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Disputa sull'archivio di Don Milani: Una lettera aperta alla Fondazione

La Fondazione Don Milani accusa Sandra Gesualdi di detenere illegalmente l'archivio di Don Milani

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Don Milani. Don Milani. © nc
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La controversia legale tra la Fondazione Don Milani e la famiglia Gesualdi, in particolare Sandra Gesualdi, figlia di Michele Gesualdi, riguardante l'archivio di Don Lorenzo Milani, continua a sollevare questioni delicate. La disputa si concentra sulla legittima detenzione dell'archivio e sulla cessione dei diritti di pubblicazione delle "Lettere di Don Milani" all'editrice San Paolo.

La Fondazione Don Milani accusa Sandra Gesualdi di detenere illegalmente l'archivio e di aver ceduto i diritti di pubblicazione senza autorizzazione. Sostiene che l'archivio, temporaneamente custodito dalla vedova di Michele Gesualdi, Carla Carotti, dovrebbe appartenere alla Fondazione. Sandra Gesualdi, dal canto suo, afferma che l'archivio è frutto del lavoro del padre e che lui aveva espresso sfiducia nella Fondazione nel suo testamento, lasciandole la gestione delle lettere. Accusa la Fondazione di misoginia e di voler sfruttare l'archivio post-mortem.

La Fondazione Don Milani ha minacciato azioni legali anche contro l'editrice San Paolo per il riconoscimento dei diritti a terze parti. La prima udienza è prevista per il 3 gennaio. Una lettera aperta alla Fondazione Don Milani, firmata da Cristina Romanelli, Cristina Carotti, Cristoforo Ciracì, Gianni De Maio, Guido Carotti, Tiziana Carotti, chiede il ritiro della querela contro Sandra Gesualdi e Carla Carotti. La lettera potrebbe sottolineare la necessità di una soluzione pacifica e rispettosa dell'eredità di Don Milani, oltre che del lavoro svolto da Michele Gesualdi. La disputa si estende oltre la custodia fisica dell'archivio, toccando questioni di fiducia e interpretazione dell'eredità di Don Milani. Questa situazione mette in evidenza le complesse dinamiche che possono emergere nella gestione dell'eredità culturale e storica.

La lettera aperta rappresenta un appello al dialogo e alla comprensione reciproca, evidenziando l'importanza di preservare l'eredità di Don Milani in maniera costruttiva e rispettosa dei vari interessi coinvolti. La situazione richiede un equilibrio tra il rispetto dei desideri testamentari e la responsabilità di gestire e condividere il patrimonio culturale di una figura storica così influente.

LETTERA APERTA ALLA FONDAZIONE DON MILANI E ALLA STAMPA

Apprendiamo dalla stampa che la Fondazione Don Milani ha querelato Sandra Gesualdi e Carla Carotti per rivendicare la proprietà dell'archivio di testi di Don Milani, anche inediti, presenti in casa della famiglia Gesualdi. È una notizia sconvolgente e incomprensibile per vari aspetti. Querelare la vicepresidente della Fondazione tutt’ora in carica, Sandra Gesualdi, è perlomeno contraddittorio. 
Decidere di usare le vie legali è una dimostrazione palese di fallimento di un confronto e di una volontà, vera, di tenere a quei preziosi documenti. 

Se fallisce una trattativa non si può assegnare la responsabilità alla controparte e affidarsi al giudice. Almeno che si ritenga più importante definire chi è il proprietario invece che le modalità e i progetti di come divulgare e rendere fruibile quel prezioso bene materiale che può servire a completare la conoscenza dell’opera del Priore. Lo scopo statutario della Fondazione è divulgare e favorire lo studio e l’approfondimento dei valori, principi ed esempi del Priore. Non è quello di affermare un diritto di proprietà. 

Avremmo anche noi partecipato con entusiasmo ad un confronto su come far accedere con facilità studiosi e persone interessate all’approfondimento e a cosa poter fare, quali progetti poter attivare di comune accordo con la famiglia Gesualdi. Non siamo assolutamente disponibili ad avallare un’azione legale che non condividiamo né come metodo né come obiettivo posto. Siamo assolutamente contrari e non solo perché non coinvolti in questa scelta sbagliata. Trascinare la fondazione in un contenzioso legale è una forzatura assurda e di una arroganza che persevera da quando è stata nominata questa presidenza. 

Quali garanzie potrà dare questa presidenza e questo CDA su come utilizzare questo archivio? Con quale confronto interno potremmo pensare di risolvere eventuali pareri diversi sia sull’uso che sugli obiettivi quando abbiamo più di un esempio, oltre al fallimento palese di questa trattativa e l’avvio della pratica legale, quando il presidente ha escluso alcuni volontari, fra cui anche ex allievi del Priore dal continuare ad accompagnare i visitatori a Barbiana perché non avevano più la sua fiducia. Fiducia che era venuta meno perché questi volontari avevano osato criticare l’organizzazione mediatica dell’apertura del centenario della nascita e la mancanza di confronto interno. Quindi evidentemente è una prassi del presidente e di gran parte del CDA della Fondazione non curare il confronto e sanzionare ed eleminare il dissenso. 

Vista l’importanza che riveste la decisione di querelare la famiglia Gesualdi invitiamo tutti i soci della fondazione a chiedere di ritirare tale querela, andare in tempi brevi ad eleggere un nuovo CDA e una nuova presidenza. Una Fondazione in queste condizioni non può dare garanzie sufficienti di democrazia e di vero confronto interno. Rivolgiamo l’invito di prendere posizione su questa scelta sbagliata anche al Comitato per il centenario, ormai alla fine del mandato e a chi ha la proprietà di Barbiana.

Non è più accettabile usare Barbiana ed il Priore in maniera così arrogante e autoritaria.

Firmato:
Cristina Romanelli, Cristina Carotti, Cristoforo Ciracì, Gianni De Maio, Guido Carotti, Tiziana Carotti,

Vicchio 13/12/2023

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