L'ex candidata sindaca di Ri-bella Firenze e leader di Vivibilità Firenze, Francesca Marrazza, non ci sta! Non piace il paventato scempio verde che andrà in scena a Firenze. Dopo la passeggiata che ci siamo fatte insieme sotto Ferragosto, quando, alla chetichella e approfittando del periodo estivo, sono stati abbattuti moltissimi alberi all'interno del parco dell'Anconella per far posto al ponte che dovrà collegare Bellariva a Gavinana, e all'indomani della conferenza dei servizi, che ha disegnato un futuro fosco per le alberature fiorentine, e dopo l'incontro con i verdi di Palazzo Vecchio, che siedono in maggioranza, e con il leader di Spc, Dmitri Palagi, schierato con gli alberi, abbiamo riparlato con Francesca Marrazza.
"Quanto pubblicato dalla stampa all'indomani della conferenza dei servizi è imbarazzante ed è chiaramente voluto da un partito politico che ora si trova a dover giustificare l’ingiustificabile. I famosi Verdi, naturalmente, di sinistra, che hanno sostenuto l’elezione della sindachessa e che ora siedono nel salone dei Duecento, sono stati colti con la mano nella marmellata," esordisce senza tanti giri di parole. "Infatti, nel loro pamphlet a sostegno della tramvia T3, dimenticano o decidono di non parlare degli abbattimenti necessari per la messa in opera del brucomela cittadino!
Ops! Sbadati?
Oppure scrivere che sarebbero stati abbattuti circa 1000 alberi sembrava troppo per poter sostenere il progetto e fregiarsi del titolo di verdi ed ambientalisti. Si vantano poi di aver messo lo zampino sulla salvezza degli alberi al Gignoro… 'A parte la follia della deviazione, a parte che sono una ventina su 360 quelli salvati, siamo sicuri che sia una mossa “green?"'
Quanto all'abbattimento degli alberi di Don Minzoni, "si racconta che sia una decisione del Ministro, senza dire però che dei due progetti presentati, uno non aveva i requisiti di sicurezza, quindi, di fatto, ce n'era uno solo... e per l’appunto è stato scelto quello! Tralasciamo il sottopasso, perché ci vorrebbe un capitolo a sé."
In viale dei Mille, gli alberi non saranno toccati se non alle fermate, dove entreranno in funzione le motoseghe... "Giornalismo metafisico!", controbatte la leader di Vivibilità. "Le fermate saranno tre; da come ci fu detto, a ogni fermata saranno abbattuti circa 20 alberi. 3 × 20 fa 60! Quindi 60 alberi sentiranno il ferro delle motoseghe.
Con rara sapienza, si dribbla facilmente viale Malta e viale Fanti e si comunica che, in effetti, viale Duse e viale Verga, alcuni di viale Mamiani ma non si capisce, verranno effettivamente tirati giù tutti… Intanto ci sono da considerare gli abbattimenti delle altre fermate in viale Fanti e in viale Malta… sicuramente, quindi un’altra sapiente omissione!
E, non c’è bisogno che si dica, gli alberi tagliati per le fermate non saranno mai ripiantati in loco; devono essere quelli che – come dissero Nardella, Parenti e Pierguidi all’incontro del 26 giugno 2023 al teatro dell’Affrico – saranno ripiantati a Trespiano, che è sempre quartiere 2!"
Poi ci sono gli alberi che saranno “spostati” per allargare la strada. "Da quando sono nata – sottolinea Marrazza – ho sempre notato una certa refrattarietà degli alberi a spostarsi da soli, quindi immagino sia una vox poetica per dire che taglieranno gli esistenti e ne ripianteranno di nuovi qualche metro più indietro; pertanto, via altri alberi adulti, sani, a chioma rotonda, per far spazio ad alberelli trovati a sconto da qualche vivaista di Pistoia che ne aveva in esubero per qualche motivo...
Tutto questo per dire che circa 360 alberi verranno abbattuti, creando altre isole di calore dove non c’erano e distruggendo un ecosistema urbano di pregio con l’avallo dei Verdi di Ecolò... che, non potendo trovare giustificazioni razionali a questo disastro ambientale travestito da modernità, lo hanno semplicemente omesso. Ora, se c’è una cosa che fa imbestialire, non è solo pensare di subire un’ingiustizia che si ripercuoterà maggiormente sulle generazioni future, ma piuttosto essere presi per cretini."
