è un coordinamento sufficiente e adeguato tra i quattro soggetti (Ispettorato del lavoro, Inps, Inail, Asl) che sono preposti a garantire la sicurezza. Chiediamo anche alla Regione, che sull’argomento ha sempre dimostrato grande attenzione, di attivarsi per garantire che il coordinamento degli interventi sul territorio sia massimo, che le forze sul campo per fare i controlli siano di più e che i controlli siano più efficaci. Spetterà come sempre alla magistratura accertare eventuali responsabilità su quanto accaduto stamani, ma è tragicamente evidente che su questo territorio c’è un problema. Dobbiamo ribadire, poiché i comportamenti di molti sembrano spesso dimenticarlo, che la tutela della vita umana viene prima del profitto e che tutte le aziende, grandi e piccole, devono rispettare le norme e investire tutto quanto è necessario sulla sicurezza. E anche lo stato deve fare molto di più sul piano di ispezioni e sanzioni. Per questo, insieme a Cgil e Uil, abbiamo deciso lo sciopero e l’iniziativa di mercoledi, richiamando tutti alle proprie responsabilità. ”