A vent’anni dal podio alle Finali Mondiali di Misano, Max Mugelli è tornato a guidare una Ferrari nel prestigioso Ferrari Challenge Europe, e sin dai primi chilometri ha dimostrato la propria competitività, lottando allo stesso livello dei primi e lasciando soddisfatto il proprio ingegnere di pista, che non pensava che Max potesse essere così veloce sin da subito.
Peccato che la vettura abbia sofferto di qualche problema di gioventù: un problema di natura elettronica (si è trattato di un sensore del pedale del freno malfunzionante che è stato identificato poco prima di gara 2) ha infatti condizionato sia gara 1 che le qualifiche di gara 2, ma ciò non toglie la grande prestazione di Max, in grado di lottare con piloti che guidano questa vettura da anni o che hanno alle spalle diverse sessioni di test invernali.
Non molto da dire su gara 1: il problema di natura elettronica di cui abbiamo parlato costringe infatti Max a rientrare ai box. Dopo il reset della vettura, Max rientra in pista ma a circa un giro di distacco dai primi, curiosamente proprio a ridosso della Ferrari di Sutil (ex pilota di Formula Uno) di cui Max tiene agevolmente il passo, a dimostrazione della grande condizione di forma del pilota di Ronta che termina però la gara in quindicesima posizione staccato di un giro.
Il problema di natura elettronica che aveva costretto ai box Max Mugelli in gara 1 si ripresenta purtroppo anche durante le qualifiche di gara 2. In quel momento Max stava terminando il proprio giro veloce in qualifica, i suoi intertempi erano da terzo/quarto tempo assoluto, ma purtroppo la Ferrari entra nuovamente in protezione proprio nella curva che precede il traguardo e per Max non c’è altra possibilità che rientrare mestamente ai box. L’inconveniente lo costringe pertanto a partire in gara dalla dodicesima posizione.
Fortunatamente i tecnici di Eureka Competition, il neonato team voluto e organizzato dallo stesso Max con Tina, coadiuvati dalla D&C Racing di Maranello riescono a capire la natura del problema anche grazie all’intervento di tecnici Ferrari e porre rimedio per gara 2.
Nella seconda manche Max riesce ad evitare un incidente che coinvolge altre vetture in partenza e con una bella gara di rimonta conclude al sesto posto essendo partito dodicesimo! Il programma sportivo stagionale di Mugelli prevedeva la partecipazione a quattro weekend nel Ferrari Challenge, ma date le ottime prestazioni del pilota toscano non si esclude anche la sua partecipazione alla prossima gara in Ungheria, che non era presente nella prima pianificazione.
Max Mugelli
“Sono molto soddisfatto delle mie prestazioni e onestamente non pensavo di potere essere subito così vicino ai primi senza avere neppure fatto una vera giornata di test alle spalle. Sono riuscito a lottare con piloti del calibro di Adrian Sutil, ex Formula Uno, o altri piloti che hanno già diverse stagioni con il Ferrari Challenge alle spalle e che nel corso dell’inverno hanno svolto diverse giornate di test.
Noi invece ci siamo presentati al Paul Ricard senza mai avere avuto l’opportunità di provare (a parte lo shakedown svolto a Modena il giorno prima di partire per la Francia), anche perché la vettura ci era stata consegnata solo qualche settimana prima.
A questo aggiungiamo il fatto che gestiamo la vettura con il nostro neonato team Eureka Competition: se me lo avessero detto lo scorso anno non ci avrei mai creduto! Ma da questo punto di vista tutto ha funzionato per il meglio anche perché collaboro da anni con l’ingegnere e i meccanici.
Resta ovviamente un pizzico di rammarico per il problema di natura elettronica che ha pregiudicato il weekend di gara, ma si tratta di un problema di gioventù della vettura che si deve mettere in conto quando si scende in pista con una macchina nuova.
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La F488 Challenge Evo ha un grandissimo motore e le prestazioni sono in continuo miglioramento, basti pensare che al debutto nel 2018 al Paul Ricard girava su tempi oltre i 2 minuti e 9 secondi mentre adesso siamo scesi sotto i 2 minuti e 5 secondi!
È una vettura non semplice da portare al limite, devi ritardare il più possibile la frenata, mettere oltre 120 bar di pressione sul freno e spigolare la traiettoria per garantire una uscita il più possibile dritta per sfruttare l’enorme accelerazione, ma utilizzando al minimo il Traction Control. Non semplice, l’unico rimedio per farlo è macinare chilometri.
Sia in gara 1 che in gara 2 ho dimostrato di avere un ritmo molto vicino a quello dei primi e ciò mi dà una grande motivazione in vista delle prossime gare: certo, la mancanza di test ci pregiudica, ma i complimenti degli addetti ai lavori e del mio ingegnere, che non si aspettava che io potessi essere così competitivo sin dai primi chilometri, mi danno una grande carica e fiducia per il futuro, tanto che stiamo anche considerando la partecipazione alla prossima gara in Ungheria che inizialmente non era nei nostri piani. Correre all’Hungaroring a metà giugno sarebbe il miglior test in vista dell’appuntamento di Hockenheim in Germania a luglio.
Un ringraziamento gigantesco a tutti i ragazzi del team e i miei partner per il grande lavoro: abbiamo pensato a questo programma sportivo ad inizio anno e in pochi mesi siamo stati in grado di lottare quasi alla pari con team che hanno anni di esperienza con questa vettura e in questo campionato. Sono davvero molto soddisfatto e credo proprio che potremo toglierci delle belle soddisfazioni in futuro! Io ci credo!”
Mugelli Giampiero
La costanza, il sacrificio, la volontà la serietà del lavoro premia sempre GRANDE MAX