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Firenze tagliata in due per molte ore dopo lo scontro auto-tramvia. A nudo tutte le carenze di una mancata programmazione

Solo alle 22 il viale Fratelli Rosselli è stato riaperto al traffico. Cittadini imbufaliti bloccati per ore nel caos. Il tam tam sui social della rabbia.

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La foto dell'incidente La foto dell'incidente © OK!News24
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Quella di ieri, giovedì 9 gennaio 2025, rimarrà indubbiamente una delle pagine più nere per il traffico fiorentino, mettendo in luce tutte le criticità di una linea tramviaria progettata senza una visione adeguata.

In una giornata di grande traffico, seguita alla ripresa delle normali attività dopo le festività di fine anno e resa ancor più caotica dalla pioggia intermittente, è bastato davvero poco per generare il caos. Un banale incidente stradale, un evento che statisticamente può verificarsi con frequenza, ha provocato la totale paralisi del traffico cittadino.

Era il primo pomeriggio quando, per cause ancora da accertare, un’automobile si è scontrata con la tramvia all’incrocio tra viale Fratelli Rosselli e via Guido Monaco. Lo scontro, evidentemente violento, ha causato il deragliamento del "treno", aggravando ulteriormente una situazione già complessa. (articolo qui)

Che si trattasse di un treno, come molti sostengono da tempo, è confermato dal fatto che per rimuoverlo e riposizionarlo sui binari siano state necessarie molte ore, con l’intervento di una gru apposita. Tant’è che solo alle 22 il viale Fratelli Rosselli ha potuto finalmente ricucire lo strappo tra i due lati di Firenze.

Nel frattempo, nonostante i tentativi della Polizia Municipale di individuare soluzioni alternative per deviare il traffico e persino l’apertura straordinaria della ZTL per alleggerire la situazione, si è verificato un caos totale. Questo episodio ha confermato che, a Firenze, solo i viali di ideazione e costruzione ottocentesca – pensati per cavalli e carrozze – offrono una circonvallazione valida, seppur inadeguata, per una città del XXI secolo.

Firenze sembra una città senza visione, dove ci si è concentrati esclusivamente sulla cosiddetta "cura del ferro", esibendo un'ecologia di facciata. Il ripristino di una rete tramviaria ormai obsoleta, progettata oltre 30 anni fa, ha finito per spezzare la città in più punti, specialmente lungo quei viali di circonvallazione che non hanno mai visto un’alternativa concreta. Firenze resta, caso unico in Italia, una delle poche città a non disporre di una circonvallazione gratuita.

L’incidente avvenuto in via Guido Monaco, che ha scatenato l’indignazione di tanti fiorentini e pendolari bloccati in auto e costretti a rientrare a casa solo in tarda serata, è solo l’ennesima manifestazione plastica di un progetto sbagliato nei tempi e nei modi.

Un progetto che penalizza la mobilità privata per favorire quella pubblica, ma senza prima creare alternative. Le ferrovie, specie nelle tratte dei pendolari, presentano quasi quotidianamente problemi di carrozze guaste, treni soppressi e gravi ritardi. Quanto alle linee di autobus urbani, il sistema è un totale fallimento dopo la cessione alla multinazionale francese, che genera ritardi continui per la carenza di autisti, sempre meno disposti a lavorare in condizioni precarie e con turnazioni insostenibili.

I parcheggi scambiatori, tanto decantati, sono rimasti solo nei progetti su carta, mentre le future tramvie "green" rischiano di ridurre ulteriormente la viabilità sui viali di circonvallazione, aumentando la possibilità di episodi come quello di ieri. Inoltre, queste tramvie prevedono l’abbattimento di numerosi alberi cittadini, contribuendo all’espansione delle isole di calore. Difficile credere alla narrazione ormai stantia secondo cui "tagliamo un albero grande per piantarne tre piccoli", spesso destinati a morte per mancanza di cure adeguate.

L’incidente di ieri è solo uno dei tanti che coinvolgono il sistema ferroviario di Firenze. Non è il primo e, purtroppo, non sarà l’ultimo. Tuttavia, ciò che risalta è la totale assenza di una pianificazione alternativa per la viabilità. È vero che gli incidenti non sono sempre prevedibili, ma dovrebbe essere doveroso per un’amministrazione prevedere soluzioni che garantiscano la sicurezza e la fluidità del traffico in casi di emergenza.

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