17 MAR 2025
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La Regione condanna il Forteto. Mugnai, commosso: «Serve coraggio»

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Diceva il Cancelliere tedesco Konrad Adenauer: «La storia è la somma totale delle cose che avrebbero potuto essere evitate». Questo pomeriggio, il Consiglio regionale della Toscana quelle cose le ha messe in fila – una alla volta, tutte drammatiche – e, con trent’anni di ritardo, si è fatta la storia. Il Forteto, nella sua triplice veste di associazione (ex-comunità), fondazione e Cooperativa, è stato condannato. La relazione della commissione d’inchiesta Bis, così lucida nel fare nomi e così scomoda nel puntare il dito contro un sistema ben radicato, è stata approvata all’unanimità. Via i colori politici, quindi: sì alla sollecitazione di un’inchiesta parlamentare per arrivare dove non si è potuto; sì alla proposta di commissariamento della corazzata economica, incapace di un auto-rinnovamento a lungo caldeggiato dal Pd e dal mondo delle Coop; sì alla vergogna per ritrovare la speranza, e non dimenticare. «Sono 86 le pagine – ha ricordato ieri Paolo Bambagioni– come 86 sono i minori che in questi anni sono stati assegnati al Forteto». E poi: «Noi non possiamo ignorare quanto accaduto, altrimenti saremmo ipocriti. Quindi, meno parole e più coraggio». Segue Giovanni Donzelli (FdI), con un intervento sdegnato, piena di foga, verace: «Del Forteto mi ha sempre colpito non tanto la violenza in sé, ma l’anima rubata alle vittime, lo snaturamento dei comportamenti umani. Tutta la società Toscana è stata deficitaria, è arrivata in ritardo, ha spalancato le porte a Fiesoli. La politica non ha fondato il Forteto, ma alla politica il Forteto si è adattato come il vino si adatta al contenitore (…) Oggi, senza fare un passo avanti, continueremmo ad essere complici». E poi ancora Paolo Sarti (Si), Jacopo Alberti (Lega), Andrea Quartini (M5s), a ribadire le colpe della stampa, della magistratura, dei servizi socio-sanitari, degli assistenti sociali. «Se si studia il caso Forteto, l’Italia può essere considerata un Paese normale?», ammonisce il leghista. Infine, ad alzarsi, Stefano Mugnai (FI), presidente della prima commissione, membro energico della seconda. L’uomo a cui nel 2012, senza mezzi termini, dissero: «Stai attento, chi tocca il Forteto muore». L’uomo, commosso e quasi in lacrime, che ha scosso l’aula: «Era un sistema chiuso, con un contesto, culturale e politico, da colpevolizzare. Lo Stato mandava i ragazzi lì dentro, e quella coop, per quanto oggi importante, è stata costruita sulle sofferenze delle persone. Prendiamone atto, definitivamente. Deve essere il giorno in cui, tutti, la sinistra e l’opposizione, ammettiamo gli errori commessi, e l’ultima volta che si fa polemica sul Forteto». Tocca allora a Marras, capogruppo Pd in consiglio, contestatore dei toni e dei giudizi ricavati dalla relazione ufficializzata il 23 giugno scorso. Per lui, come per Antonio Mazzeo (vicesegretario regionale) e per tutto il Pd toscano, non sembrava accettabile l’idea di un attacco generalizzato, che inevitabilmente comprometterebbe la vicenda politica della sinistra regionale (fino a pochi giorni era stata salutata con favore la non-assoluzione con formula piena di Stefano Pezzati, ex-presidente della Coop, come viatico per evitare il tanto paventato commissariamento). Non sono mancate quindi precisazioni: «Vorrei si abbandonasse il pregiudizio di un Pd visto come gruppo di burattini nelle mani di un potere occulto, 24 consiglieri non possono essere messi sullo stesso livello degli imputati». Alla fine, però, la verità ha ricoperto le trincee già scavate, e piegato le posizioni di partito. «Proviamo un profondo senso di vergogna - ha detto - per chi sapeva e non ha agito, per chi non sapeva, ma aveva strumenti per sapere e non li ha usati, per incosapevolezza o superficialità. E tutto per quarant' anni. La politica, oltre a dare voce a chi non ce l'ha, deve proporre soluzioni. Non può fermarsi alla sola denuncia». E ora: «Dobbiamo prendere il toro per le corna. Lo dobbiamo a noi stessi, a tutti i cittadini toscani, alle vittime. Dobbiamo fare punto e a capo». Dunque il voto, e la dura condanna della Toscana al Forteto. Ha chiuso i lavori Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale: «Questo - ha precisato - è un grande momento di coesione».

 

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