Firenze 13 dicembre 2023 - Per ore la città, in un giorno di pioggia, è rimasta tagliata in due nella zona di Campo di Marte. Si sono fatti sentire gli effetti dei lavori della Tav in città? Decisamente sì, e le polemiche sono già scoppiate.
Il Sindaco Dario Nardella, mentre molti fiorentini erano intrappolati e imprecanti in coda tra i cantieri Tav e quelli della tramvia, si è premunito di affidare ai social la seguente comunicazione: "Per un problema al cantiere ferroviario all'altezza del Ponte al Pino, è stato sversato fango sul ponte. Il consorzio che si occupa dei lavori ferroviari sta provvedendo a pulire la strada dal fango per garantire la sicurezza della viabilità sul ponte. Il ponte è stato chiuso in entrambe le direzioni e ci sono purtroppo disagi per la viabilità in tutta la zona."
Tanti se ne erano già accorti che qualche problema dovesse esserci e hanno pensato: "siamo solo all'inizio"...
Sugli scudi anche il comitato no Tav che, senza giri di parole, dice la sua.
"C’è da rimanere piuttosto stupiti che già all'inizio dei lavori della galleria del Passante TAV si abbiano problemi come quelli emersi il 12 dicembre al Ponte del Pino, che è stato chiuso al traffico - per un paio di ore anche ai pedoni - dopo che si è avuta la fuoriuscita di fango dovuto ai lavori della TBM (la fresa). Fino ad ora si sono avute solo mielose rassicurazioni, si è parlato di scavi guidati dall'intelligenza artificiale! RFI ha parlato di un carotaggio non segnalato che ha fatto uscire il fluido tenuto in pressione dalla macchina; forse dopo 16 anni di cantieri lentissimi ci si è dimenticati anche di quello che è stato fatto e di dove sono stati fatti dei carotaggi? Se già all'inizio dello scavo della prima galleria si verificano fenomeni del genere, c’è da chiedersi se si intende andare avanti così a tentoni; vengono ancora dubbi sul livello del progetto che, lo ricordiamo, deve attraversare la città interessando oltre 300 edifici dichiarati e oltre 4.000 unità immobiliari (a rischio danni come riconosciuto nel progetto). È un’opera nata male, sarà un danno per la città anche se non si verificassero danni al patrimonio edilizio; sarebbe saggio non perseverare negli errori e potenziare le linee in superficie. Ma si sa, l’odore dei miliardi può davvero impedire ogni saggio ripensamento."
L'altro dubbio che rimane è sulla stabilità stessa del Ponte al Pino, sollecitato adesso dalla "talpa" e notoriamente da tempo monitorato per la sua stabilità compromessa, che prevede un rifacimento dello stesso nel 2024, aggravando ancora di più la cantieristica in zona. Da oltre un anno, dopo verifiche, è stato ridotto il passaggio alle 35 tonnellate per questo motivo (articolo qui) e RFI ha programmato il totale rifacimento della struttura ottocentesca.