23 APR 2025
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Greve in Chianti, gli antichi lavatoi di Montefioralle torneranno a nuova vita - FOTO

Dal passato emergono testimonianze e ricordi che ripercorrono la vita delle donne.

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l'assessore Saturnini durante un sopralluogo l'assessore Saturnini durante un sopralluogo © Unione dei comuni del Chianti
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A dispetto di quanto recita il detto…un tempo i panni sporchi si lavavano fuori di casa. Sono ricordi lontani ma ancora nitidi e vivi quelli che i cittadini e le cittadine del borgo di Montefioralle, soprattutto i più anziani, fanno emergere dai cassetti della memoria legata alla vita sociale e corale del paese. Intere giornate trascorse ai lavatoi, i manufatti situati all'esterno delle mura castellane, dove da bambini si recavano al seguito delle loro mamme e delle loro nonne, intente a lavare a mano i panni di uso quotidiano in particolar modo coperte e tappeti.

Fare il bucato era un rituale collettivo, rumoroso, affollato.
Una volta erano luoghi che permettevano alle donne del borgo e della campagna grevigiana di uscire di casa e vivere e condividere momenti finalizzati all’igiene personale dai quali scaturivano occasioni preziose di conversazione e aggregazione.
I lavatoi di Montefioralle di origine secolare, probabilmente risalenti all'epoca medievale e utilizzati fino agli anni Settanta, quando poi furono rimpiazzati dall'acqua corrente che arrivò nelle case delle famiglie, rappresentano uno degli insediamenti storico-architettonici, appartenenti alla tipologia dei manufatti minori, più rilevanti nel territorio chiantigiano.

Una testimonianza legata alla quotidianità, cara ai residenti del borgo, che l’amministrazione comunale vuole riportare in vita attraverso una puntuale opera di rifunzionalizzazione e restauro, avendo ottenuto un finanziamento, attraverso la partecipazione ad un bando pubblico indetto da Ato, Autorità Idrica Toscana.
L’amministrazione grevigiana è infatti tra i 17 Comuni toscani vincitori del bando e si è aggiudicata oltre 30mila euro a cui aggiungerà risorse proprie.

I lavatoi, costruiti in pietra locale, si compongono di una struttura architettonica composita. Sono quattro gli elementi principali, costituiti da un edificio a volta, posto lungo la strada, e da tre vasche che si affacciano su via delle Lenzole, delimitate da gradini in pietra ed un muro di contenimento del terreno in pietra sul lato del terreno agricolo confinante.
Il manufatto è caratterizzato da vasche di forma rettangolare di dimensione diversa a testimonianza della funzione demandata a ciascuna di esse. Alcune vasche venivano utilizzate per il risciacquo ed erano quelle più vicine alla sorgente d'acqua, altre servivano per insaponare i panni.

“La memoria di questo luogo si è cristallizzata nella tradizione orale della comunità - commenta l'assessore ai Lavori pubblici Giulio Saturnini - ed è stata tramandata come traccia concreta della vita sociale delle tante generazioni di donne che si sono succedute nel corso del tempo. Il manufatto, a vasche multiple, ha peraltro una forma particolare in quanto è dotata sia di una struttura coperta, ricavata in una cavità, vicina alla fonte d’'acqua, sia una zona scoperta suddivisa in lavatoi diseguali”. La struttura è collocata al di fuori del borgo murato, in direzione ovest, in corrispondenza di via delle Lenzole.

L’intervento dell’amministrazione comunale, teso a ripristinare i vecchi lavatoi di Montefioralle, non vuole mettere in atto solo un percorso di riqualificazione di un insediamento architettonico di valore storico, situato peraltro in uno dei Borghi più belli d’Italia, ma realizzare il recupero di un bene immateriale e invisibile: la storia di una comunità che continua a tenere viva la memoria culturale di un luogo, simbolo e testimonianza dell’identità e del ruolo femminile nel corso dei decenni.

Passando lungo via del Castello di Montefioralle sembra ancora di sentire l’eco delle donne di Montefioralle. E forse qualcuno, ispirato dal bellissimo componimento del 1891 di Giovanni Pascoli che ricrea l’atmosfera agreste delle lavandaie nei versi “lo sciabordare delle lavandare con tonfi spessi e lunghe cantilene”, continua a ricordare quei momenti.

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