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Gli "Eroi" di Paolo Roverani. Un blog da scoprire e gli sport 'estremi'

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Gli Eroi di Paolo Roverani. Un blog da scoprire e gli sport 'estremi' Gli Eroi di Paolo Roverani. Un blog da scoprire e gli sport 'estremi' © n.c.
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Per caso, navigando a vista, a volte si scoprono delle perle. L'articolo che segue è una di queste. Sicuramente non vincerà il premio Pulitzer, ma quando scorri lo scritto e sorridi senza sforzo, vuol dire che stai leggendo qualcosa di bello. Paolo Roverani non è uno scrittore, è un amministratore delegato (quindi dovrebbe essere uno serioso), appassionato dei cosiddetti "sport estremi", corredato da una simpatia esaltante che non traspare sicuramente al primo incontro. Probabilmente si starà montando la testa, da quando alcuni scrittori blasonati gli hanno fatto i complimenti per i suoi pensieri da blogger. Se vi dovesse capitare di diventare un lettore affezionato del suo blog, dovete tenere presente i suo consigli del tipo: "Seguimi... ma a distanza", oppure "Lascia un commento... a tuo rischio e pericolo" fino a capire la finezza della definizione del suo blog che testualmente recita "Questo Blog non è una testata giornalistica. MAGARI! almeno potrei godere del finanziamento pubblico." Nonostante tutto vi consigliamo di seguire il suo blog perché di perle è probabile scoprirne altre www.paoloroverani.com

