Per tanti fiorentini il conto alla rovescia è già iniziato. Il 31 dicembre, data in cui se tutto va bene finirà in italia lo stato di emergenza, sarà anche l'ultimo giorno in cui il comune di Firenze permetterà lo spalmarsi selvaggio gratuito di tavolini di ristoranti, bar, gelaterie e pizzerie fra vie, piazze e ogni qualsiasi altro pertugio pubblico della città.
"I tavolini sono troppi, bisognerà ridurli" ha ammesso anche il sindaco Dario Nardella alcuni giorni fa. Una presa di coscienza per tanti ovvia... basta camminare per la città per comprendere come la cosa sia sfuggita di mano.
C'era da aspettarselo però che la concessione gratuita di suolo pubblico portasse a questo boom che ha nel numero record di 1500 concessioni la punta dell'iceberg di una gratuità per alcuni che ha penalizzato altri.
Una guerra (fra poveri?) quella fra "somministrazione" e altre categorie merceologiche che parte da lontano, quando ancora l'era pandemica non era iniziata e già a colpi di comitati e ricorsi si guerreggiava nelle vie più affollte del centro per l'overdose di mangificio in cui era caduta una città divenuta troppo da turismo mordi e fuggi.
E' pronto quindi, annuncia il comune insieme al 2022 un nuovo piano per i tavolini dei locali all’aperto. Chissà cosa ne sarà delle 1500 concessioni quando scadrà la gratuità.
Il sindaco Nardella ha spiegato che è iniziato il lavoro assieme all’assessore al commercio ed attività produttive Federico Gianassi. "che ci consenta di far tesoro delle cose positive, i tavolini sono stati molto apprezzati, ma di ridurre quelle situazioni dove c’è stato un impatto eccessivo — ha affermato il primo cittadino a Lady Radio — è evidente che nulla può tornare come prima, né senza tavolini, né con la situazione attuale. Dovremo rivedere tutto, ma il tempo c’è, abbiamo due mesi e più per farlo".
Nessuna notizia ancora filtra su eventuali tariffe agevolate rispetto alla Cosap pre pandemia o sulle zone in cui si sono registrate le criticità, sui criteri nella nuova programmazione, ma la volontà politica c’è e dalle parole del sindaco si intuisce chiaramente che comunque ci sarà un taglio rispetto al numero di tavolini e sedie di oggi, che con il loro moltiplicarsi hanno tolto peraltro molti posti di sosta per auto e motorini danneggiando i residenti.
La presenza di tavolini ovunque e di fatto ha moltiplicato quell'effetto mangifiio pre pandemia che doveva essere un modello mai più replicabile nella Firenze che sarà.
Un'invasione che ha fatto più scontenti che contenti.
Tavoli che impediscono per altro, a limite del legale la normale circolazione anche dei pedoni e rendono difficilissima la vita a portatori di handicap o mamme con la carrozzina costrette a improvvisarsi slalomiste fra coperti improvvisati che si pongono il dubbio se tutto ciò è legale e verificato o se invece a qualcuno nella tavolino mania sia sfuggita la mano.
Tante strade sono impraticabili dalla periferia al centro storico.
Via Gioberti il piccolo centro fuori dal centro che due anni fa prima del reatyling fu oggetto di una rivolta per la riduzione dei posti auto oggi si è silenziosamente piegato alla sparizione di quasi tutti i posti auto per l'unicum di tavolini, sedie e deohor che la percorre per quasi tutta la sua lunghezza dimostrando che il commerciante vince sempre sul residente.
Le logge di Piazza della Repubblica sono impraticabili considerando che alle storiche bancarelle si sono aggiunti centinaia di tavoli, tavoloni, sedie e sgabelli spesso disordinatamente posizionati anche nel centro del passo pedonale.
Che dire poi di via de Magazzini, unico accesso veicolare possibile per piazza della Signoria dove anche un'utilitaria per poter transitare e costretta a sfiorare i tavolini a bordo muro oppure di Borgo la Croce e via Pietrapiana dove dall'ora dell'aperitivo in poi è vietato sentirsi male perchè in caso di necessità un mezzo di soccorso per passare dovrebbe attendere il fine pasto degli avventori dei tanti locali sparpagliati per la via.
La situazione più surreale si consuma però in via Nazionale da anni unica via d'accesso veicolare per la stazione di Santa Maria Novella e di conseguenza trasformata nella principale camera a gas fiorentina.
Qui dove normalmente transitano centinaia di bus all'ora e che formano un serpentone a passo d'uomo i tavolini sono ficcati al millimetro financo nei paletti di protezione del marciapiede. Oltre all'ovvia pericolosissima posizione (se per caso sfuggisse il freno a qualche veicolo in coda non vogliamo nemmeno pensare cosa potesse succedere) com'è possibile proporre ai propri avventori (e loro accettare) di mangiare e bere respirando la venefica aria dei tubi di scarico di migliaia di auto che ogni giorno insistono nella via? Chi ha autorizzato una situazione simile? Chi la controlla?
Tante le domande che cercano risposta e una sul finale
Il 31 dicembre 2021 quando la festa sarà finita quanti tavolini sopravviveranno all'obolo del suolo pubblico?