E per finire, ecco quello che Marrazza definisce "l’acchiappacitrulli" per antonomasia:
"Dicono che ne saranno ripiantati di più… eccollallà la soluzione e l’assoluzione del male… Ma davvero c’è qualcuno che ancora non capisce che a livello ambientale e di salute pubblica non è la stessa cosa? Tagliare 300 alberi in un tempo brevissimo comporterà degli scompensi di cui soffriranno anche i rimanenti. Gli alberi non sono panchine o tavolini da bar, sono vivi e non se ne decreta lo spostamento o l'eliminazione come fossero complementi d’arredo! Gli alberi vanno curati, non lasciati seccare per poi abbatterli e piantarne di nuovi!
Il verde pubblico va sostenuto con interventi di manutenzione e sostituzione. Sentire affermare che olmi di 80 anni sono senescenti, quando sappiamo che l’olmo – in natura – può vivere fino a 600 anni, normalmente fino a 200, e ne abbiamo di floridi che superano i 100 anni, fa pensare che o abbiamo molta ignoranza in giro, o si attaccano alla nostra ignoranza per poter portare a termine i loro progetti. Questo è sicuramente un progetto sbagliato, si può fare meglio, si deve fare meglio."
E siccome chi scrive e anche Francesca Marrazza sono abituate a non lasciare le questioni a metà, con la sinistra ecologista che siede sui banchi dell'amministrazione fiorentina e che nel suo report sui benefici della tramvia degli alberi non ha mai parlato in nessuna pagina, ci abbiamo parlato andando diritti al punto, anche perché è proprio un esponente di Ecolò, ovvero Giovanni Graziani, il nuovo presidente della Commissione Ambiente, Vivibilità urbana e Mobilità nel Consiglio Comunale. Un buon segno, dato che, come sottolinea lo stesso Graziani, "per noi era fondamentale che fosse un ecologista a ricoprire quel ruolo."
Per andare diretta sul tema del taglio di tantissimi alberi per lasciare posto ai pali della futura tramvia, vicenda che, a una giornalista che si occupa di ambiente da prima che Greta Thunberg nascesse, non tornava proprio, ho parlato con la capogruppo della parte "verde" della maggioranza, affinché si potesse esprimere sul tema in maniera chiara, diretta e senza equivoci. E così, chiedendo a Caterina Arciprete, ho avuto una risposta precisa che giro per dovere di cronaca ai fiorentini: in poche parole, si è scelto il male minore (anche perché loro il progetto lo hanno trovato già approvato); quindi si avallano le motoseghe perché serviranno per dotare la città di un'infrastruttura fondamentale per garantire un ambiente più sano da qui al futuro. Nessuna parola è stata detta da Arciprete a me personalmente, e non mi risulta nessuna dichiarazione in merito sia uscita da Graziani sugli effetti nefasti presenti e futuri sulla salute pubblica dei fiorentini privati, come abbiamo ben visto con l'estate appena passata, di tanti alberi.
Anche Marrazza con Ecolò si è incontrata per chiarirsi. Lo ha fatto, come le era stato promesso, lo scorso lunedì ed ha apprezzato tantissimo la disponibilità (non scontata) all'incontro e l'ascolto. "Una chiacchierata fluida", l'ha definita. "Hanno avuto la gentilezza e il tempo di ascoltarci anche se poi alla fine – confessa – ognuno è rimasto sulle proprie posizioni, ma sicuramente il confronto serve a tutti. Ecolò ha confermato di considerare la tramvia un'infrastruttura necessaria e tutto è poi giustificabile", conclude Marrazza.
Proficuo anche l'incontro avuto dal comitato Vivibilità con Dimitri Palagi, leader di Sinistra Progetto Comune.
"Con Palagi abbiamo stipulato un patto silenzioso per portare avanti insieme la battaglia contro lo scempio degli alberi.
Il progetto, a ben vedere, fa acqua da tutte le parti; di fatto, va rivalutato non solo sotto l'aspetto green, ma anche tecnico e di sicurezza."
Concludo con una domanda, forse retorica…
Alla fine della realizzazione della tramvia, cambierà anche la toponomastica? Viale Don Minzoni, viale dei Mille, viale Mamiani, viale Duse… come si dovranno chiamare?