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Don Renzo Rossi & il Mugello. Lettera del Pievano di Vicchio

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Don Renzo Rossi & il Mugello. Lettera del Pievano di Vicchio Don Renzo Rossi & il Mugello. Lettera del Pievano di Vicchio © n.c.
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Dal Pievano di Vicchio, Don Giuliano Landini, riceviamo e pubblichiamo questa appassionata lettera. Un ricordo di Don Renzo Rossi (storico sacerdote fiorentino, chiamato anche il 'prete dei poveri') scomparso in questi giorni. Specificando che una delegazione di Vicchio (dove Don Renzo era stato cappellano negli anniCinquanta)sarà oggi (mercoledì 27 marzo) a Firenze per i funerali. Ne faranno parte il pievano ed il sindaco, Roberto Izzo:

La notizia della morte di don Renzo Rossi mi ha rattristato,  nel momento in cui mi è stata data guardando il cielo cupo ho intravisto una pennellata di azzurro, il che mi ha fatto capire che non dovevo essere triste, non lo avrebbe voluto senza dubbio il confratello don Renzo che da quella  finestra in alto mi guardava. Io don Renzo l'ho conosciuto quando ero seminarista alla fine degli anni 70, quando ci fu un incontro al seminario minore con un sacerdote missionario che era partito per il Brasile come una sorta di avventuriero, che pur parlando di povertà, di difficoltà ne parlava con serenità e gioia. Ho rivisto tante volte don Renzo, ma soprattutto l'ho rivisto a Vicchio, quando abbiamo celebrato assieme la festa del patrono, quando abbiamo commemorato don Vittorio Vacchiano e don Ermindo Corsinovi nel dicembre del 2003 a venti e dieci anni dalla loro morte, quando è venuto a celebrare a Barbiana nei momenti dei quinquenni e decennali dalla morte di don Lorenzo Milani alla presenza dei nostri Vescovi e Cardinali, ma anche nei momenti fuori dalle cifre tonde assieme a me, a don Alessandro Santoro  a don Remo Collini a don Danilo Cubattoli e don Antonio Cigna. Quando veniva a Vicchio mi prendeva in giro perchè lo trattavo come un mio predecessore avendo lui abitato a Vicchio dal 1952 al 1955 come cappellano di Vicchio e parroco di Rossoio. Quanto amava scherzare, tirare nocchini e dare di “bischero” a tutti, era il suo modo scanzonato ma autentico di trasudare da tutti i pori la gioia di essere prete di essere amico di tutti. Non sto qui ad elencare gli incarichi che aveva da giovane prete nelle parrocchie e nelle fabbriche perchè la lista è lunga,  mi disse anche che quando partì per il Brasile aveva messo in crisi il Card. Florit che lo dovette rimpiazzare con tre o quattro preti. Desidero davvero esprimere la mia gratitudine a Dio nell'aver creato e donato al mondo un prete del genere accanto ad altri preti come don Lorenzo Milani ed don Ermindo Corsinovi, suoi amici di razza, e al tempo stesso chiedo a Dio di aiutarci a non perdere la testimonianza di queste presenze straordinarie e significative per la vita della Chiesa e di tutti. Ti dicono “ciao grande prete fiorentino” da Vicchio, da Firenze, da Salvador Baja, dall'Africa e da tutti i cuori del mondo.

 

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