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Il cardinale marradese Federico Cattani Amadori nel settantesimo della morte.

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Il cardinale marradese Federico Cattani Amadori nel settantesimo della morte. Il cardinale marradese Federico Cattani Amadori nel settantesimo della morte. © n.c.
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Da uno dei nostri lettori marradesi, Rodolfo Ridolfi, riceviamo e pubblichiamo:

Ho pensato che non era giusto lasciar trascorrere il 2013 senza ricordare, in occasione del settantesimo della morte, il Cardinale Federico Cattani Amadori. Prima di lui l’unico marradese che aveva ricevuto, il 17 maggio 1706 da Papa Clemente IX, l’onore della porpora cardinalizia del Titolo di Sant Agostino era stato Carlo Agostino Fabbroni, commendatario dell’Abbazia di Sant Ellero di Galeata, che fu uno dei più autorevoli teologi nella lotta contro il Giansenismo.  “Respice Stellam”, volgiti alla stella, si legge nel motto cardinalizio di Federico Cattani che fu uomo della Romagna-Toscana a tal punto che Francesco Luigi Ravaglia, nel 1939 scriveva: “..L’unico cardinale romagnolo vivente al presente è il cardinale Federico Cattani Amadori nato il 7 aprile 1856 in Marradi che porta agilmente i suoi 83 anni dopo una vita di intensa attività dedicata allo studio ed alle cure del ministero prima in Diocesi, poi nelle Congregazioni romane”.

Ma anche talmente toscano che trasferitosi a Roma definitivamente il 17 marzo del 1906 venne nominato Primicerio delle Arciconfraternite fiorentine.

Dai tratti biografici che seguono si desume la rilevanza di questo marradese illustre sempre attento alle esigenze di Marradi del tempo, ma anche secondo la migliore tradizione culturale della Romagna Toscana, animo sensibile alle lettere, alla musica alla poesia tanto da scrivere “Carmina” raccolta di versi pubblicata a Roma nel 1943 l’anno della sua morte.

Per i grandi meriti che Federico Cattani ha avuto, volli che l’Amministrazione Comunale coniasse e consegnasse alla Comunità parrocchiale il 18 settembre 1993, in occasione della solenne commemorazione del 50° della morte, un medaglione commemorativo.

Federico Cattani apparteneva al ramo dei Cattani di Stabbia che traevano le loro origini dalla Bretagna e che si erano insediati nel Castello di San Martino di Gattara, per poi diffondersi nel vicino territorio di Marradi.

Federico, figlio di Antonio e di Luisa Fabbri aveva tre fratelli, Cesare, Fortunato e Gherardo e quattro sorelle. Clarice, Giuseppa, Noemi rimasta sempre al suo fianco e Tersilia (suor Maria Luisa) maestra domenicana priora del monastero di clausura di Marradi.

Era nato nel palazzo di Via Celestino Bianchi, una strada che verrà completamente distrutta dai bombardamenti, breve ed angusta con alte case che metteva in comunicazione il piazzale della Chiesa di San Lorenzo con il ponte sul fiume Lamone.

Studiò nel seminario di Modigliana e fu ordinato sacerdote nel 1879. Nello stesso anno, per volere dei suoi superiori, fu inviato a Roma dove conseguì le lauree in Filosofia e Teologia e la laurea in Diritto Canonico e Civile al Pontificio Istituto dell’Apollinare.

Ritornato a Modigliana, oltre all’insegnamento di Filosofia nel seminario, si dedicò al ministero sacerdotale, fu confessore e direttore di comunità religiose, ebbe incarichi di fiducia nel Governo della Diocesi di cui fu due volte Vicario generale con i l vescovo Leonardo Giannotti e con il vescovo Sante Mei. Nel 1906 si trasferì definitivamente a Roma dove mise a disposizione il suo sapere di ben quattro Papi: Pio X , Benedetto XV, Pio XI e Pio XII.

Non si dimenticò tuttavia della sua Diocesi eretta da Pio IX nel 1850 su sollecitazione del Granduca Pietro Leopoldo,  quando dal ’24 al ’30 corse il pericolo di venir soppressa. Come Uditore Santissimo e Segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica fu determinante per i frequenti contatti che aveva col Papa Pio XI nel difendere e documentare la necessità dell’esistenza di questa vasta diocesi appenninica.

Pio X lo nominò Visitatore Apostolico della diocesi della Marsica, poi Consultore della S. Congregazione dei Sacramenti, Uditore di Rota e Giudice della Commissione Prelatizia per le Amministrazioni Palatine Benedetto XV il 29 giugno 1908 iniziò il riordino della Sacra Rota che divenne nei fatti il migliore dei Tribunali civili, “quello nel quale la dottrina del testo romano è stata sempre meglio coltivata” e tra i migliori prelati giuristi espertissimi di Francia, Germania, Spagna ed Inghilterra fu scelto anche il Cattani. La sua levatura e la sua integrità fecero sì che il Pontefice lo designasse nel 1921 Segretario della Commissione Cardinalizia per dirimere le questioni di competenza fra le sacre Congregazione e Pio XI nel 1924 lo promosse Segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

Nel Concistoro del 15 dicembre 1935, come riconoscimento dei tanti servigi resi alla Santa Sede e dei suoi eccellenti meriti, fu creato Cardinale Diacono di Santa Maria in Aquiro al Pantheon ascrivendolo alle Sacre Congregazioni dei Sacramenti del Concilio, al Supremo tribunale della Segnatura ed alla Commissione Cardinalizia per l’interpretazione del diritto canonico.

Il cardinal Cattani si distinse come giurista e partecipò anche alla stesura di alcuni articoli del Concordato fra la Santa sede e L’Italia. Morì a Roma il 10 aprile del 1943. Al suo funerale, svoltosi nella Chiesa di S.Maria in Vallicella al Corso (Il tempio di S.Filippo Neri), partecipò, in rappresentanza del Governo italiano, il Ministro degli Esteri conte Galeazzo Ciani. Cattani lasciò. il suo patrimonio, situato a Lozzole, in Comune di Palazzuolo sul Senio, all’Asilo Fratelli Scalini di Marradi, fondato dall’arciprete Luigi Montuschi, del quale Cattani insieme alla cognata Celestina Celletti ed al nobile Antonio Scalini della Scala era stato uno dei principali benefattori. La sua tomba è collocata ai piedi dell’altar maggiore della Chiesa Arcipretale di San Lorenzo a Marradi.

Ci pare appropriato per la tomba del cardinal Cattani ricordare, come fece il canonico dottor Francesco Mancorti, nel trigesimo della morte, citare i versi di Ugo Foscolo : “ A egregie cose il forte animo accendono .L’urne dei forti…”

 

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