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Eolico - A proposito della veglia del 18 dicembre a Firenze e l'udienza TAR

Una nota del Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani – Crinali Liberi

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Immagini della veglia Immagini della veglia © NN
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A proposito della veglia del 18 dicembre a Firenze e l'udienza TAR del 19 sul Ricorso contro l'impianto eolico industriale “Monte Giogo di Villore” Quale che sia la conclusione dell’udienza TAR, siamo fermamente convinti che l’attacco ai crinali appenninici da parte delle imprese dell’eolico industriale non si smorzerà. Potrà avere qualche sospensione, potrà portarsi dietro ritardi e penali, ma la nostra battaglia contro la distruzione, che di crimine contro il paesaggio e l'ecosistema dell’ “Appennino tosco-romagnolo” si tratta, non si fermerà certo qui. Siamo la gente che nel territorio ci vive, che sia nata qui o che ci sia arrivata per goderne le bellezze e la natura, per vivere dei suoi prodotti ottenuti curandola con dedizione e fatica, seguendo i ritmi delle stagioni e le sue tradizioni. Siamo coloro che si fanno carico della difficile e dura presa di coscienza di ciò che sta accadendo nei paesi e nei paesaggi più lontani e ignorati dai processi di sviluppo industriale del secolo scorso, ma che dai primi anni 2000, sono diventati appetibili e succosi oggetti di predazione per finanza e capitale, territori di conquista, giustificata dalla versione Eurocentrica (UE/€) della “transizione energetica”.

Il 18 dicembre, in concomitanza con l'udienza del TAR per il ricorso di Italia Nostra e CAI Firenze, Il Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani – Crinali Liberi è sceso a Firenze, in piazza SS Annunziata, per una veglia durata tutto il pomeriggio e gran parte della notte, con lo scopo di portare alla luce questo attacco al territorio e di condividere la lotta con coloro che come noi quotidianamente il proprio territorio lo difendono perché ci vivono e lo amano.

Abbiamo accolto l'adesione di numerose associazioni e comitati: Italia Nostra, il CAI Firenze, che hanno presentato il ricorso al TAR, l'Associazione Atto Primo: salute cultura ambiente, L'altra Italia Ambiente, Comitato No Tunnel Tav Firenze, Non Una di Meno Mugello, Liberamente a Sinistra Mugello, Apuane Libere, Altura Associazione di tutela degli uccelli rapaci e dei loro ambienti, Mountain Wilderness, Movimento per la Terra, Rete toscana a difesa del verde pubblico, Liberi pensatori a difesa della natura, Comunità delle Piagge, GRIG Gruppo d'intervento Giuridico, Genuino Clandestino Firenze, CPA - Centro Popolare Autogestito, Associazione Melograno. Alcuni rappresentanti delle stesse associazioni e comitati erano presenti all'evento e sono intervenuti portando la loro solidarietà contro l'impianto eolico “Monte Giogo di Villore”. Gli amici dell'Alta Val Marecchia e del Montefeltro, su cui incombono ben tre progetti di eolico industriale per un totale di 50 pale, ci hanno raccontato della loro Asta dal titolo “Fragile” di opere di artisti solidali con cui hanno raccolto una solida base di consensi e un buon autofinanziamento per la loro battaglia.

Hanno partecipato ad animare la serata tre gruppi musicali con tarante e tarantelle, Musica e Danze Popolari SUD, le percussioni dei Pulsar, le coreografie danzate dei Murga. Chiara ci ha coinvolto con il suo monologo sugli espropri. Il Comitato in versione teatrale ha portato le voci degli animali protetti messi a rischio dal progetto. In esposizione abbiamo portato un banco di prodotti alimentari degli agricoltori del Mugello del territorio circostante il fatidico progetto eolico.

Il 19 dicembre alle 10.30 ci ha visto di nuovo in città, in via Ricasoli 40, davanti al TAR, per un presidio silenzioso e dimostrativo. Noi ci siamo, siamo qui, siamo le sentinelle a difesa dei territori e ci aspettiamo una risposta! Ma la risposta non è ancora arrivata, aspetteremo dopo le feste il pronunciamento della corte. Erano presenti tutti: gli avvocati di AGSM-AIM e quelli della Regione Toscana, e tra i Ricorrenti, gli avvocati di Italia Nostra e CAI ed, ex-novo, quello del Comune di S.Godenzo, che ha presentato nuova e recente documentazione.

