
Quasi due mesi di udienze, accesi scontri nei dibattimenti, arringhe infuocate, estenuanti rinvii e 32 ore di camera di consiglio. Nella tesa atmosfera generale, alla fine, dal collegio della Corte d’Appello di Firenze (presieduto da Luciana Cicerchio assieme ad Alberto Panu e Angela Annese) è arrivato il verdetto sul Forteto: regge l’impianto accusatorio e la condanna al sistema, malgrado assoluzioni e sconti di pena maturate anche grazie al decorrere della prescrizione. Delle 16 condanne penali sancite dal Tribunale il 17 giungo 2015, 10 sono confermate. Il fondatore del Forteto, Rodolfo Fiesoli - principale imputato per maltrattamenti e violenze sessuali - e Luigi Goffredi, numero due della comunità, ottengono una riduzione di due anni a testa, senza però riuscire a ribaltare l'esito in primo grado: 15 anni e 10 mesi per il Profeta, 6 per l’ideologo. Dimezzata la pena a Daniela Tardani: da 7 anni a 3 anni e due mesi; mentre meno di tre anni di reclusione per gli altri (Mauro Vannucchi a parte con 3 anni e due mesi). Si restringe la condanna in solido a carico della Cooperativa agricola riguardo i risarcimenti dovuti – circa 1 milione mezzo di euro - a causa di una questione procedurale rilevata nella sentenza redatta dal collegio del giudice Marco Bouchard, l’anno scorso. Così per tre delle parti civili e gli enti in causa (Unione Montana Comuni del Mugello, Comune di Vicchio, Comune di Borgo San Lorenzo, Regione Toscana, Città MET di Firenze) a pagare saranno direttamente gli imputati. Mentre per le altre parti civili spetterà comunque all’azienda corrispondere le cifre stabilite. Vittoria isolata per Stefano Pezzati, ex-presidente storico della Coop: assolto ieri sera a livello penale (e in parte prescritto) nonostante i 4 anni e 6 mesi rimediati in primo grado. Esce invece sconfitto l’avvocato Lorenzo Zilletti, infervorato difensore di Fiesoli (resterà una sua frase: «Rodolfo non è un orco»), che vede confermare per il suo assistito i gravi reati contestati a seguito delle strazianti testimonianze messe a verbale. Gli avvocati della difesa, serrati nel denunciare un complotto ordito dalle vittime per finalità venali, hanno insistito per tutto il processo su alcuni cavilli giuridici e sul mancato rispetto del diritto costituzionale degli imputati. Di contro, la Pm Ornella Galeotti, il sostituto Procuratore generale Adolfo Sgambaro e i legali delle parti offese hanno cercato di smontare la credibilità degli attacchi ricevuti ricordando le violenze compiute nella vallata Mugellana. A conti fatti però, innegabilmente, il colpo di spugna della prescrizione ha offuscato la vittoria dell’accusa. Presente in aula, Jacopo Alberti (Lega), membro della seconda commissione d’inchiesta, ha espresso soddisfazione per la scelta della Coorte. «Mi auguro di cuore - ha affermato - che Fiesoli e Goffredi paghino fino in fondo per le loro nefandezze, una volta che anche la Cassazione avrà modo di giudicarli per la terza volta colpevoli». E poi: «Il Forteto si è confermato una setta che in tanti anni ha goduto impunemente di coperture politico-istituzionali, condizionando pesantemente la vita di tanti giovani». A rincarare la dose Giovanni Donzelli (FdI): «L’impianto accusatorio della Procura ha retto. L’appello ha sancito in via definitiva nel merito che il Forteto è stata una setta». Ma, aggiunge, «è assurdo che i responsabili, dopo aver rovinato la vita a centinaia di persone, restino a piede libero: su tutti lo stesso Fiesoli». Per Sergio Pietracito, presidente associazione vittime, la vittoria non sta tanto nel vedere gli imputati con lo spettro delle manette sempre più vicino, ma nella caduta dell’impianto criminale del Forteto, vissuto per oltre 30 anni all’ombra di una Toscana insensibile all’orrore. E con gli occhi chiusi. «Finalmente – ha spiegato - dopo due processi definitivi, uno nell’85 e uno nel 2000 (della Cedu, la Corte Europea, Ndr), due indagini regionali, due condanne in primo e secondo grado, speriamo la popolazione locale si renda conto che non c’era nulla di inventato. Da stasera, per riconoscere la verità, non servirà molto coraggio». Le procedure aperte sul Forteto, comunque, non si esauriscono col filone principale. In attesa di sentenza c’è il cosiddetto processo Fiesoli-Bis (dove il Profeta è alla sbarra per abusi su un giovane entrato in comunità all’età di 11 anni). Inoltre, resta aperto il fascicolo della Procura su 13 nuovi indagati: 12 per falsa testimonianza in Tribunale, uno per abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio (qui articolo). La storia, dunque, è tutt’altro che archiviata. Condannati in primo grado il 17 giugno 2015: Rodolfo Fiesoli: 17 anni e mezzo, Luigi Goffredi: 8 anni, Daniela Tardani: 7 anni, Francesco Bacci: 3 anni e 6 mesi, Angela Maria Bocchino: 1 anno, Mariella Consorti: 3 anni e 6 mesi, Marida Giorgi: 1 anno, Silvano Montorsi: 3 anni e 6 mesi, Stefano Pezzati: 4 anni e 6 mesi, Gianni Romoli: 3 anni, Stefano Sarti: 3 anni, Elisabetta Sassi: 3 anni, Luigi Serpi: 4 anni e 6 mesi, Francesca Tardani: 3 anni e 6 mesi, Elena Maria Tempestini: 3 anni e 6 mesi, Mauro Vannucchi: 4 anni e 6 mesi. Assolti: Marco Ceccherini, Elena Lascialfari, Matteo Pizzi, Domenico Premoli, Sauro Sarti, Doriano Sernissi, Andrea Turini. Condannati in secondo grado il 15 luglio 2016: Rodolfo Fiesoli: 15 anni e 10 mesi, Luigi Goffredi: 6 anni, Daniela Tardani: 3 anni e 2 mesi, Mauro Vannucchi: 3 anni e 2 mesi, Elena Tempistini: 3 anni, Luigi Serpi: 2 anni e 8 mesi, Bacci Francesco: 2 anni e 8 mesi, Consorti Mariella: 2 anni e 9 mesi, Francesca Tardani: 2 anni e 2 mesi, Giorgi Marida: 1 anno e 8 mesi. Assolti: Gianni Romoli, Stefano Sarti Prescrizione e assoluzione parziale: Stefano Pezzati, Silvano Montorsi Prescritti: Angela Maria Bocchino, Elisabetta Sassi
Forteto. Quello che non si dice su Stefano Pezzati ~ OK!Mugello
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[…] Chiara Carovani - sabato 16 Lug 2016 1 0 Sulla sentenza di ieri (15/07/2016- leggi qui l’articolo) per l’inchiesta “Il Forteto”, riceviamo la nota della Cooperativa, la […]