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Firenze, ecco l'umore dei ristoratori

Abbiamo fatto un giro in città per testare il polso ai ristoratori fiorentini. Chi reagisce in maniera veemente e annuncia "marce su Roma", chi cerca il dialogo e chi aspetta l'evoluzione degli eventi

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Vincenzo Ferrara, patron dell'Osteria del Porcellino Vincenzo Ferrara, patron dell'Osteria del Porcellino © Ok!News24
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Non va proprio giù a tante categorie il nuovo Dpcm che se da una parte chiude cinema, teatri, ristoranti, bar e palestre dall'altra lascia irrisolti nodi cruciali come lo scaglionamento delle scuole e la gestione dei mezzi pubblici.

E' uno strano lunedì quello fiorentino dove sia per il giorno della settimana notoriamente mesto che per il sole che fatica ad uscire da dietro le brume autunnali presenta una Firenze un po' così.
Fiorentini in giro per il centro pochi, ancora meno i turisti spaesati. Nelle chiacchiere da bar dominano le discussioni sul fresco Dpcm che ha scontentato tutti.

I ristoratori temono questa volta di aver ricevuto il colpo di grazie e sa da una parte è scatenato più che mai Pasquale Naccari leader dei ristoratori toscani che nelle sue dirette social fra una parolaccia e un urlo promette discese in massa su Roma per parlare direttamente con il Primo Ministro in quella che ha definito "Cammino degli inessenziali" c'è un altro gruppo di ristoratori che preferisce una linea più soft.
Fra questi lo chef stellato Filippo Saporito che in un'intervista uscita su Il Giornale, premettendo che rispetta chi prende questo tipo di iniziative, dichiara di preferire battere altre strade per portare le istanze della categoria nelle stanze decisionali dato che le manifestazioni di piazza non essendo più negli anni '70 rischiano di essere derubricate a folklore ed essere quindi inefficaci.

Su questa linea è anche Vincenzo Ferrara, per gli amici Enzo storico patron dell'Osteria del Porcellino e uomo da rotocalchi per la fidanzata vip che, dal cuore di Firenze ha un osservatorio privilegiato in via Val di Lamone, subito alle spalle dello storico mercato.

"Da quando abbiamo riaperto a pranzo lavoriamo tutti pochissimo - racconta - I turisti sono quasi spariti e lo smart working ha tolto dai nostri tavoli gli impiegati degli uffici. La sera stavamo iniziando a riprenderci un po' e ora arriva questo Dpcm.
I clienti stavano tornando specie durante il fine settimana e soprattutto la sera. Adesso chiudendo alle 18.00 non sappiamo cosa potrà succedere.
Rispetteremo le regole, ma la speranza è che ci sia un'apertura per la nostra categoria altrimenti fra una settimana sarà tutto più grigio."

Spunta il sole su Firenze subito dopo pranzo, con i clienti "storici" che vorrebbero dare una pacca sulla spalla e dire coraggio ad Enzo che mantiene il suo sorriso radioso.
Ma i volti sono mesti dietro tutti gli altri banconi della Firenze che solo un anno fa era quella del pigia pigia e degli spintoni dietro la guida di turno di sciami veloci di turisti mordi e fuggi.











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