What the fuck am I doin’ here?” “Che cazzo ci sto facendo qui?” si domanda ansimando Cory Richards. Fuori la tenda sono -46° C. a una quota di 6.700 metri. Gli eroi, quelli veri, sono assaliti dai dubbi come i comuni mortali con la differenza, quando questo accade, che viene messo in discussione tutto quello in cui credono. Ognuno ha i propri eroi, chi uno scrittore, chi un regista, un musicista o un poeta, magari anche uno chef. I miei eroi sono esploratori. Si è conclusa da poco la votazione che National Geographic indice ogni anno presso i propri lettori per eleggere “l’avventuriero” dell’anno 2013 tra una rosa di dieci esploratori che si sono distinti per le proprie gesta. L’attivista umanitaria che ha pedalato per migliaia di chilometri, il surfista cileno che cavalca le onde giganti nei posti più remoti, alpinisti, sciatori e , purtroppo, il vincitore. Quel Felix Baumgartner che si è buttato da non so che altezza da una sonda nella ionosfera per atterrare con un paracadute con telecamere in ogni dove e milioni di spettatori in diretta. Praticamente come la Formula 1 ma senza ragazze in maglietta. Questo è proprio quello che io non considero un eroe, infatti ha vinto. Eroina è Lizzy Hawker, Ultra Runner che esplora correndo deserti, montagne, ghiacciai. Anche 24 ore di seguito per più di 270 chilometri. Ha vinto tutto quello che c’è da vincere e scalato correndo tutto lo scalabile. Io non riesco a immaginare la determinazione e dedizione che questa disciplina comporti. E’ anche scrittrice.
Eroe è Steve Fisher, uno dei miei favoriti per evidente conflitto d’interessi, che ha guidato la prima spedizione in grado di navigare le Inga Rapids del fiume Congo. Io non ho mai -MAI- visto una cosa del genere. Molte spedizioni a partire dal 19° secolo hanno provato ad attraversarle, perdendo ben sette vite nel tentativo. Fisher con altri tre canoisti e cinque anni di preparazione ce l’ha fatta “uscendone vivo ma umiliato” come ha affermato.
Eroe è Simone Moro, non incluso nella lista di Nat. Geo. Un titano dell’alpinismo e un grande uomo che ha fatto del soccorso alpino la propria battaglia personale. Una notte ha rinunciato a un record per andare a salvare un alpinista inglese caduto a 7.000 metri in un crepaccio. Credetemi che pochi lo avrebbero fatto. Ha anche procurato un elicottero, da lui guidato, in Himalaya per i soccorsi in alta quota. Insieme a Cory Richards, l’alpinista assalito dal dubbio nella tenda, ha scalato in invernale il Gasherbrum II. Nel bellissimo film “COLD” vincitore di premi internazionali, è evidente la paura, lo scoramento, la gioia, ovvero quanta umanità si nasconda sotto il ghiaccio che ricopre i loro volti.
Spesso queste persone vengono vissute come avventurieri che non hanno alcun rispetto per la propria vita nel nome di una ossessione. Io invece credo che loro siano, a loro modo, come un Picasso, un Mozart, un Bulgakov o chiunque sia il vostro eroe. Per me un eroe è chi ha avuto la straordinaria fortuna di scoprire il proprio talento e, con una determinazione e passione fuori dal comune, riesce a superare frontiere finora inesplorate. Non importa se con un pennello, un pentagramma o una picozza. Io penso che chiunque di noi si trovi in quel magico e temporaneo stato di grazia nel quale “sente” che sta facendo quello che più ama e percepisce questo attimo come intimamente “suo” sia, in quel preciso istante, sostanzialmente vicino a Dio. Ovvero quella parte spirituale di noi che anima tutto il resto. Spesso ho rinunciato a spiegare a amici o parenti che mi chiedono perché queste persone arrivino a mettere a repentaglio la propria vita, a differenza di un Mozart o Picasso, nel nome di un obiettivo così sproporzionato per la posta in gioco. E’ difficile far capire a chi non è in sintonia con certe emozioni il perché di certe azioni. Perché non sono scelte, no, è un richiamo. Io stesso nel mio piccolo vengo visto come uno scalmanato che cerca ogni occasione per mettersi in pericolo, quindi cercherò di spiegarlo, sperando un giorno di razionalizzarlo e poterlo leggere all’unica persona ancora convinta di potermi cambiare: mia madre. La frase “sei un incosciente!!!” è ormai un mantra, “che palle” la risposta. E’ una questione di prospettive. Angolazioni. Curiosità. Un atollo della Polinesia non è completo se non viene osservato ben sotto il pelo dell’acqua fuori dalla barriera corallina. L’essenza di quell’isola, semplicemente, E’ LI’. La savana Venezuelana si rivela completamente se la osservi dal monte Roraima, perché lì capirai quanto è vasta e varia e splendidamente eterogenea con le piogge scure da un lato e il sole a picco dall’altro. Un ghiacciaio dello Stelvio non lo conoscerai finchè non ti sei calato dentro un crepaccio, per capire finalmente che tutto si muove, è vivo, mutevole. I comunissimi monti pisani visti dall’alto acquisiscono una personalità che dal basso non penseresti mai di accordare. Si spiegano, si raccontano, si rivelano. Non comprenderai a fondo il British Columbia se non senti sul tuo corpo l’energia dei suoi corsi d’acqua. Ma questa è la “mia” angolazione. Quello che conta, che sia una ricetta di cucina, un’opera d’arte agli Uffizi o una rappresentazione teatrale, è cercare la propria personalissima visione, quella prospettiva che sappiamo possa soddisfare, con un pizzico di magia, la nostra curiosità. Perché è la curiosità che muove tutto, che ci tiene in vita e, per alcuni di noi, mettendo anche in conto il prezzo di qualche rischio. Ralph W. Emerson ha detto: “Non andare dove il sentiero ti può portare; Vai invece dove il sentiero non c’è ancora e lascia dietro di te una traccia.” Un eroe è chi esplora nuove vie e lascia una traccia come dono per aprirci nuovi mondi da esplorare. Qualsiasi essi siano. Chissà se almeno Emerson riuscirà a convincere la mì mamma …
 

 

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Commenti 1
  • Paolo Roverani

    Grazie della menzione, molto apprezzata. Comunque per il Premio Pulitzer ci stiamo organizzando ... ;-)

    rispondi a Paolo Roverani
    mer 26 novembre 2014 01:37