17 MAR 2025
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Forteto. Due assistenti sociali indagate

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Forteto. Due assistenti sociali indagate Forteto. Due assistenti sociali indagate © n.c.
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Nella relazione dell’inchiesta Bis, si scrive: «Perfettamente integrati nel clima di benevolenza e fiducia, gli operatori dei servizi sociali coinvolti negli affidi verso la comunità-setta, non hanno compiuto in maniera scrupolosa il loro compito di vigilanza (…) in questo tilt procedurale si ravvisa uno dei primi elementi del cortocircuito generatosi attorno al Forteto». Se si giudica la storia delle due assistenti sociali sulle quali la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo, le motivazioni dei consiglieri regionali delegati all’ indagine (conclusa due settimane fa), appaiono fondate. Secondo quanto appreso ieri in aula, dal Pm Ornella Galeotti, Simona Ceccherini è indagata (già dal 2014) per abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, Annalisa Melli, invece, lo sarà per falsa testimonianza. Assieme ad altri 11 testimoni che nel processo di primo grado avrebbero testimoniato il falso. Simona Ceccherini, è stata assistente sociale a Vicchio dal 1997 al 1999 – periodo nel quale entra in contatto con la comunità – per poi trasferirsi a Rufina, dove tuttora lavora. E dal 2008 al 2013 ha ricoperto anche il ruolo di giudice onorario al Tribunale dei Minori. Lei, dal Forteto, si sarebbe sentita ingannata. Come riportato nell’ inchiesta, constatando il miglioramento dei bambini a scuola e una «condizione di progressivo benessere», non vedeva perché dovessero esserci problemi. O meglio, non voleva vedere. Alla Ceccherini, infatti, negli anni non viene mai in mente di sbirciare le carte sulle beghe giudiziarie di Fiesoli, e ritiene di poter soprassedere sulla condanna – passata in giudicato – del 1985. Voci di popolo da accantonare senza star lì a perder tempo. Inoltre, si dimentica della sentenza della Corte Europea nel luglio del 2000, dichiarando – ai commissari – di averne preso atto solo nel 2013. E questo anche se i due fratelli coinvolti, la cui madre reclamava il diritto naturale di stare coi figli, li seguiva lei. Dopo l' esposto a Strasburgo e la condanna per l’Italia non si accorge di nulla. Come pure chiude un occhio quando le arrivano ripetuti cinguettii sulle difficoltà relative agli affidi per le famiglie funzionali. Non a caso, nella documentazione, si ricorda: «La fiducia dell’assistente sociale è così granitica da non venire scalfita neppure quando, nel tempo, le sono via via giunte notizie di criticità relazionali tra le coppie affidatarie». Insomma: la Ceccherini non sapeva e si sarebbe fidata; non conosceva e non avrebbe domandato. Ora, agli inquirenti, dovrà spiegare qual è il trucco. Annalisa Melli il 18 maggio di quest’anno è stata chiamata a testimoniare per il processo Fiesoli Bis, dove il Profeta è accusato di aver costretto un ragazzino a subire violenze sessuali dall'età di 11 anni - quando su proposta dell’assistente sociale fu mandato al Forteto - fino all'età di 15 anni, quando è fuggito. A S., testimone nel principale processo, Fiesoli amava ricordare: «Io ti ho salvato». Il ragazzo era iscritto alle scuole medie nel Mugello e, per l'amicizia con uno dei minori della comunità, si recava occasionalmente al Forteto. A seguito di gravi traumi familiari, manifestò evidenti problemi sia nel rendimento scolastico che nella quotidianità. Così intervenne la Melli, allora operativa a Vicchio e oggi di stanza a Barberino, con il consiglio provvidenziale. Lei, però, che non vedeva (ma si fidava), proprio un mese e mezzo fa ha dichiarato di non aver conosciuto Fiesoli e di non aver mai saputo quale fosse il suo ruolo all’interno della struttura. Ma per i suoi trascorsi e le sue frequentazioni, non poteva non sapere, e quindi partirà l’inchiesta. In attesa della verità.


