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Gabriele Falaschi e l’obiettivo da raggiungere nella boxe: “Diventare professionista e vedere come va“

Nella nostra intervista, il portacolori della società mugellana ci ha descritto questa nobile arte in tre parole, ci ha parlato delle sue...

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 Gabriele Falaschi Gabriele Falaschi © Boxe Mugello
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Dopo tanti successi (Campione Italiano Junior, convocato in Nazionale, selezionato di diritto dalla Commissione Tecnica Nazionali per i Campionati Italiani come testa di serie), il giovane pugile, tesserato con la Boxe Mugello, vuole fare un ulteriore salto di qualità: diventare professionista. È questo l’obiettivo di Gabriele Falaschi, pugile di Santa Maria a Monte, tesserato con la Boxe Mugello. Il giovane atleta vanta circa 80 match con i dilettanti, è stato Campione Italiano Junior nel 2019, è stato convocato in Nazionale, è stato selezionato di diritto dalla Commissione Tecnica Nazionali per i Campionati Italiani come testa di serie ed ha mancato l’appuntamento con gli Europei a causa di un infortunio che lo ha costretto a stare lontano dal ring.

Nella nostra intervista, il portacolori della società mugellana ci ha descritto questa nobile arte in tre parole, ci ha parlato delle sue sensazioni quando sale sul quadrato, ha messo in evidenza il suo punto di forza e ci ha parlato della sua fortuna nell’essere allenato da un maestro come Gabriele Sarti perché “vista la sua esperienza sa sempre cosa dire”.

Com’è nata la passione per la boxe?
“È nata perché ero un bambino in sovrappeso e volevo dimagrire. Non mi piaceva più il calcio e per questo ho scelto questa nobile arte.”

Come descriveresti il pugilato in 3 parole?
“Sacrificio perché grazie ad esso ti puoi togliere tante soddisfazioni, bello perché è uno sport stupendo da praticare, ma allo stesso tempo brutto per una serie di fattori.”

Quali sono le sensazioni che provi quando sali sul ring?
“Provo agitazione per il fatto che devo confrontarmi con una persona del mio stesso livello, ma per il resto sono tranquillo anche se un po’ di emozione si fa sempre sentire.”

Cosa significa essere allenati da un maestro come Gabriele Sarti?
“È bello perché c’è una persona che ti sta dietro, che ti consiglia, che ti segue. E vista la sua esperienza sa sempre cosa dire.”

Molto spesso nella boxe si sente dire che il primo avversario contro il quale devi lottare sei te stesso. Vale così anche per te?
“Quello sempre, l’avversario è dentro di te, non quello che trovi di fronte sul ring.”

Ti ispiri a qualcuno per combattere o hai uno stile tutto tuo?
“Sinceramente uno stile tutto mio no. Ci sono tanti pugili che mi piacciono: Lomačenko, Pacquiao.”

Il tuo punto di forza?
“L’allenamento.”

C’è qualcosa che vorresti cambiare della tua carriera pugilistica? Hai qualche rimpianto?
“Un rimpianto ce l’ho: il fatto di aver disputato troppi match.”

Qual è stata la tua vittoria più bella?
“Gli italiani 2019.”

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
“Passare professionista e vedere come va.”

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