Editoriale dei lettori. Barbara intervista Borchi, sui problemi di Bivigliano
Oggi (domenica 26 novembre) lo spazio degli editoriali di OK!Mugello ospita un interessante contributo della nostra lettrice Barbara, che ha realizzato un'intervista con il sindaco di Vaglia, Leonardo Borchi, sulla gestione del verde, la manutenzione ed il futuro della frazione di Bivigliano. Da leggere assolutamente:
Alla fine di ottobre sono stata in Comune a Vaglia e ho avuto una conversazione di un’ora con il Sindaco Leonardo Borchi sul tema del Verde a Bivigliano. Domanda 1- Ho fatto presente che questa estate, in piena stagione turistica, per avere l’erba tagliata nelle aiuole spartitraffico, all’ingresso del paese, ho dovuto inviare tre mail. Anche durante l’anno alla medesima richiesta mi veniva sempre risposto o “Non ci sono soldi” o “Non ho gli operai”. Possibile che non sia previsto il taglio periodico di un’aiuola, tra l’altro unica, e che addirittura, debba essere il sindaco in persona a ordinarlo? Risposta: Il sindaco si è giustificato spiegandomi le enormi difficoltà di un comune piccolo, le poche risorse finanziarie in parte non spendibili, la burocrazia asfissiante e il personale ridotto. Mi ha anche spiegato che ultimamente sono state bloccate tutte le spese perché il bilancio deve essere riportato in pareggio. Non mi ha detto se erano stati stanziati fondi per la gestione del verde a Bivigliano nel 2017, né se sono previsti per il 2018. Nei prossimi giorni farò protocollare una richiesta in tal senso. Considerazioni: Forse solo con unioni e fusioni il comune potrà avere più risorse. Le lamentele del sindaco le ho ritrovate poi riportate, pari pari, sulla pubblicazione “La voce di Vaglia”, che ho trovato in biblioteca. Lì ho letto anche che, essendo il consigliere comunale Claudio Scuriatti di Muccia, paese distrutto dal terremoto, una delegazione del Comune composta da 20 persone si è recata sul posto e ha donato 10 000,00 euro. Gesto ammirevole, per carità, ma fatto da un comune che dice di non avere i soldi neanche per tagliare l’erba. Ho pensato che con quei soldi Bivigliano avrebbe potuto fare molti degli interventi sul verde che, come scritto sotto, i cittadini sentono necessari, a cominciare dalla potatura degli alberi presenti su quelle medesime aiuole, come mi faceva osservare un anziano del posto. Sono una quercia e un ontano entrambi enormi. Anche questa potatura verrà inserita nella lettera da portare in comune. Domanda 2- Ho chiesto cosa si poteva fare per la zona giardino pubblico o parco giochi, dove nel mese di luglio, avevo portato la mia nipotina e che mi era apparsa completamente assolata e direi desolata. Nessuno pulisce questo spazio dove i giovani la sera si ritrovano, fumano, mangiano, bevono e lasciano tutto per terra comprese le confezioni di cartone delle pizze. Ho raccolto più di 250 firme questa estate di persone che gradirebbero venissero piantati alberi su questo spazio. Un albero consigliato perché cresce rapidamente, non ha bisogno di grandi accudimenti come i tigli, e con la sua forma ad ombrello riesce a creare ampie zone d’ombra, è il Gelso platanifolia. È considerato un albero ideale perché cresce rapidamente, non richiede grandi cure, ha un bel fogliame a forma di cuore, è rustico, e resistente all’inquinamento. Risposta: Non c’è stata. Il sindaco mi ha guardato senza fare commenti. Ha però preso la foto del Gelso platanifolia che avevo portato. Considerazioni: questa sarà la terza richiesta per il 2018: che vengano piantati due alberi a ombrello, possibilmente due Gelsi Platanifolia. Questo con la potatura della quercia e dell’ontano che sono nelle aiuole spartitraffico che vorremmo vedere più curate. Domanda 3 - Ho chiesto precisazioni sul prato tra la piazza e la chiesa che in assemblea (14-10-2017 Arci di Bivigliano), il sindaco aveva dichiarato di aver acquistato dalla Curia per 800,00 € (il terreno è agricolo). Risposta: No, il sindaco ha precisato, per ora c’è solo una richiesta di acquisto da parte del comune alla Curia, e ha aggiunto che, nel progetto, la