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Giovanni Paszkowski e le sue “Epifanie Assorte”: la mostra a Pontassieve tra arte e memoria

Giovanni Paszkowski non è stato un artista qualunque. Nato a Firenze, fin da giovanissimo aveva mostrato un’intensa inclinazione per...

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Dal 30 maggio al 13 luglio, Pontassieve apre le porte a una nuova esperienza artistica carica di significati: la mostra Epifanie Assorte del pittore fiorentino Giovanni Paszkowski, scomparso nel 2020, prende vita nella suggestiva Sala delle Colonne, all’interno del Palazzo Comunale di via Tanzini. Si tratta della ventesima esposizione del ciclo “Le Colonne”, un progetto nato nel 2015 con l’intento di promuovere l’arte del Novecento e, allo stesso tempo, offrire spazio e voce alle nuove generazioni artistiche. Un’inaugurazione sentita, quella prevista per venerdì 30 maggio alle ore 17:30, che promette di essere non solo un momento celebrativo, ma anche un’occasione di incontro e riflessione sul valore della pittura come mezzo di indagine interiore e collettiva.

Un artista tra memoria familiare e rigore estetico

Giovanni Paszkowski non è stato un artista qualunque. Nato a Firenze, fin da giovanissimo aveva mostrato un’intensa inclinazione per l’arte, un’inclinazione che si è intrecciata fin da subito con le sue radici familiari: era infatti nipote di Giovanni Papini, celebre scrittore e intellettuale. Fu proprio Enrico Vallecchi, editore e amico del nonno, a commissionargli le copertine dei libri di Papini, permettendogli di unire l’amore per il disegno a un’importante eredità culturale.

Nel 1978, la sua carriera artistica prese una svolta decisiva con l’esposizione al Gabinetto Vieusseux di Palazzo Strozzi a Firenze e successivamente alla Galleria Caldarese di Bologna. Da lì in poi, le sue opere hanno trovato casa in gallerie e musei in tutta Italia, ma anche oltre i confini nazionali.

Epifanie assortite, ma mai casuali

Il titolo della mostra, Epifanie Assorte, sintetizza perfettamente lo spirito delle 21 tele selezionate per l’occasione. Opere che si presentano come veri e propri “teatri visivi”, in cui la precisione formale e l’uso sapiente del colore trasportano lo spettatore in un tempo sospeso. Ogni composizione segue una struttura rigorosa, ma al tempo stesso accoglie personaggi assorti, immersi in atmosfere oniriche e rarefatte.

“Il piacere estetico di vedere – spiega Antonio Natali, storico dell’arte e curatore della mostra – è stato il sentimento più forte provato da Giovanni al cospetto del mondo. A questo, si affiancava un senso di disagio e estraneità che nasceva non tanto dalla condizione umana in generale, quanto dalla sua personale visione etica e ideologica, oggi più che mai fuori dal tempo. Paszkowski avrebbe sofferto di fronte alla volgarità intellettuale e politica dominante.”

Una dichiarazione che restituisce il profilo di un artista autentico, capace di resistere alla superficialità della modernità con la sola forza della propria coerenza estetica ed etica.

Un progetto culturale che lascia il segno

La mostra si inserisce in un progetto decennale curato proprio da Natali insieme allo scultore Adriano Bimbi, entrambi impegnati nel dare alla Sala delle Colonne una precisa identità culturale. “Con questo progetto – ha dichiarato Carlo Boni, sindaco di Pontassieve – abbiamo trasformato questo luogo in uno spazio aperto, accessibile, vivo. L’arte, nel nostro territorio, è divenuta uno strumento di coesione sociale, capace di rafforzare i legami tra i cittadini.”

Un’intuizione che si è tradotta in un esempio virtuoso di arte pubblica e cultura diffusa, dove la fruizione artistica non è riservata a pochi addetti ai lavori, ma si apre alla comunità intera come occasione di dialogo e crescita collettiva.

Arte come eredità e risorsa per il futuro

L’allestimento della mostra e la pubblicazione del catalogo sono stati resi possibili grazie al contributo della Fondazione CR Firenze, da sempre impegnata nel promuovere la cultura come strumento educativo e risorsa per il benessere della collettività.

L’apertura al pubblico è gratuita e si articola su una programmazione accessibile:

  • Martedì, giovedì, sabato e domenica: 16:00 – 19:00

  • Mercoledì e venerdì: 9:00 – 12:00

  • Lunedì: chiuso

Questa mostra, oltre a offrire uno sguardo privilegiato sull’universo poetico di Giovanni Paszkowski, è anche un invito a recuperare quella profondità di sguardo che troppo spesso la velocità del presente ci nega. In un tempo in cui l’arte rischia di diventare decorazione o intrattenimento, Epifanie Assorte ci ricorda che la pittura può ancora essere luogo di verità, di rivelazione e di resistenza.

Come ha scritto proprio Giovanni Papini, “Chi ama veramente l’arte, è pronto a soffrire per essa”. Un’affermazione che sembra parlare direttamente al cuore e alla vita del nipote, pittore silenzioso ma profondamente presente, anche oggi, attraverso i suoi quadri che ci guardano e ci interrogano.

 

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