Il disastro ferroviario di Ronta di Mugello (1920)
Tutti i giornali hanno parlato diffusamente del grave disastro ferroviario avvenuto al Poggio di Caino a Ronta. I testimoni oculari della catastrofe erano sbigottiti e storditi. La gente più lontana udì un fracasso indiavolato, immenso e dovette pensare nell’attimo a qualche pauroso cataclisma. I ferrovieri scampati al disastro hanno raccontato il momento profondamente angoscioso. Un macchinista, certo Alfredo Tamburini cessava di vivere all’ospedale di Luco di Mugello nel mattino di martedì. Il poveretto aveva 33 anni: lascia la moglie, la madre e un fratello minore. Era un uomo di carattere mite e a quanto ci resulta non di principi antireligiosi. Il servizio di linea fu riattivato alle ore 22,30 del giorno 17. Per tutta la giornata centinaia e centinaia di persone da Borgo e dagli altri paesi Mugello si recarono sul luogo del disastro. (Dal Messaggero del Mugello - 22 febbraio 1920)
Nella foto (sopra): La locomotiva 240/C schiantasi al suolo dopo un volo di 40 metri dal viadotto di Caino a Ronta di Mugello. (1920)
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Nella foto: Il ponte detto di “caino” al Poggio a Ronta di Mugello con alcuni vagoni fracassatosi al suolo dopo un cedimento strutturale alle rotaie.(1920).