piazza rimarrebbe come è, che una qualche struttura ad anfiteatro (tipo quella di Caselline) andrebbe pensata nel nuovo spazio, insieme a percorsi pedonali e zone verdi alberate. In fondo, nella parte vicina alla chiesa andrebbe previsto un parcheggio per i residenti e per chi vuole recarsi in chiesa. Considerazioni: Pochi giorni dopo mi è capitato di incontrare il parroco che faceva colazione all’Arci e di approfittarne per chiedergli notizie sul medesimo prato. Queste sono risultate discordanti rispetto a quelle sentite in comune e in assemblea. Intanto la richiesta di acquisto era già stata fatta dal precedente sindaco, anzi sembra da almeno due precedenti, inoltre il parroco ha dato alla Curia il suo benestare a patto che passi il progetto Tacconi. Dal disegno e dalla descrizione che mi faceva su un pezzo di carta, ho trovato una discordanza anche con altri disegni di Tacconi in possesso di B. Bartolacci. In questi, parte della piazza sarebbe assorbita da un anfiteatro con parziale eliminazione della balaustra. Anche il parroco ha parlato di uno spostamento della balaustra verso sud, poi a seguire un parcheggio, a scendere lungo il pendio zone pedonali orizzontali e un anfiteatro. In fondo una striscia di prato sarà intoccata per la presenza di due fonti e resterà alla curia. Niente parcheggio in fondo per i residenti (del resto 3) o per chi va alla messa che può parcheggiare alla Misericordia. Davanti a queste versioni discordanti, ho chiesto un appuntamento all’architetto Tacconi per vedere quali sono i disegni di cui mi ha parlato il parroco. Lui prima ha fissato, poi ha detto che doveva chiedere l’autorizzazione a Don Mazzinghi. Sto ancora aspettando. Mi chiedo come mai queste “bozze di idee” non sono state presentate alla popolazione per avviare un confronto, un dibattito, anche perché l’idea di spostare la balaustra non piace molto ai biviglianesi. Mi sono anche chiesta che fine farà questo nuovo spazio che il comune, giustamente, ambisce comprare se non è in grado di gestire nemmeno le aiuole che abbiamo. E poi perché questo progetto fa tanta fatica ad andare in porto? Il parroco, letto il testo, mi ha inviato, in data 23-11-2017, una mail con la seguente precisazione: “Quanto alla questione del campo (prato), esso è di proprietà della curia e alla parrocchia è stato chiesto solo un parere; la parrocchia lo ha dato già anni fa, alla precedente amministrazione comunale, perché abbiamo pensato che, per il bene del paese, quel terreno potesse essere utilizzato in modo intelligente. Il progetto fatto allora dall’arch. Tacconi (e presentato anni fa in parrocchia al consiglio per gli affari economici e al consiglio pastorale) andava su questa linea. Quando l’attuale amministrazione comunale ha rinnovato la richiesta, la parrocchia ha rinnovato il parere positivo alla possibile vendita, da parte della Curia, di una parte del terreno. La curia lo venderebbe a un prezzo poco più che simbolico. Di nuovo per il bene del paese; la parrocchia non ci guadagna un solo euro. Adesso tocca al Comune fare la sua parte e presentare un progetto adeguato.” Domanda 4 - Mi avevano detto che dopo un incidente in cui un’auto aveva danneggiato parte della balaustra della piazza, l’assicurazione aveva rimborsato al comune 20000,00 euro. C’era la speranza nei Biviglianesi che quei soldi venissero spesi per il paese, considerato anche che le riparazioni sono state fatte da volontari. Risposta: La cifra che il sindaco ricordava era inferiore, sui 16000,00 euro, e lui non sapeva che fine avesse fatto, né se era stata spesa, perché capita che ci siano soldi che non si riescano a usare. Faceva l’esempio di 5000,00 euro che l’ufficio tecnico non era riuscito a utilizzare per un problema legato alle entrate. Si possono infatti spendere dei soldi quando una pari cifra entra nelle casse comunali. Considerazioni: come mai non è venuto in mente al sindaco, o a chi per lui, di utilizzare quei soldi per Bivigliano? Come mai Bivigliano è così trascurata? Domanda 5 – Che possibilità ci sono di organizzare una GIORNATA VERDE