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...finchè c'è vino e voce... Storia del 'Cantà Maggio'. E appuntamento a Vicchio...

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...finchè c'è vino e voce... Storia del 'Cantà Maggio'. E appuntamento a Vicchio... ...finchè c'è vino e voce... Storia del 'Cantà Maggio'. E appuntamento a Vicchio... © n.c.
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L'Associazione Serere ci invia questa simpatica ricostruzione delle tradizioni del Cantà Maggio, insieme all'invito alla Festa di Primavera di Vicchio del 13 maggio. Buona lettura e, come dicevano i nostri nonni.... finchè c'è voce e vino......

Il “Canta maggio” o “Rizza’Maggio” nel Mugello ha origini che si perdono nel tempo e si distingue dagli altri maggi toscani per il suo carattere spontaneo che ne fa una cosa meno impegnativa del “maggio drammatico e di quello epico” rappresentati nel Senese e nel Pisano. La consuetudine di salutare la venuta del mese di Maggio con stornelli, canti e di questuare presso i contadini, ha le sue origini nell’antichità pagana. Ancora oggi, gruppi di persone, armati di rudimentali strumenti musicali (anche improvvisati), fanno il giro degli ex-casolari dei contadini/cittadini cantando stornelli

 

La sera del 30 Aprile, appena fatta notte, squadre di decine di uomini (in seguito anche donne), per lo più contadini, partivano cantando a più non posso e con in testa il "sonatore" di organetto, per un lungo giro per le campagne che si concludeva all'alba.

Al termine della stornellata, il padrone di casa (se ha gradito) offre a tutti un bicchiere di vino e una frittata con il pane (allora) appena sfornato o quant’altro dispone. A mezzanotte, quando il gruppo lascia l’ultimo casolare per risalire sul carro (impossibile utilizzare le autovetture per gli ovvi limiti alcolici) per ritornare nelle loro case, i fiumi di vino avevano preso il sopravvento e se non fosse per i buoi (o per gli astemi), che bontà loro riconoscono la strada di casa, i canterini di calendimaggio ancora girerebbero senza trovare casa.

Nei poderi trovavano sempre gente disposta a largheggiare in uova, pane, prosciutto, e soprattutto vino. Non è facile immaginare in quale condizioni vedevano il sole sia per la stanchezza ma soprattutto per la …brillantezza.

Il giorno dopo la festa continuava con frittate giganti fatte con le uova raccolte e, tanto per cambiare, sbornie ricordevoli. Infatti lo stesso gruppo, una volta che i fumi del vino e le conseguenze del troppo mangiare sono scomparsi, nelle ricorrenze delle quattro domeniche e delle festività di maggio, di nuovo ritornavano nei vari casolari ripetendo il rito della stornellata, solo che il contadino/cittadino si dimostra meno generoso e, a volte, o non apre i cancelli o aizza il cane contro il gruppo. Ciò perché il ricordo dell’abbuffata del primo di maggio ancora pesa nella dispensa delle provviste e soprattutto sulle scorte della cantina.

 Ma cosa canta il maggio? Canta la gioia per l'arrivo della primavera e l’avvicinarsi dell'estate, canta la fecondità della terra e degli animali, canta l'amore ma non solo: esorcizza il male, scaccia la tristezza, invita a mangiare e bere a sazietà, trasmette inequivocabile un messaggio di vitalità e di speranza in un domani migliore.

 Oggigiorno è più che mai opportuno raccogliere i messaggi positivi che vengono dal passato; l'operazione culturale che s’intende fare, con l'Amministrazione Comunale, serve a rafforzare una vecchia tradizione e vuole anche spingere a riscoprire un certo gusto della vita semplice che oggi si rischia di perdere, insieme alla memoria orale, in questo mondo sempre più dipendente dalla realtà virtuale di "mamma tv".

 Per questo la nostra Associazione organizza una rassegna di tutti i gruppi di Maggiaioli del Mugello che si svolgerà nell’ambito della Festa di Primavera del prossimo 13 maggio a Vicchio di Mugello a partire dalle ore 15 sino a che avran … voce e …. Vino.

 

 

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