La lettera in redazione di una lettrice che si firma come 'Vegana' (ma della quale naturalmente la redazione ha i riferimenti):
Tutta la narrazione della pandemia ha creato uno slivellamento del pensiero nelle persone, dovuto alla grancassa dei media asserviti al governo (siamo gli ultimi in Europa per libertà di stampa). Il discorso sulla tutela della salute portata alle estreme latitudini del pensiero, attraverso la soppressione del diritto al lavoro, ci fa dimenticare che questo governo alla salute globale, quella vera, non è assolutamente interessato.
L’iperliberismo governativo, padre dei morti sul lavoro, dell’aumento della spesa per gli armamenti, dei licenziamenti selvaggi, è anche quello dei finanziamenti del PAC, soldi della comunità europea, che a caduta, attraverso lo stato italiano e le Regioni vanno quasi esclusivamente ( circa il 95%) ad allevatori e agricoltori convenzionali. All’agricoltura biologica arrivano poche briciole, per questo motivo è più costosa. Vi siete mai chiesti come mai un etto di prosciutto o un pollo magari già arrostito costa meno di un cavolo da agricoltura biologica o biodinamica?
Ma gli scienziati internazionali hanno dichiarato che agricoltura convenzionale e allevamenti animali, producono un terzo di tutte le emissioni climalteranti, ma anche salutealteranti. Così come ascoltiamo il virologo che ci impone il vaccino come salvavita, dovremmo ascoltare anche gli altri scienziati che ci danno una direzione per evitare il burrone davanti al quale ci troviamo. I governanti nazionali, regionali o locali non saranno mai uniti, come lo sono stati per la pandemia e guai a chi la pensava diversamente, a fare cambiamenti per metterci in sicurezza.
Noi qualcosa possiamo fare e lancio questa proposta qui nel Mugello: propongo che tutta la ristorazione (ristoranti, pizzerie, fast food, pasticcerie, bar, agriturismi, rosticcerie, mense scolastiche, ospedaliere e aziendali ecc) per tre giorni a settimana offrano solo menù vegetali senza alcuna proteina animale. Tre giorni di cucina vera con prodotti provenienti da produttori locali (ne abbiamo di ottimi anche biologici certificati). Dall’antipasto con pane di grano verna ai primi meravigliosi di pasta di grani locali (non all’uovo per favore) con legumi e fantastiche verdure cotte in mille modi ai dolci con creme vegane e frutta dei nostri alberi, abbiamo anche vino e olio buoni, non ci manca niente.
Diventare una zona di riferimento a livello regionale e nazionale porterebbe turismo, abbasseremmo le quote di inquinamento derivanti da allevamenti di animali (ne abbiamo troppi in zona), molti giovani potrebbero coltivare la terra e chiedere con maggior forza politica finanziamenti più consistenti per l’agricoltura biologica, gli “chef” e i cuochi potrebbero trovare nuovi stimoli e le persone potrebbero conoscere le meraviglie della cucina vegetale.
Ci guadagnerebbe la salute della terra, delle persone, del clima, degli animali. Il consumo di carne, soprattutto rossa, è diminuito negli anni, sostituito però da un aumento del consumo di pollame, animali poco sani perchè pieni di antibiotici, tenuti in condizioni crudeli per un maggior profitto, così come per la carne di maiale sotto forma di salumi, anche se l’OMS ha dichiarato che la carne processata come il prosciutto, il salame ecc, sono cancerogeni. I salumi sono ancora molto usati perchè vengono ammantati di story-telling come “prodotto del territorio” , “prodotto tipico”, “eccellenza italiana”.
Senza accorgersi che mangiamo lo strutto di maiale quando andiamo a fare un’innocente colazione al bar mangiando una pasta o una schiacciata comprata dal fornaio, dove difficilmente verrebbe in mente di trovarlo. La pesca devasta i nostri mari oramai impoveriti della fauna ittica e gli oceani, dove vengono pescati e uccisi anche animali non mangiabili, mentre gli allevamenti ittici, lasciamo stare……Abbiamo diversi futuri possibili davanti a noi: oltre a quello di diventare nazione pilota a livello mondiale per l’obbligo di più vaccini che in qualunque altro paese del mondo, potremmo diventare paese pilota per una gastronomia botanica salvapianeta e salvasalute (quella vera).