Rettifica ai sensi dell'art. 8 L. 47-1948, aggiunta in data 25 Luglio. Di seguito pubblichiamo quanto, nell'interesse della Sig.ra Annalisa Melli, ci comunica l'avvocato Francesco Bevacqua. Un intervento, cui volentieri diamo spazio, che mette in luce la ricostruzione dei fatti così come operata dalla protagonista.

Scrivo nell'interesse della signora Annalisa Melli, Assistente Sociale del Comune di Vicchio, interessata dal contenuto dell'articolo "Forteto. Due assistenti sociali indagate, la storia" a firma di Simone Cosimelli, pubblicato il 6 luglio 2016 sul sito del giornale online OkMugello.

L'Assistente sociale Melli reputa che talune affermazioni e valutazioni ivi riportate oltre a non rispondere a verità, per le modalità espressive prescelte, siano assolutamente lesive della sua dignità personale e professionale e chiede perciò adeguata rettifica tramite pubblicazione della presente, riservando all'opportuna sede ogni iniziativa a tutela della sua onorabilità.

Anzitutto non risponde affatto a verità, come riporta l'articolo, che a causa dell'intervento dell'Assistente sociale Melli e del suo 'consiglio provvidenziale", la vittima degli abusi per cui è in corso di celebrazione avanti al Tribunale di Firenze il "Processo Fiesoli Bis", avrebbe frequentato la Comunità Il Forteto, ove poi si sarebbero consumati i fatti oggetto di accertamento da parte del Tribunale.

Documenti inoppugnabili dimostrano che l'intervento dell'Assistente sociale Meli' non ha riguardato affatto le frequentazioni del giovane col Forteto; la stessa ha puntualmente ricostruito e riassunto la vicenda nelle relazioni a suo tempo trasmesse al Tribunale per i Minorenni, con successive denunce ai Carabinieri di Vicchio e alla Procura della Repubblica, che pure attestano con la forza dell'evidenza la serietà del suo operato, volto esclusivamente alla tutela dell'unità familiare e dei minori.

In secondo luogo, i richiami contenuti nell'articolo ai "trascorsi" e alle "frequentazioni" dell'Assistente sociale Meni col Forteto "che non vedeva (ma si fidava)", alludendo significativamente a rapporti, mai esistiti, di compiacenza e/o connivenza della stessa con gli autori di presunti abusi, si risolvono in gratuiti rimproveri di superficialità professionale e cieca dabbenaggine della stessa, tanto lesivi quanto non consentiti.

L'Assistente sociale Melli in proposito rivendica con fermezza di non avere mai avuto "frequentazioni" o "trascorsi" personali e tanto meno particolari coi membri della Comunità: le situazioni in cui ha dovuto incontrare e conoscere membri della Comunità Il Forteto sono state determinate solo da ragioni professionali, all'unico scopo di adempiere al mandato assistenziale ricevuto con probità, imparzialità e rispetto sia delle persone coinvolte che dei valori implicati.

Infine, ma non da ultimo, l'Assistente sociale Melli vuole rappresentare, a scanso di ogni equivoco pure generato dall'articolo, di essere stata indagata dall'Autorità Giudiziaria non già a causa del suo operato nella vicenda bensì in relazione a un'ipotesi di falsa testimonianza per dichiarazioni dalla stessa rese nel corso del "Processo Fiesoll bis".

Riguardo tale accusa, l'Assistente sociale Melli si è già sottoposta ad interrogatorio su invito del P.M. D.ssa Galeotti e nel corso dello stesso ha inteso fornire tutte le spiegazioni necessarie ed utili a chiarire la sua posizione, sgombrando il campo da possibili ombre e fraintendimenti che l'articolo citato sembra volere alimentare.

Nel rimanere in attesa di cortese riscontro, invio distinti saluti.

Avv. Francesco Bevacqua

 

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