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Festa della Candelora. La tradizione della benedizione della gola e della frutta

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Festa della Candelora. La tradizione della benedizione della gola e della frutta Festa della Candelora. La tradizione della benedizione della gola e della frutta © n.c.
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Negli avvisi della Pieve di Borgo San Lorenzo, fra le altre cose (grande successo sta ottenendo il cesto della Solidarietà per la raccolta di viveri per le famiglie bisognose, e a Borgo ce ne sono tante), abbiamo letto che sabato prossimo 3 febbraio 2018, festa di San Biagio, vescovo e martire, al termine di ogni funzione religiosa verranno benedette la gola dei fedeli e la frutta. E’ questo uno spunto per ricordare e portare a conoscenza di una antica tradizione, per la festa di San Biagio, che si svolgeva nell’Oratorio dedicato appunto a San Biagio che si trova a lato dell’antichissima Villa di Falcucci, famiglia questa nata da una costola dell’altrettanta antichissima famiglia degli Ubaldini. Questo piccolo oratorio sacro fu fatto costruire nel 1627 dal N.H. Pellegrino di Francesco Falcucci, (era nato il 18 settembre 1580 nella sua atavica residenza borghigiana) e negli antichi documenti si legge: ” Fece nel 1627 costruire – Pellegrino Falcucci – presso la villa, nella quale era nato, una cappella in onore di San Biagio, ove alcuni scolari di Bernardino Poccetti e anche lui stesso (grande pittore manierista del ‘600 fiorentino – ndr), dipinsero storie della vita del Santo che si ammirano ancora”. Proprio nel piccolo parco di Villa Falcucci, in piena campagna mugellana, fra ‘600, ‘700, ’800 e in parte anche del primo ‘900, era tradizione che per la festa di San Biagio, i borghigiani si portavano in processione alla Villa seguendo le funzioni religiose all’interno ed all’esterno dell’Oratorio e dove al termine il sacerdote benediva la gola dei presenti e la frutta che avevano portato. Dato che non esistono immagini iconografiche, con un po di immaginazione cerchiamo di raffigurare la scenografia di tanti nostri lontani progenitori, che oltrepassata Porta di Tramontana, (dove c’è la Tabaccheria Coppini), il ponticello sulle Cale (dove c’è ora il Bar Centrale) e il piccolo Convento di Santa Lucia (Casa Pecorini, davanti al Forno Omero), si portavano in quel luogo con i cesti pieni di frutta. Momenti lontanissimi nel tempo e nello spazio, (Villa Falcucci è di proprietà dell’Azienda Sanitaria se non andiamo errati, dove fino a pochi anni orsono erano ospitati degenti mentali) e anche se la modernità ha seppellito tutto, a noi non dispiace ricordare quella che era la vita sociale, civile e religiosa del nostro paese; tutt’altro. Infine altra bella tradizione; venerdi 2 febbraio 2018 e la ricorrenza della “ Candelora ”, con la benedizione delle candele e le cerimonie religiose. Dice in vecchio andante “ - Candelora, candelora se nevica o se pioa dell'inverno semo fora, se c’è sole o solicello semo ancora a mezzo inverno -”. Com’è nostra abitudine ecco alcune immagini relative all’Oratorio di San Biagio e di Villa Falcucci. Foto 1 (in alto): L’Oratorio di San Biagio attiguo a Villa Falcucci in una cartolina d’inizio ‘900; in lontananza fra l’Oratorio e il cipresso, si nota il campanile della Pieve Foto 2 (qui sopra): La facciata di Villa Faucci dopo i restauri del 2002 Foto 3 (qui sopra): Il restauro dell’Oratorio di San Biagio a Falcucci nel 2002 Foto 4 (qui sopra): Uno dei quindici medaglioni pittorici di Bernardino Poccetti e della sua scuola al’interno dell’Oratorio (1627); raffigura San Biagio durante il martirio, quando gli venne conficcato un pettine di ferro nella gola, seguito da cinque pie donne che piangono. (Foto e archivio A.Giovannini)

 

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Commenti 2
  • Paola

    Molto bella la cartolina d'epoca, non l'avevo mai vista.

    rispondi a Paola
    gio 1 febbraio 2018 03:42
  • Gilberto

    CHE BEI RICORDI, CHE BELLE STORIE DEL NOSTRO PAESE.

    rispondi a Gilberto
    gio 1 febbraio 2018 03:06