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11 luglio 1944. 76 anni dopo

La festa della Liberazione di Firenze non spenge le polemiche sui bonus e vede in prima fila Giani e Ceccardi. Lorenzo Baglioni ha parlato dei valori della Resistenza ai giovani

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Il sindaco Dario Nardella Il sindaco Dario Nardella © Ok!News24
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La Cerimonia della Liberazione di Firenze in questa sua 76 celebrazione si svolge in un'atmosfera molto calda e non solo per la cappa d'afa che avvolge Firenze in questa ondata di calore ferragostiana.

Alle 7 del mattino quando ci sono stati i rintocchi della Martinella a dare il via alle celebrazioni il sole ancora basso sul filo dell'orizzonte illuminava una Firenze splendida e sonnacchiosa. Il suono della campana della Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio è lo stesso che l’11 agosto del 1944 annunciò alla città il ritorno alla libertà e alla democrazia.

E' stato questo il primo atto del programma di questa giornata speciale. Alle ore 8.30 alla Stazione Leopolda, la dov'è la targa a ricordarlo si è svolta la cerimonia commemorativa in ricordo dei soldati Sikh, caduti per liberare la nostra città. Alle 9 a Palazzo Vecchio, in via dei Gondi, è stata invece deposta una corona di alloro alla lapide dettata da Piero Calamandrei a ricordo della Liberazione.

Alle 10, in piazza dell’Unità italiana dov'è avvenuta la deposizione di una corona di alloro da parte delle autorità civili, religiose e militari al monumento ai caduti di tutte le guerre, ai quali è stato reso onore con le preghiere di suffragio.
Al termine della cerimonia è partito il corteo diretto in piazza della Signoria, con al seguito i Gonfaloni di Firenze, della Regione Toscana, della Città metropolitana e dei vari Comuni dell’area fiorentina, oltre ai labari della federazione delle associazioni partigiane e della associazioni d’arma e combattentistiche.

C'era tutta la politica toscana presente. In prima fila i due candidati governatori Eugenio Giani e Susanna Ceccardi. Presenti assessori e consiglieri regionali e comunali, candidati in corsa per le prossime elezioni regionali e personalità fiorentine.
Nelle chiacchiere dell'attesa tutti a scrutare ogni mossa dei due grandi competior spesso gomito a gomito. Si notava però anche l'assenza, fra gli altri candidati governatori, di Irene Galletti del Movimento Cinque Stelle.
Ma a tenere banco soprattutto fra ailarità da una parte degli schieramenti e imbarazzo e tensione dall'altra la notizia che oggi dominava tutte le pagine dei giornali ovvero il bonus richiesto e ricevuto dall'Inps dal coordinatore del Centrodestra in Palazzo Vecchio Ubaldo Bocci che è stato il grande assente più presente della giornata.



Il corteo è poi partito da piazza dell'Unità in direzione delll’arengario di Palazzo Vecchio, in piazza della Signoria, dove già una piccola ma grande folla considerando il calendario era presente sono intervenuti il sindaco Dario Nardella, Vania Bagni (presidente ANPI Firenze) e Lorenzo Baglioni, cantattore invitato dal primo cittadino fiorentino a parlare dei valori della Liberazione e della Resistenza alle nuove generazioni. Peccato però che in piazza della Signoria sedevano solo maggiorenni.



“Sono trascorsi 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale – ha detto Nardella nel passo principale del suo discorso commemorativo – e gli ideali di libertà, di pace, di uguaglianza che animarono il riscatto del popolo italiano li troviamo scolpiti nella nostra Costituzione, per sancire tutti quei valori per i quali lottarono e morirono gli antifascisti. Ancora oggi questi valori vanno difesi. Ancora oggi sentiamo di episodi di antisemitismo, di razzismo, di sfregio alla nostra memoria. Ancora oggi sentiamo dire che essere fascisti o antifascisti non ha più senso. Per questo non possiamo assistere in silenzio alla cancellazione della nostra storia. Essere italiani presuppone l’essere antifascisti, credere nella nostra Repubblica significa credere negli ideali antifascisti e rifiutare ogni tipo di discriminazione. La comunità che siamo ha le sue fondamenta in questi valori che noi tutti saremo sempre qui a difendere”.



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