Intorno agli anni '85 tornò a Borgo San Lorenzo un certo Ubaldi. Veniva dalla Germania e raccontava come, alla fine della guerra, essendo di fede comunista, era espatriato in Germania Est poiché credeva che il futuro in Europa non poteva che essere comunista. Ma dopo una ventina d'anni vissuti in Germania Est e invitato dai suoi compagni di lavoro ad andare nella Germania Ovest, poiché essendo italiano lui poteva uscire dalla porta di Brandeburgo per andare in Germania Ovest senza inconvenienti (all'ora esisteva il muro di Berlino che divideva inesorabilmente le due Germanie), l'Ubaldi ci raccontò allora di come decise di uscire dalla Germania comunista e subito fuori della porta di Brandeburgo trovò subito un ufficio dove gli chiesero che lavoro volesse fare, gli dissero dove andare a dormire la sera, e subito la mattina dopo poteva presentarsi alla nettezza urbana di Berlino che avrebbe subito cominciato a lavorare. Mentre si incamminava per andare nel luogo che gli era stato indicato per dormire, lo richiamarono indietro per dargli dei soldi. L'Ubaldi chiese il perché gli davano dei soldi.
Allora gli fu chiesto se avesse con sé della moneta, che lui negò, e così gli spiegarono che era norma che chi veniva dalla Germania dell'Est fosse senza denaro e che per i primi giorni gli veniva data una piccola cifra per provvedere alle prime necessità di vita.
Dopo qualche anno tornò a Borgo per fare dei documenti. Si recò in comune e dall'ufficio anagrafe lo mandarono per alcune firme al primo piano dove si trovava l'ufficio del Sindaco. Quando l'Ubaldi vide il Sindaco non credeva ai suoi occhi perché, essendo il comune di Borgo sempre amministrato dai comunisti, si trovò davanti al Sindaco che era stato il suo insegnante fascista. Non ci voleva credere e a voce alta diceva: "Questo non può essere il sindaco di Borgo perché a Borgo hanno sempre amministrato i comunisti e non ci può essere un sindaco fascista". Gli addetti al comune gli intimarono di stare zitto e di fare silenzio, che ora era così e basta.
Questo è quanto fu raccontato personalmente dall'Ubaldi alla Magnolia prima di tornare in Germania. Morale della favola, l'Ubaldi tornò in Germania Ovest e smise di essere comunista.
Alla Magnolia, essendo un bar tradizionale, dove la gente ci passava più tempo che a casa, si parlava di tutto, e negli anni dal '55 al '70, si parlava molto di politica. Era il periodo molto in voga dove si portava l'Unione Sovietica come esempio, e si diceva come in quel regime si vivesse bene. Ci dicevano che lì tutti fossero proprietari di una casa, tutti i giovani potevano studiare e laurearsi, le medicine e le cure mediche erano gratis, dove anche le ragazze che facevano il mestiere più antico del mondo erano tutte studentesse e facevano il mestiere solo per amore. Si diceva che l'Unione Sovietica era all'avanguardia del progresso e del vivere civile. Insomma, il sistema comunista era da prendere come riferimento, poiché era un paese dove si stava bene. Addirittura abbiamo visto come in varie manifestazioni sportive l'Italia e la Russia, trovandosi antagoniste, i comunisti italiani facessero il tifo per la Russia.
Ma arrivati ai primi scambi commerciali e dove ad alcuni italiani che si trovarono ad andare in Russia si evidenziò che la realtà era tutta un'altra cosa, ci fu gente che recandosi per i più diversi motivi a visitare la Russia chiese di potersi spostare con un mezzo proprio. Quando arrivati alla frontiera venivano perquisiti, gli venivano requisiti i beni alimentari occidentali, come le pesche, le mele e le arance, e se ti trovavano qualsiasi tipo di riviste dove poteva apparire il sistema di vita che si conduceva in Occidente, venivano requisite. Tutto questo per evitare che eventuali confronti mettessero in evidenza lo stato di degrado in cui vivevano i popoli sotto il regime comunista.
