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Corda, penna e obiettivi per le Apuane. A Borgo si parla di alpinismo impegnato

Grazie al fotografo Gianluca Briccolani, mugellano che abita a Dicomano

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Gianluca Briccolani Gianluca Briccolani © N.c.
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Sabato 23 Novembre alle ore 15.00 presso Villa Pecori a Borgo San Lorenzo nell’ambito del Festival Mugellano del libro e degli autori “Ingorgo Letterario” si svolgerà l’incontro “Per un alpinismo impegnato: corda, penna e obiettivi a salvaguardia delle Alpi Apuane” a cura di Gianluca Briccolani fresco scrittore de “L’altezza della libertà - Viaggio tra l’essenziale bellezza delle Alpi Apuane” (Polistampa).

Briccolani, famiglia di origini mugellane e residente nel comune di Dicomano, ha un passato nel campo del fotogiornalismo, é oggi socio del Club Alpino Italiano di Firenze e svolge attività alpinistica in diverse parti del mondo, con una forte predilezione per l’antichissima catena montuosa toscana sorta dal mare milioni di anni fa.

Durante il pomeriggio – pubblico e a ingresso libero – le persone, anche tramite l’ausilio della nuovissima mostra fotografica itinerante dal titolo <> - reportage fotografico operato sul campo dall’autore - potranno farsi un idea sull’irrimediabile ecocidio che si sta consumando in questo vasto territorio della “civile” Toscana. Dodici stampe in grande formato che denunciano l’immane sofferenza che giornalmente subiscono le Alpi Apuane, bellissime montagne toscane irrimediabilmente deturpate da vergognose economie di rapina.

“Ultimamente,” – afferma il fotografo fiorentino – “ anche grazie all’apporto del documentario <>, tutto il mondo sta prendendo coscienza che una delle 43 emergenze a livello planetario l’abbiamo nella nostra regione. Ogni giorno all’interno del Parco Regionale delle Alpi Apuane (dal 2011 Geoparco mondiale dell’Unesco) vengono letteralmente sbriciolati crinali e cime anche oltre i 1200 metri di altitudine. Sono infatti le multinazionali del carbonato di calcio che dettano i ritmi di estrazione e – anche se la legge lo vieterebbe – oggigiorno si cava direttamente per fare detrito da mandare ai vari frantoi alle pendici di questa catena montuosa. Con questo mio progetto ho voluto integrare, con la mia personale visione sentimentale della montagna, ciò che è stato portato alla ribalta mondiale con la visione del sopracitato film, ponendo l’accento sulle ferite procurate dall’uomo a cime di primissimo ordine di questa irripetibile catena montuosa sorta dal mare milioni di anni fa. Nessuno dice niente di fronte a questa immane tragedia ambientale che ha fatto estinguere varie specie della flora e della fauna locale, nonché seccato ed inquinato varie sorgenti. Non solo, molte istituzioni – a tutti i livelli – elargiscono finanziamenti a fondo perduto per l’acquisto di moderne segatrici a catena diamantata che affettano la montagna come un coltello caldo potrebbe trapassare un panetto di burro. Non è stato facile, per chi come me ha un rapporto viscerale verso le Apuane, rappresentare ogni singola emergenza relativa ad ogni singola montagna con un solo fotogramma, dato che molte cime sono aggredite a 360° dall’avida escavazione lapidea.”

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