Noi abbiamo un'idea ben precisa di come stanno le cose: come l'art. 9 della Costituzione Italiana riconosce, e l'art. 3 della legge ambientale prevede, abbiamo il diritto e il dovere di difendere il

nostro territorio dalla deturpazione “ingiusta e ingiustificata” di risorse naturali e paesaggistiche insostituibili e non rinnovabili. A maggior ragione quando la contropartita non è rivolta a favore

della comunità, come più volte abbiamo spiegato, ma del solo interesse privatistico che fa profitto. E tanto meno regge alla prova dei fatti la giustificazione della sbandierata emergenza energetica, continuando a vedere come nulla viene fatto a livello italiano e mondiale per risparmiare l’energia oggi sprecata copiosamente in attività dannose e controproducenti, pubblicamente e privatamente.

Distruggere ecosistemi montani naturali essenziali per la mitigazione climatica, le sorgenti e le vene di acqua potabile, la tenuta dei versanti appenninici instabili, fragili e franosi, per vendere elettricità non è la soluzione, ma e’ un gravissimo problema in più.

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Commenti 4
  • CittadinoAttento

    Ok. Ora dopo ’sto fiume di chiacchiere quali sono le proposte per approvvigionarsi di quel quantitativo di energia? Proposte serie, realistiche, industrializzabili, credibili: altrimenti per carità di Patria, smettetela!

    rispondi a CittadinoAttento
    sab 23 dicembre 2023 11:40
  • G.I.

    Sono d'accordo sul fare molto di più sul risparmio energetico. OK anche all'installazione di pannelli fotovoltaici in aree urbane e industriali. Sulle pale al Giogo di Villore non mi sbilancio. Sono bruttine a vedersi, ma se ci siano criticità insanabili per l'ambiente e/o dal punto di vista geologico lo lascio valutare agli esperti. Però, detto questo, non condivido la sottovalutazione dell'emergenza climatica e della necessità di una produzione elettrica molto significativa da parte di impianti eolici, soprattutto in orario notturno. Ne servirebbero migliaia, sparsi in tutta Italia, dove tira vento, e i crinali sono luoghi particolarmente adatti allo scopo. Certo, si possono escludere zone fragili o di particolare pregio, ma dovrebbe essere l'eccezione e non la regola. Con il cambiamento climatico c'è il serio rischio che entro cento anni in Mugello non ci siano più faggete!

    rispondi a G.I.
    gio 21 dicembre 2023 11:29
  • Paolo Chiappe

    La ricerca di un giusto equilibrio tra impianti di rinnovabili e ambiente è possibile solo se prima abbiamo capito che le energie rinnovabili sono utili e necessarie sì, ma solo a certe condizioni, da sole non rappresentano la soluzione del problema ecologico e nemmeno di quello energetico. Qui purtroppo invece ce le stanno vendendo come il rimedio unico e assoluto di fronte al quale ogni altra considerazione deve sparire.

    rispondi a Paolo Chiappe
    sab 23 dicembre 2023 09:43
  • Alessandro

    Bruttine è un eufemismo, sono devastanti, alte 150 metri in una zona limitrofa al perco nazionale e in zona ad alto rischio idreogeologico per frane, inoltre saranno abbattuti migliaia di Faggi in zona di Crinale, la più delicata ed importante di tutto l'ecosistema appenninico, per produzioni delle quali si ignora l'entità visto che i dati sono tenuti segreti, inoltre la notte il vento cala fino a cessare quasi sempre. La superficialità e l'approssimazione in questa materia è pericolosissima, e comunque gli esperti hanno già stabilito che in quelle zone non vanno fatti impianti industriali, è nero su bianco nelle mappe geologiche e del rischio frutto di rilievi e studi decennali, basta guardarle.

    rispondi a Alessandro
    ven 22 dicembre 2023 07:40