In quel tempo il segretario del partito comunista provinciale di Firenze che era Mugellano poté andare in Russia per uno scambio culturale. Quando tornò in Mugello ebbe a raccontare alcune verità sulla Russia e le sue perplessità sulla validità del sistema comunista. Fu subito chiamato a rapporto dai suoi superiori e gli fu intimato di non raccontare più nulla della sua esperienza in Russia pena la decadenza dei suoi incarichi in Italia. Questo signore ha fatto parte del consiglio d'amministrazione della Banca Toscana fino ai nostri giorni.
Ricordo come alle manifestazioni sportive si facesse notare come i risultati degli atleti dei paesi comunisti fossero di assoluto rilievo, salvo in seguito appurare come molti atleti, in special modo le donne, erano state sottoposte a cure ormonali non consentite. Nel tempo ci siamo resi conto di quanto il regime comunista fosse degradato, fino all'avvento di Gorbaciov e alla caduta del muro di Berlino.
Una cosa di assoluto rilievo era (non so se lo è ancora) che per spostarsi da una città all'altra o da una regione ad un'altra non lo si poteva fare se non con un espresso lasciapassare autorizzativo. In sostanza, non esisteva la libertà di spostarsi a proprio piacimento per andare dove più ti piaceva.
Ora io dico che dopo tante discussioni con i compagni comunisti, dove essi erano quantomeno in malafede a sostenere che l'Unione Sovietica era il paradiso in terra, tutto è crollato con la distruzione del muro di Berlino. Nessun comunista ha riconosciuto di aver sostenuto il falso. Risulta evidente che tali opinioni non erano in buona fede, ma che i comunisti italiani sostenevano tali opinioni indipendentemente da una realtà e da una coscienza razionale, consci di raccontare il falso. Sciocchi eravamo noi che nelle discussioni ci sforzavamo di fargli presente dei fatti e delle conoscenze che loro o conoscevano già o che non volevano prendere in considerazione.
Questi fatti che ho riportato ci fanno capire quanto la filosofia comunista fosse radicata in Italia nel dopoguerra, e come avessero in animo la convinzione di riuscire a instaurare anche in Italia un regime comunista.
Le cose, per nostra fortuna, non sono andate così, ma la mentalità comunista è rimasta in buona parte della popolazione sinistrorsa e sopravvive in molti territori e in alcune regioni italiane.
Dicono che il comunismo dell'Unione Sovietica non c'è più, ma guarda caso, ora c'è Putin che ha riportato attuale la guerra in Europa. I compagni comunisti forse non sostengono Putin, ma il modo di agire e di pensare è sempre il solito.
Il problema è che anche se non si chiamano più comunisti, la gente di sinistra è rimasta fondamentalmente la stessa. Si dicono convinti di combattere per il progresso del popolo, ma come al tempo dell'Unione Sovietica non sono in buona fede, ma sanno di mentire.
È come quando si parla della resistenza: i partigiani sono stati fatti passare tutti eroi, ma non è così. I fatti e gli episodi riportati dai partigiani stessi non sono sempre esemplari: ci sono state uccisioni che nulla hanno a che vedere con la liberazione dell'Italia dai tedeschi. I partigiani credettero all'ora di riuscire a prendere il potere con la forza anche in Italia e agirono di conseguenza, rubando dove potevano e instaurando amministrazioni comuniste anche con la truffa. Ci fu una guerra civile e un regolamento di conti che nulla hanno a che fare con le pagine eroiche che vengono raccontate.
Questo è il mondo in cui ci ritroviamo a vivere, e anche se non c'è più l'Unione Sovietica gli ex comunisti combattono sempre per ostacolare il progresso e la verità. Non importa che non si chiamino più comunisti, ma c'è una parte politica che si oppone al progresso e alla verità. Sembra che debba sempre esistere chi fa un'opposizione all'affermarsi della verità e del progresso. Forse è una cosa intrinseca nell'umanità. Questo lato oscuro e malvagio della gente fa parte dell'umanità: non ci si può far niente, non esiste possibilità di poter portare la gente a ragionare in maniera logica e razionale.
Questo è un periodo in cui ci capita spesso di assistere a manifestazioni di massa contro l'Ucraina, contro Israele, a favore degli immigrati clandestini, ma sempre contro il governo di Giorgia Meloni. Dobbiamo constatare che uomini politici di rilievo come Mario Conte, la segretaria del PD Bersani, Calenda ecc. sono di una falsità incommensurabile, e sono sempre pronti a giurare che Cristo è morto per il sonno.
Recati Pierluigi