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La famiglia sterminata nella tragedia di San Felice a Ema

A dare l'allarme è stata l'ex moglie dell’uomo, preoccupata perché non riusciva a mettersi in contatto con lui. L’abitazione, una villa...

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Tragedia a San Felice a Ema Tragedia a San Felice a Ema © Facebook
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Il giorno dopo la tragedia di San Felice a Ema (articolo qui) , si cerca di comprendere chi sia il "colpevole", anche se il principale sospettato sembra essere il monossido di carbonio. Nella villa immersa nel verde, erano presenti una caldaia a gas e due stufe a pellet, come riferito dai Vigili del Fuoco all'uscita dall'abitazione.

Un dramma che ha sconvolto la vigilia di Natale: i corpi senza vita di padre, madre e un bambino di 11 anni sono stati ritrovati, mentre la sorellina di 6 anni versa in condizioni disperate all’ospedale Meyer.

Mentre gli inquirenti cercano di determinare la causa della tragedia, ovvero se il monossido sia stato sprigionato dalla caldaia o da una delle due stufe a pellet, l’ipotesi più accreditata al momento è che l’incidente sia avvenuto la sera del 18 dicembre. I corpi del padre e del figlio sono stati trovati sul divano del soggiorno, mentre quello della madre era poco distante, a terra in un'altra stanza, forse nel tentativo di cercare aiuto. All'interno della casa si trovavano anche un gatto, miracolosamente sopravvissuto, e un cane che, però, al momento della tragedia si trovava all'esterno.

A dare l'allarme è stata l'ex moglie dell’uomo, preoccupata perché non riusciva a mettersi in contatto con lui. L’abitazione, una villa immersa nel verde, è diventata il teatro della tragedia: i corpi sono stati rinvenuti nel soggiorno, con padre e figlio sul divano e Margarida Alcione poco distante, forse in movimento nel tentativo di chiedere aiuto.

Le vittime sono Matteo Racheli, 45 anni, Margarida Alcione, 38 anni, e il piccolo Elio, di 11 anni. Secondo quanto raccontato ai cronisti dai residenti del vicinato, Racheli aveva venduto anni fa l'importante azienda di famiglia, reinvestendo i proventi per acquistare case da affittare ai turisti a Firenze. Tali proprietà erano gestite dalla compagna, Margarida Alcione, di origine brasiliana.

La villa è stata posta sotto sequestro.
La comunità di San Felice a Ema, l’intera città di Firenze e tutta la nostra redazione si stringono intorno alla famiglia colpita da questa immane tragedia.
La speranza di tutti è ora rivolta alla bambina, affinché possa sopravvivere e trovare, in futuro, un sostegno che le consenta di affrontare questa dolorosa perdita.


La sindaca di Firenze, Sara Funaro, ha espresso il cordoglio dell’intera comunità: «Questo è un momento di dolore per una tragedia che ha colpito profondamente la nostra città. Ci stringiamo intorno alla famiglia e seguiamo da vicino la vicenda della bambina».

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