Brutti sono brutti. Decisamente atipici per la cultura e la tradizione di Firenze. Stridono con i monumenti rinascimentali e la tradizione culturale della regina del Rinascimento tutti quei mezzi a tre o quattro ruote che negli ultimi anni hanno invaso le strade di Firenze e che, con la recente norma che liberalizza il trasporto turistico, aumenteranno ancora.
Biciclette carrozzate e souk in stile indiano nel centro storico fiorentino, che rimandano ai tanti visitatori un'immagine della città falsa.
I fiaccherai fiorentini, che preservano una tradizione e un pezzo di cultura, troppo spesso e a sproposito accusati di non curarsi degli animali (proprio loro…), devono "combattere" ogni giorno con la concorrenza di un manipolo di autisti non indigeni che a malapena parlano l'italiano, spingendo imbarazzanti carrozzoni su ruote o motorizzati nel centro storico e spingendosi fin sul Piazzale Michelangelo, pieni di turisti, improvvisandosi ciceroni di una città che nemmeno loro conoscono (ho sentito con le mie orecchie uscire dalla loro bocca castronerie enormi…) o facendosi sostituire da un monotono audio registrato.
Al di là della qualità del loro servizio e della loro regolarità, che non sta a noi giudicare né verificare ma a chi di dovere, ciò che preoccupa è la loro costante violazione delle più elementari norme di rispetto e buona creanza nei confronti stessi della città che "usano", rappresentando uno dei volti peggiori dell'overtourism.
Sempre più numerose sono le segnalazioni che giungono in redazione da parte di chi vive o frequenta per una passeggiata la meravigliosa area di San Niccolò, delle Rampe del Poggi e del Piazzale Michelangelo, a proposito della loro continua violazione dell'area pedonale, che è, ricordiamo, un grande monumento patrimonio Unesco.
Gli imbarazzanti souk e carrozzoni, per abbreviare il giro centro-Piazzale e caricare più turisti possibile, anziché transitare regolarmente come da codice della strada per via dei Bastioni per poi scendere in via San Niccolò e girare in piazza Poggi, preferiscono la scorciatoia di infilarsi nell'area delle Rampe, danneggiando e rompendo le catene che dovrebbero delimitare l’area pedonale.
Controlli assenti, zero rispetto per la città o per l'area Unesco, per i pedoni e per i residenti. Può veramente essere chiamato turismo questo?