in cui la mattina si coinvolgesse la popolazione in una qualche pulizia e il pomeriggio ci fosse una festa e si piantasse un albero. Niente a che vedere con L’infiorata che si è svolta l’anno scorso fra vari paesi ed è costata troppo per lo scarsissimo apporto culturale che ha avuto. Si è salvata solo la mostra di fotografie dell’epoca. Risposta: Secondo il sindaco poche o nulle. Considerazioni: Nel 1992 la legge n. 113, la cosiddetta “Rutelli” introduceva l’obbligo di piantare un albero per ogni neonato al fine di aumentare le aree verdi. Norma poco applicata a parte alcune sperimentazioni da parte di qualche amministratore più sensibile. Il 16 febbraio 2013 è poi entrata in vigore la legge n.10 del 14 gennaio 2013 che obbliga i comuni sopra i 15000 abitanti a piantare un albero per ogni bambino registrato all’anagrafe o adottato, e porta alcune modifiche al precedente impianto normativo, per cercare di garantire il rispetto della legge. Anche se il comune non è più obbligato, mostrerebbe una certa sensibilità a favorire la piantumazione per ogni nuovo nato od adottato. L’albero avrebbe il nome della persona residente e potrebbe incentivare una maggior attenzione al bene pubblico, senza contare che riprenderebbe una abitudine locale, che faceva piantare un cipresso sul cocuzzolo dei colli visibili da Vaglia alla nascita di ogni figlio maschio. Domanda 6 – Parlo della piazza che un tempo aveva tanti lecci quanti i caduti in guerra (oggi ne sono rimasti 2) e che nel 1980 era stata oggetto di una delibera che prevedeva il suo rifacimento con i tigli. Siamo nel 2017, niente di tutto questo è stato fatto e la piazza è in stato di abbandono. Risposta: Il sindaco osservava che questo paese è quello che si caratterizza maggiormente, rispetto agli altri, per gli atti vandalici e questo non da oggi, ma anche venti anni fa. Inoltre nella popolazione e negli esercenti, non c’è sensibilità e partecipazione adeguata. In altri paesi, come per esempio San Piero a Sieve, queste sono maggiori. Considerazioni: Ho pensato che il degrado incoraggia un maggior degrado ed è per questo che io raccatto il sudicio sui sentieri o spazzo davanti a casa e ai cassonetti. Ho letto su questo tema una frase di Roy Lichtenstein che riguardava il grave stato di degrado del ghetto di New York: “Quando si scende sotto una certa soglia, l’incuria diventa rabbia e la rabbia può diventare autodistruzione.” Forse se Bivigliano fosse più curata, se chi la abita fosse più partecipe, le panchine non verrebbero regolarmente rotte. Domanda 7 - Avevo partecipato alla riunione in cui quattro giovani biviglianesi (Andrea Donati, Francesco Donati, Fabio Cisternino, Riccardo Boni) hanno presentato la brochure sulle strutture ospitanti, la ristorazione, le cose da vedere a Bivigliano in relazione a “La Via degli dei”. Ho detto al sindaco che sarà bene prevedere per Bivigliano una cura maggiore a cominciare dal cartello, molto vecchio, che indica ” Benvenuti a Bivigliano ”. Ne metterei uno indicante le emergenze e magari la scritta “Paese tappa della Via degli Dei”. Servirebbe anche a rendere più consapevoli i biviglianesi delle loro ricchezze. Risposta: Al sindaco invece quel cartello piace. Considerazioni: Insomma immaginate che a Bivigliano non ci sia più la frana sulla strada, che ci sia un bel cartello di benvenuto, un’aiuola spartitraffico curata, un viale dei tigli pulito dalle cartacce, senza polloni ed erbacce, con le canalette pulite, con qualche panchina accogliente, senza il fango come ora davanti all’ufficio postale; immaginate se la piazza avesse un anello di tigli come dovrebbe essere dal 1980, se il parco giochi avesse alberi e fosse pulito e curato, se ci fosse un baracchino/bar con ombrelloni, un WC, WIFI libero e qualche fiore come sanno disporre i popoli di montagna,…. non credete che ci sarebbe più animazione, con fiorentini in cerca del fresco, bambini, ciclisti, camminatori e forse anche qualche biviglianese? Ma per far questo non ci vogliono i miliardi, è una cosa che si può costruire con uno sforzo graduale e non