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"Insieme per Dicomano" in prima linea a Firenze per dire "No all'eolico" sul Monte Giogo Villore

Zeni: "Una mera speculazione finanziaria mascherata da ambientalismo di facciata. Un intero ecosistema rischia di diventare una distesa di pale eoliche"

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Saverio Zeni Saverio Zeni © Alejandro Salamone
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Ci sarà anche Saverio Zeni, Consigliere comunale per il gruppo di centrodestra "Insieme per Dicomano", Sabato 28 settembre, a Firenze, per dire no al progetto di installazioni eoliche sul Monte Giogo Villore. Una presa di posizione motivata dalla paura di vedere un autentico polmone verde del territorio trasformato in una "distesa di pale eoliche".

Zeni ha così dichiarato che la sua intenzione a partecipare a questa mobilitazione, che raccoglierà molti altri amministratori locali del Mugello, per tutelare l'immenso patrimonio ambientale che si trova lungo il confine tra Toscana e Emilia Romagna dal deturpamento, dal rischio esaurimento delle risorse idriche e dai rischi derivanti dal dissesto idrogeologico. Queste le sue parole:

Partecipo con convinzione a questa manifestazione poiché occorre dire chiaramente che tale progetto è solo una mera speculazione finanziaria mascherata da ambientalismo di facciata. La difesa del Monte Giogo Villore è una battaglia che coinvolge non solo gli abitanti di Dicomano, ma tutte le comunità che vivono in Appennino. Le nostre montagne devono essere tutelate e difese.

Il Monte Giogo Villore, è polmone verde della Toscana, oggi minacciato. L'ombra del progetto eolico che incombe sulla montagna, minaccia di trasformare un ecosistema delicato in una distesa di pale eoliche. Ma questo non è solo un attacco a un singolo luogo. È un attacco al nostro patrimonio naturale, un attacco al futuro delle nostre comunità e alla salvaguardia delle comunità a valle sia in Toscana che in Emilia Romagna. Il dissesto idrogeologico, sempre più frequente e violento, non è un caso.

La mano dell'uomo, con la sua sete di profitto e la sua miopia, ha un ruolo determinante. La deforestazione, la cementificazione, le pratiche agricole intensive hanno reso il nostro territorio più vulnerabile. E ora, con progetti come quello sul Monte Giogo Villore, stiamo aggravando ulteriormente la situazione.

L'acqua, bene prezioso e finito, è a rischio. I boschi, che assorbono l'acqua come spugne naturali, vengono abbattuti. I versanti, privati della loro protezione, franano, trascinando con sé fango e detriti che inquinano le nostre falde acquifere. A Vicchio, i filtri dell'acquedotto si intasano sempre più spesso, mettendo a repentaglio l'approvvigionamento idrico. E questo è solo l'inizio.

Il greenwashing, la pratica di mascherare attività dannose con una patina di ecosostenibilità, è un pericolo costante. Le pale eoliche, presentate come la panacea a tutti i mali, in realtà nascondono un costo ambientale altissimo. La loro installazione richiede la costruzione di strade, la posa di cavi elettrici e la distruzione di habitat naturali. E tutto questo per produrre un'energia che, in molti casi, potrebbe essere ottenuta da fonti rinnovabili più sostenibili.

Non possiamo permettere che il nostro Appennino venga sacrificato sull'altare del profitto. L'acqua è un bene comune, un diritto inalienabile. Il bosco è un patrimonio da tutelare, una risorsa indispensabile per la vita. La montagna è la nostra casa, il nostro rifugio.
 

Sabato 28 settembre, a Firenze, in Piazza Duomo, diremo basta. Ci uniamo in un grido comune per difendere la nostra terra e per costruire un futuro più sostenibile. Chiediamo alle istituzioni di ascoltare le nostre voci e di agire con coraggio e determinazione.
 

 

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