Oppure continuare a scivolare verso lo strapiombo, consumando le ultime risorse della terra per mangiare un panino al prosciutto o la solita banale (non per la mucca, per il clima e per la terra) bistecca alla fiorentina, senza essere poi capaci di rinunciare al pezzetto di formaggio parmigiano, non sia mai. Non possiamo intervenire sul nucleare, i giochi sono a livelli fuori dalla nostra portata, così come le leggi sulla plastic-tax, decise o non decise da un governo non eletto. Ma sulle emissioni da allevamenti intensivi e non e sull’agricoltura intensiva e chimica possiamo e dobbiamo decidere noi.
Cominciamo da qui, tre giorni a settimana andremo a mangiare in ristoranti, bar dove non mettono il prosciutto cotto o il formaggio anche nell’insalata, in una forma di bulimia incomprensibile di proteine animali come se non ci fosse un domani. Nei bar potremo prendere un cappuccino con latti vegetali, la nostra amata brioscina ma vegana o con una deliziosa crema vegana . Perchè no?
Vegana
Raffaele Ricci
Mi meraviglio che un giornale seppur locale si presti a pubblicare vaneggiamenti antiscientifici e incoerenti (antoscientifica ma citiamo l'OMS se fa comodo alla mia tesi strampalata). La scienza è oggettiva, non va data voce a certe opinioni che nulla hanno a che fare con la realtà.
Tommaso Selvetti
Il mondo della scienza abbonda di studi sull’impatto dei cibi animali sulla salute e dell’allevamento sull’ecosistema, forse le sono sfuggiti. Non sarò certo io a fornirle i link, basta che cerchi on line con parole chiave come “carne tumori” o “allevamento co2” e poi non vada a leggere solo sulle pagine di Coldiretti ;)
Vegana
Prima di parlare di vaneggiamenti magari si ingormi.
Fabrizio Bartolini
la libertà di espressione finisce ,secondo me,quando non si esprimono opinioni personali di qualsiasi genere ma si scrivono palesi inesattezze che danneggiano categorie di lavoratori .Invito pertanto la lettrice ad informarsi bene ,altrimenti produce solo confusione! Grazie
Tommaso Selvetti
Ci fornisca collegamenti a studi scientifici che smontino le tesi di Vegana, prego. Poi però sia anche disposto a leggere quelli che le verranno suggeriti in risposta.
Vegana
Già fatto.
Giovanni Piattoli
Lei pensa davvero che dalla soia esca il latte? Lo conosce l’impatto della coltivazione intensive della soia? Li legge gli ingredienti? Vogliamo parlare dell’impatto del “latte” di mandorle? Studi. E certi consigli dietetici, li faccia dare da un dottore.
Vegana
Sì certo che conosco l’impatto delle colture intensive di soia ma sono tutte per gli allevamenti animali non certo per l’alimentazione umana. Si dalla soia viene una bevanda simile al latte l’ho fatto personalmente,ma ho anche letto gli ingredienti sul latte comprato, non ci ho visto niente di strano e non so quale ha letto lei. Parliamo dell’impatto del latte di mandorle. Non ne so niente mi dica lei. E poi guardi i consigli li può dare chiunque, se vuole le do i link degli studi scientifici internazionali che ci sono dietro i consigli. Chieda a qualunque medico studi scientifici a favore di una alimentazione a proteine animali. E poi c’è anche il pianeta e le posso dare anche qui numerosi studi scientifici internazionali dell’impatto degli allevamenti sugli allevamenti.
Cinzia Re
Salve Giovanni, purtroppo la soia e il mais non vengono coltivati intensivamente per nutrire i vegani, bensì per foraggiare gli animali di cui ci nutriamo. E non sarebbero alimenti adatti a loro, che il nutrimento dovrebbero trovarlo nei campi, brucando erba. Il suggerire una dieta 100% vegetale non solo potrebbe salvare il pianeta ma anche noi, a livello di salute. Provi lei stesso a nutrirsi in modo vegetale per una settimana, e sia lei stesso a valutarne i benefici. Cordialmente, un’altra vegana 😊