E' arrivato il giorno atteso, quello dell'aduzione del Sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino Alexander Perreira dopo le polemiche dei giorni scorsi sulle presunte spese eccessive fatte da lui con la carta di credito dell'Ente di cui il Comune di Firenze è socio.
Un'audizione che, come ha giustamente sottolineato un quotidiano oggi e ribadito il presidente della Commissione Antonio Montelatici "non è un processo", il nostro è un organo politico e così agiremo.
Tanti giornalisti tutti insieme nelle Commissioni di Palazzo Vecchio si vedono solo nelle grandi occasioni e questa era una di quelle.
Perreira esordisce subito snocciolando cifre e sottolineando come nella sua carriera è semppre stato "famoso" èer riuscire a trovare sponsor esterni.
Lo aveva già fatto a Salisburgo, a Zurigo e anche alla Scala di Milano ed era talmente preceduto da questa fama che quando ha accettato l'incarico del Maggio era già riuscito a trovare 350 milioni di euro per le altre istituzioni che avevo diretto in passato.
Numeri, tanti numeri quelli snocciolati in audizione. Si parte dai 60 milioni di euro di debiti con cui è arrivato a Firenze con la supplica che solo lui poteva riuscure a salvare l'Ente dal fallimento.
Oggi, nonostante il covid e le chiusure dei teatri i debiti, sottolinea il Sovrintendente sono scesi a 52 milioni. Per limitarsi all'ultimo anno i finanziamenti trovati sono stati pari a 7,5 milioni e il bilancio è positivo per 450.000 euro.
"Se non avessi trovato i 7,5 milioni con gli sponsor la Fondazione del Maggio sarebbe fallita - ha aggiunto - Prima del mio arrivo il Maggio aveva 2,6 milioni di sponsorizzazioni, poi siamo arrivati a 4 nonostante il Covid. E ora, appunto, a 7,5 milioni".
Pereira ha anche aggiunto addirittura che "col Covid c'era un forte problema sulle sponsorizzazioni. Le persone volevano rinunciare alla sponsorizzazioni, abbiamo dovuto convincere gli sponsor a non andare via e, nello stesso momento, ho cercato nuovi introiti. Però la speranza di trovare nuovi soldi a Firenze era zero. Firenze non è una città molto generosa. Per cui era chiaro che l'unica chance che avevo di far vivere il Maggio era trovare soldi all'estero. Avevo una rete molto forte in Svizzera, da qui i miei viaggi".
Sull'audizione in Palazzo Vecchio sottolinea "sono contento di aver avuto la possibilità di spiegare le cose, tutti hanno ascoltato e non c'era polemica. Io sono qui per correggere gli errori, ma qui non ho sbagliato: non sono un truffatore, penso che le persone lo abbiano capito. Io resterò alla guida del Maggio, nessuno ha chiesto le mie dimissioni".
Sicuramente è in buona fede e questa sensazione anche fra i mugugni finali dell'Opposizione l'hanno avuta tutti. Poco convinti delle sue risposte Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune.
Non lo sono nemmeno i Cinque Stelle Lorenzo Masi e Roberto De Blasi che spingono sulla questione morale e soprattutto se era necessario dato il compenso del Sovrintendente che per le famose cene allestite a casa sua la spesa al supermercato fosse fatta con la carta di credito dell'Ente. Punta dritto contro il compenso di Pereira anche il Vicepresidente del Consiglio Comunale ed esponente di Centro Emanuele Coccolini che chiede a Perreira senza ottenere risposta se ritiene normale che il suo compenso sia doppio rispetto a quello del Sindaco che lo ha nominato e pari a quelle del Presidente della Repubblica.
La butta sulla parafrasi calcistica il consigliere Pd Massimo Fratini che sottolinea che abbiamo voluto un Sovrintendente da Champions League che deve svolgere il suo lavoro senza dimenticare però che eravamo pericolosamente in zona retrocessione...
Non è convinto nemmeno Alessandro Draghi di Fratelli d'Italia che ha sollevato il polverone e che ha sottolineato come chi ha difeso Perreira fossero suoi amici come il Maestro Metha che gli ha affittato la casa di Firenze e che ricorda del famoso elicottero per andare in Svizzera lo scorso aprile.
"Dovevo incontrare miei contatti importanti per le sponsorizzazioni a una cena fra cui Roche e Rolex" sottolinea il sovrintnendente, ma non abbiamo saputo se questa cena era improvvisata last minute e da qui l'esigenza di volare in elicottero e se la stessa abbia prodotto i frutti in euro sperati per il Maggio.
Quanto alla casa affittata da Metha il sottolineare che "se posso potrei permettermi di più perchè con 4000 o 5000 euro il mese a Firenze si può affittare anche un piccolo castello" ha sortito solo l'effetto di sarcarsmo in sala e confermato che gli artisti probabilmente vivono in una realtà parallela che non gli permette di sapere che molti vivono in strada e durano fatica anche a pagare 50 euro al mese di affitto.
La chiusura non può essere che con una nota di colore sulle famigerate cene. Al di là che il Sovrintendente ami cucinare e sia un amante del buon cibo e notorio a chi bazzica gli ambienti della lirica che l'invito personale per cena a casa è uno strumento diplomatico importantissimo per scardinare ogni difficoltà e Perreira da uomo navigato usa molto bene questa opportunità.
Che Alexander Perreira sia un'amante della tavola e del buon cibo per chi come chi scrive si occupa anche di enogastronomia è notorio e anche nella recente presentazione delle Guide Espresso al Teatro del Maggio ha dato sfoggio della sua passione e delle sue conoscenze in materia ammaliando per 5 minuti buoni la platea di blasonati chef stellati e il fior fiore del giornalismo di settore nazionale.
Ecco perchè alla fine del one man show di oggi in Palazzo Vecchio l'unica nota conclusiva è che non siamo riusciti a conoscere i menù delle cene d'affari di casa Perrieria. Speriamo solo che davvero non si limitino a "quattro polli con patate a 180 euro" come ha sottolineato in audizione perchè qui o non tornano i polli o non tornano le cene...