eccessivo. Domanda 8 - Ho fatto notare al sindaco che sarebbe opportuno controllare il fosso del Rampollo che è tombato e che già una volta ha rotto in pieno centro. Considerato che passa sotto il paese, sarebbe bene non correre rischi. Risposta: Il sindaco mi ha risposto che di questo si occuperà l’ingegnere idraulico che lavora per la redazione del piano strutturale. Domanda 9 - Ho chiesto che possibilità ci sarebbero di dare il nome di Giorgio Pozzolini (1834-1920) a una strada, per esempio a Via Roma. È grave che una zona che era una landa desolata colpita dal vento, in cui vi era solo pascolo libero e pochissime coltivazioni, non riconosca il valore di un uomo che con i rimboschimenti, la sperimentazione per individuare le specie più idonee, la regimazione delle acque, l’aumento delle coltivazioni, l’ha trasformata, nei primi del ‘900, in un’amena località di villeggiatura con ville frequentate da ricchi fiorentini che riempivano gli alberghi, i bar e i negozi. Questo fino agli anni 70. Poi la lenta decadenza che è sotto gli occhi di tutti. Oggi non abbiamo più neanche un bar, ha chiuso anche il giornalaio, i bus da poco hanno diminuito le corse. Rischiamo anche di perdere l’ARCI per eccessivo aumento dell’affitto da parte del comune. Risposta: Sul cambiar nome a una strada, il sindaco ha risposto che non è pensabile chiedere a tutti i residenti di una via di cambiare indirizzo e documenti. Considerazioni: Mi sono chiesta allora come hanno fatto nelle città, con ben più abitanti, a cambiare, come si è letto spesso sui giornali, i nomi delle strade. E comunque venti anni fa, tutta la popolazione di Vaglia ha dovuto modificare i documenti personali perché era stato introdotto un nuovo criterio di numerazione civica. Forse gli abitanti di v. Roma, se venisse spiegato loro l’intento e se li si aiutasse per anagrafe, motorizzazione…, potrebbero accettare i disagi. Altri luoghi senza abitazioni? Immagino non si possa chiedere di cambiare nome alla piazza visto che Don Donato Castelli è stato un parroco molto partecipe e amato come ho letto nel libro di memorie di Baldo Bartolacci. L’unico altro spazio senza nome è lo slargo dove si svolge il mercato. Vogliamo proporre quello? O puntiamo sul nuovo prato/giardino? Mi sembra che ci sia come una paralisi, una impossibilità a cambiare le cose. Invece dovremmo darci una mossa fosse solo per vivere un po' meglio noi. Ma c’è un altro motivo per attivarci: la maggiore frequentazione di camminatori attratti da “La via degli dei”, un percorso da fare a tappe, a piedi o in bici, da Bologna a Firenze. E se, come previsto, aprirà un ufficio turistico a Pratolino, ci sarà un ulteriore aumento delle presenze. Come le accoglieremo? Quale investimento pensa di fare il comune? Vogliamo cogliere l’occasione? Abbiamo boschi, acqua e aria buone, come pochi altri luoghi in provincia, emergenze, tracce storiche e siamo vicini a Firenze. Mi ha fatto impressione sentire l’assessore al turismo, Laura Nencini, diffondere i dati delle presenze turistiche del 2016 nel comune di Vaglia: 62 242 contro le 33mila del 2015. Gli arrivi sono passati da 12mila a 15mila. Un aumento del 25% in un anno (che non è poco) e poi è aumentata in maniera esponenziale la durata media del soggiorno. (Sarei curiosa di sapere quante di queste cifre interessano Bivigliano rispetto alle altre località, anche alla luce dell’idea di introdurre una tassa di soggiorno di 50 centesimi a persona al giorno. Mi informerò) Da questo incontro e da riflessioni successive sono nate altre domande che porrò al sindaco: - quanto verrà stanziato nel bilancio di previsione per il verde o più in generale per Bivigliano? - cosa intende fare il comune per migliorare l’aspetto di Bivigliano come posto tappa della Via degli dei? - è possibile avere notizie meno contraddittorie sulle volontà dell’amministrazione per l’acquisto e l’utilizzo del prato di proprietà della Curia? È possibile organizzare una tavola rotonda e discuterne fino a trovare un accordo? Si attendono integrazioni, critiche, proposte. Grazie. Barbara Gavagna