Epigrafe Etrusca a Montesenario? Paolo Campidori racconta il suo ritrovamento © n.c.
Nonostante l’importanza del reperto, da me ritrovato recentemente a Montesenario, non ha suscitato entusiasmo, anzi, sembra che la cosa non interessi a nessuno (sembra…..), e la scritta viene presa di mira con bastoni, punte metalliche, temperini etc. Poi c’è anche chi ha cominciato a togliere la terra intorno……(non si sa mai…) Per fortuna il reperto, fu da me subito fotografato e testimonia in modo inequivocabile "il passaggio" degli Etruschi dal Monte Senario. A chi da noia questa epigrafe? Ai Toscani (forse solo una parte) che non si riconoscono essere eredi degli Etruschi? A coloro che ad ogni costo vorrebbero che la storia del Monte Senario iniziasse dal 1242, con la salita al Monte dei Frati, invece che nel VII-Vi secolo a.C? Oppure…….perché tale iscrizione, che fa presupporre l'esistenza di un villaggio Etrusco, getta un po' d'ombra su altri eccellenti ritrovamenti? Mi sembra inequivocabile il fatto che si tratta di una breve ma originale iscrizione etrusca, composta da due parole: NI (etr. arcaico per MI) CANA……."Io sono la grotta, la tomba di …….; oppure io sono l'effigie, il simulacro di….". Mi risulta, da fonte sicura, che "addetti ai lavori" si sono già pronunciati favorevolmente circa l'autenticità dil detta epigrafe, che potrebbe risalire al V-IV secolo a.C. Tengo ancora a precisare, se ce ne fosse bisogno, che io non mi sento né un archeologo (come potrei…?), né uno storico dell'arte, né un Accademico o un Etruscologo . Sono semplicemente una persona che fa del modesto giornalismo, ed un appassionato cultore etruscologo autodidatta, che studia gli Etruschi da circa 40 anni. Ritengo per cui giusto che "altri" (addetti ai lavori) si pronuncino in merito. Tutta la zona, dei dintorni di Montesenario, è disseminata di simboli: frecce, puntini che formano dei cerchi; insomma "le pietre parlano", anche se non si fanno capire, proprio come a Poggio Colla. Ho l'impressione che nei due siti Poggio Colla, e Montesenario, vi abitassero genti dello stesso "ceppo etnico", della stessa Cultura, avendo il sottoscritto visitato e documentato con cura i due siti e fotografato molti di questi simboli Paolo Campidori,


