Il vecchio e il nuovo. Metti due sindaci a pranzo per Natale © n.c.
“ Ti ricordi Leonardo quando venisti a dirmi che denunciavi il prete che aveva fatto tagliare gli alberi lungo via Macioli e li aveva venduti? E che erano del Comune?!” No, non mi ricordo, è passato quasi quaranta anni, ma se lo dice Bruno, che all'epoca era il sindaco facente funzioni....... A novanta anni ci ha miglior memoria di me. Inizia così il racconto firmato da Leonardo Borchi del pranzo (per gli auguri di Natale) che si è tenuto ieri (mercoledì 16 dicembre) a Montemorello. Presenti amministratori ed ex amministratori di Vaglia, volontari e dipendenti (ed ex dipendenti) del comune. Nella foto (in alto) Leonardo Borchi (a sinistra, attuale sindaco di Vaglia) con Bruno Bicchi (89 anni e 9 mesi, che è stato sindaco negli anni Settatanta). Ecco come prosegue il racconto di Borchi:
Ci siamo ritrovati, ospiti coccolati di Galileo, sulla terrazza del piazzale Leonardo da Vinci (territorio di Sesto, da cui i residenti, in odore secessionista, si vogliono staccare per approdare a Vaglia. Se c'era ancora la Biagiotti!!). Quattro generazioni, di dipendenti ed amministratori (non tutti) riuniti in occasione del Natale. Per me miscredente, per cui il Natale è un giorno come un altro, nel senso che tutti i giorni sono ugualmente importanti e significativi in nuce, quando alla mattina butto giù le gambe dal letto; quando, non perché siamo a Natale, sono meno gatto alle palle degli altri giorni (dire che non mi sento più buono a Natale mi pareva di scadere in un eufemismo) questa festa è eretta a pretesto per sollecitare quei comportamenti e quelle riflessioni che i più, che non la pensano come me, riservano ad occasioni particolari. Così ho rivisto ( lo posso dire?) con affetto e tenerezza alcuni miei ex vigili ai quali ho fatto da pigmalione al mestiere. Li ho scozzonati. E quando ci si guardava negli occhi questo affetto, questa stima reciproca traspariva ed era nutrimento per l'anima. Così per altri colleghi impiegati e amministratori, ora in là con gli anni, con cui correvano sprazzi di ricordi ed aneddoti, più inverosimili oggi di quanto non mi apparivano allora. E questa rimpatriata per sperimentare che la conquista più importante, che puoi infine realizzare, sono i buoni sentimenti che stringi con le persone che frequenti ogni giorno; è l'armonia, la serenità che ci possiamo permettere a vicenda perché ci fidiamo, abbiamo stima, dividiamo affetto reciprocamente. Vorrei....vorrei che dopo questa esperienza sulla sedia di sindaco, magari tra qualche anno, possa essere invitato da un mio futuro, quanto ora impensabile primo cittadino, ad un consesso analogo a quello di oggi e lì possa esser in grado di abbracciare collaboratori, cittadini con eguale slancio e trasporto.


