Siglato questa mattina il protocollo di intesa tra Corte dei Conti e Guardia Forestale. L’interesse principale di questa nuova collaborazione è lo scambio reciproco di informazioni per permettere un controllo sempre più costante e approfondito sulle attività illecite nocive per l’ambiente. Andrea Lupi, Procuratore Capo presso la Corte dei Conti e Giuseppe Vadalà, Comandante Regionale per la Toscana del Corpo Forestale dello Stato precisano che il potenziamento reciproco dei due enti si ripercuoterà con maggior attenzione anche all’operato delle pubbliche amministrazione per monitorare e comprendere quando vi siano stati casi di comportamenti collusivi che hanno causato danni erariali. La nuova collaborazione, spiega il Procuratore “quando sono giunto l’anno scorso a Firenze ho notato che vi erano svariati fascicoli aperti con delega a al Corpo Forestale ma non vi era un protocollo d’intesa come con altre forze” ciò limitava l’efficacia degli interventi. Inoltre il testo unico dell’Ambiente (D.Lgs 152/06) ha reintegrato recentemente “la possibilità di intervenire sui danni ambientali sia di privati che pubblici come amministratori o dirigenti – con l’inserimento dell’Art. 313 prevedete la nostra giurisdizione sul pubblico Anche per il Comandante Vadalà “il danno ambientatale è uno strumento straordinario di valutazione e ripristino del danno e ovviamente è volto a recuperare le risorse che sono state illegalmente impiegate”. L’intenzione hanno spiegato, questa mattina al Comando Regionale Toscana della Forestale, i firmatari è rendere più incisive le azioni volte a punire gli eco reati, di recente riconosciuti anche penalmente attraverso la condivisone dei rispettivi strumenti e esperienze con lo scopo di ottimizzare la prevenzione e la repressione di illeciti connessi in danno del patrimonio agroforestale e agroambientale toscano, e per contrastare il fenomeno del dissesto idrogeologico. Per il comandante Vadalà “proprio perché la Toscana non è interessata da forti danni ambientali quando scopriamo illegalità che forse non crederemo e nostro dovere fare tutto il possibile per prevenirle”. Il riferimento alla cava di Paterno nel Mugello come esempio di danno ambientale e situazione prolungata nel tempo “non c’è cosa peggiore per il paese che non si sia trovato il tempo e i modi per bloccarla prima. Questo è ciò che significa il protocollo con la Corte dei Conti: prevenire”.